Chigiana

Posted by on August 15, 2021

www.raiplay.it/video/2021/07/Siena-e-la-Chigiana-Concerto-per-lItalia-008f74e3-9dba-4063-bf24-6e47973d2333.html Chigiana International Festival & Summer Academy 2021 Comune di Siena e la Chigiana per l’Italia La grande musica sinfonica ritorna in Piazza del Campo venerdì 16 luglio, ore 21,30 Piazza del Campo, Siena Antonio Pappano dirige l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il 16 luglio in Piazza del Campo con Ilya Gringolts violino solista

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Chigiana International Festival & Summer Academy 2021

Comune di Siena e la Chigiana per l’Italia
La grande musica sinfonica ritorna in
Piazza del Campo

venerdì 16 luglio, ore 21,30
Piazza del Campo, Siena

Antonio Pappano dirige l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
il 16 luglio in Piazza del Campo con Ilya Gringolts violino solista

A partire dalle ore 20.30, l’accesso alla Piazza sarà consentito solo da 3 varchi presentando il biglietto del concerto o la prenotazione rilasciata da uno degli esercizi commerciali della Piazza

Dalle 21.20, l’accesso alla Piazza non sarà più consentito
fino al termine del concerto (23.15 circa)

Comune di Siena e Accademia Chigiana insieme per l’evento straordinario del Chigiana International Festival & Summer Academy 2021: l’attesissimo concerto sinfonico che avrà luogo venerdì 16 luglio, alle ore 21.30, in Piazza del Campo.

Il luogo simbolo della città e una delle piazze più belle e suggestive del mondo ospiterà l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, diretta da Antonio Pappano in un programma appassionante dedicato al grande repertorio dell’800 con l’Ouverture dal “Nabucco” di Giuseppe Verdi, il celeberrimo Concerto per violino e orchestra di Pëtr I. Čajkovskij affidato all’interpretazione di uno dei più grandi virtuosi di oggi, docente di Violino presso la Chigiana, il violinista russo Ilya Gringolts e la Sinfonia n. 7 di Ludwig van Beethoven.

Il concerto, che sarà trasmesso in diretta radiofonica su Rai Radio 3 e, nelle settimane successive, in differita TV su RAIUNO, RAI5 e RAIPlay, avrà inizio alle ore 21.30 e trasformerà Piazza del Campo in una grande e suggestiva sala da concerto a cielo aperto, il cui punto focale sarà il grande palco allestito nella porzione di lastricato adiacente il Palazzo Pubblico. Nel rispetto della normativa anti-Covid, la platea ospiterà al massimo 1.000 spettatori, tutti con posto a sedere assegnato, con distanza minima interpersonale di un metro (salvo congiunti).

Dichiara il Presidente dell’Accademia Chigiana Carlo Rossi: «Grazie alla collaborazione che abbiamo da sempre, ma ora concretizzata in maniera ancora più forte con l’Amministrazione comunale, all’interno del ricchissimo cartellone del Festival estivo dell’Accademia Chigiana vi è il momento di grande importanza e significato rappresentato dal concerto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che dopo 12 anni torna a Siena e che si svolgerà Venerdì 16 Luglio nella Piazza del Campo. È un evento estremamente significativo, un grande segnale di speranza di ripresa per tutto il nostro Paese, che la RAI-Radiotelevisione Italiana, tramite la diretta radiofonica su Radio3 e le trasmissioni televisive in differita su RAIUNO e RAI5, diffonderà in tutto il mondo. Sono fermamente convinto che la cultura e la musica in particolare siano strumenti fondamentali per aiutare tutti noi a riprendere l’ordinarietà della nostra vita».

«Gli sforzi congiunti tra l’Amministrazione comunale e l’Accademia Chigiana riportano quest’anno, dopo 30 anni di assenza, la grande musica sinfonica in Piazza del Campo – sottolinea il sindaco di Siena Luigi De Mossi. – È una tappa importante, che riporta a Siena un’Istituzione del più alto prestigio quale l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Un evento di alto profilo artistico, con il quale Piazza del Campo si fa apice della festa e della cultura senesi. Vogliamo incrementare sempre di più l’interazione tra la nostra città e un bene di assoluta qualità come l’Accademia Chigiana. L’unità di intenti tra l’Amministrazione, la Chigiana e la comunità senese sta portando dei risultati significativi. Il concerto del 16 luglio in Piazza del Campo è il frutto di un lavoro sinergico tra Comune e Accademia Chigiana, professionisti di alto livello saranno riuniti nella nostra splendida Piazza per regalare a senesi e turisti una serata di grande intensità, all’insegna dello spettacolo dal vivo del livello più alto».

Per consentire un afflusso regolato e in sicurezza all’evento, a partire dalle ore 20.30, l’accesso alla Piazza sarà consentito solo da tre varchi, mentre tutti gli altri varchi fungeranno esclusivamente da uscite:

Via Rinaldini (Chiasso Largo): ingresso riservato ai soli clienti degli esercizi commerciali muniti di specifica dichiarazione di prenotazione; Costarella dei Barbieri: ingresso riservato ai soli spettatori con biglietto del concerto;
Via del Casato: ingresso con accesso misto (spettatori con biglietto del concerto + clienti esercizi commerciali muniti di apposita dichiarazione)

A partire dalle ore 20.30, l’ingresso alla Piazza sarà consentito solo dietro presentazione del biglietto o della prenotazione (su supporto cartaceo o digitale) rilasciata da uno degli esercizi commerciali della Piazza in cui conferma la prenotazione da parte dei clienti per l’unico turno previsto dalle 21.15 alle 23.15. Agli esercenti stessi e a tutti i clienti che avranno prenotato presso uno degli esercizi commerciali affacciati sulla Piazza, il Comune di Siena e l’Accademia Chigiana chiedono la massima collaborazione per rispettare il necessario silenzio nel corso della prova generale (dalle ore 19.45 alle ore 20.45) e del concerto (dalle 21.30 alle 23.15).
A partire dalle ore 20.45, i presenti che non avranno una prenotazione/posto a sedere in platea o presso uno dei locali commerciali saranno invitati a uscire dalla Piazza. A partire dalle ore 21.20, infine, l’accesso alla Piazza non sarà più consentito fino al termine del concerto (23.15 circa).

Il concerto, così come per tutti gli eventi in programma per il Chigiana International Festival & Summer Academy 2021, si svolgerà nella massima sicurezza per il pubblico e gli artisti, seguendo accuratamente l’applicazione dei protocolli anti-Covid. Per questo motivo il numero di biglietti disponibili sarà necessariamente limitato per garantire il distanziamento.

PROGRAMMA
Comune di Siena e la Chigiana per l’Italia
16 luglio 2021, ore 21.30
Piazza del Campo, Siena

ORCHESTRA DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA
ANTONIO PAPPANO direttore
ILYA GRINGOLTS violino

Giuseppe Verdi Ouverture da “Nabucco”
Pëtr I. Čajkovskij Concerto in re magg. op 35
Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 7 in la magg. op. 92

in coproduzione con il Comune di Siena

Chigiana International Festival & Summer Academy 2021
“Diverso”

Opening Concert
Diversi emisferi

5 luglio, ore 21.15
Chiesa di Sant’Agostino, Siena

Daniele Rustioni alla guida dell’ORT – Orchestra della Toscana inaugura
la settimana del Chigiana International Festival & Summer Academy

In programma l’esecuzione in prima italiana
di Music for ensemble and orchestra di Steve Reich

Alessandro Carbonare interpreta
il Concerto per clarinetto di Aaron Copland

Lunedì 5 luglio, alle ore 21.15, negli ampi ed evocativi spazi della Chiesa di Sant’Agostino a Siena, l’Accademia Chigiana inaugura il Chigiana International Festival & Summer Academy 2021, giunto quest’anno alla 7ª edizione e caratterizzato dal payoff “Diverso”.

Un concerto di apertura in grande stile che, con il titolo “Diversi emisferi”, vede protagonista il direttore d’orchestra milanese Daniele Rustioni, tra i più importanti direttori d’orchestra della sua generazione sia nel repertorio operistico sia in quello sinfonico, alla guida dell’ORT – Orchestra della Toscana, affiancati, in qualità di solista, dal celebre clarinettista – nonché storico docente dei corsi di alto perfezionamento dell’Accademia Chigiana – Alessandro Carbonare.

Un programma d’eccezione quello che inaugurerà il festival di quest’anno; festival dedicato al concetto di “diverso” tradotto in suoni, gesti e volti provenienti da ogni epoca, a identità e contrasti nella musica in ogni tempo e luogo, all’indagine dei molteplici aspetti della diversità culturale in cui viviamo. A Steve Reich (1936) è dedicato il focus incentrato, come ogni anno, su un grande compositore del nostro tempo, che il Festival mette al centro della sua programmazione. Del padre fondatore del minimalismo americano, che quest’anno festeggerà i suoi 85 anni, lunedì sera verrà proposto in prima esecuzione italiana il recente capolavoro orchestrale Music for ensemble and orchestra.

Festeggiata alla sua premiere, a Los Angeles nel 2018, con grande entusiasmo di stampa e critica, definita dal San Francisco Chronicle “uno dei suoi migliori lavori di sempre”, Music for ensemble and orchestra porta all’estremo l’idea da cui muove il Concerto Grosso di stampo barocco: i solisti diventano 20, archi, fiati, due vibrafoni e due pianoforti inclusi.

«Uno dei primi brani musicali di cui mi sono innamorato da adolescente – ha dichiarato Steve Reich – è stato il Quinto Concerto Brandeburghese e Bach ha esercitato in me una influenza particolare. Intorno al 1981, quando composi Tehillim (musica su un salmo ebraico per voci femminili e ensemble strumentale misto), stavo ascoltando intensivamente la cantata di Bach “Christ lag in Todesbanden” BWV4 e rimasi colpito da due cose: il modo con cui Bach si serve dell’idea di domanda e risposta tra le voci e il fatto che quasi sempre Bach raddoppia la voce con gli strumenti a fiato, meglio se a doppia ancia, procedimento che conferisce un carattere diverso rispetto agli strumenti ad arco o ai fiati con ancia singola o ai flauti. Inoltre nella musica barocca è applicato l’approccio generale per cui esiste un’unica indicazione dinamica all’inizio del brano musicale. La dinamica indicativa nella mia musica, così come in quella barocca, è mf che io non definisco «mezzoforte», ma piuttosto «matter of fact» (dato di fatto), intendendo in qualche modo «la faccia tosta/in modo impassibile», il che significa che i musicisti possono applicare qualsiasi sfumatura, ma in generale tenendo il tempo. La dinamica è qui il frutto della massa, è data dal numero di esecutori, concetto distante e poco riscontrabile nella pratica dinamico-espressiva del XIX secolo. L’organico di Music for ensemble and orchestra comprende gli archi e i fiati principali, accanto a pianoforti e vibrafoni. Tra gli ottoni, gli unici che potevano infondere alla partitura la luce che avevo in mente erano le trombe. Infine ho voluto includere il mio strumento rock n’ roll preferito, il basso elettrico per la sua nitidezza e l’attacco netto e il raddoppio con il basso acustico, si è rivelata una combinazione efficace».

Impegnati nell’esecuzione di Music for ensemble and orchestra, accanto alla ORT, ci saranno il Chigiana Keyboard Ensemble, composto dai maestri collaboratori al pianoforte dei corsi estivi di alta formazione – per l’occasione Luigi Pecchia e Monica Cattarossi – e il Chigiana Percussion Ensemble, protagonista storico del festival chigiano – Alessio Cavaliere e Emanuela Olivelli. Completano il cast Giuseppe Ettorre, al contrabbasso, e Franco Fabbrini al basso elettrico.

Una preziosa prima italiana che testimonia delle tante novità assolute di cui si impreziosisce il ricco cartellone del Chigiana International Festival & Summer Academy 2021, con oltre 60 concerti ed eventi musicali realizzati in esclusiva, 18 prime esecuzioni e 36 nuove produzioni. «Uno straordinario appuntamento culturale che afferma l’Accademia Chigiana quale realtà indiscutibilmente al vertice dell’alta formazione e dello spettacolo a livello mondiale» sottolinea il Direttore artistico Nicola Sani.

Sul palco, in qualità di solista, ci sarà il clarinettista di fama internazionale Alessandro Carbonare, a cui è affidata l’interpretazione del celebre Concerto per clarinetto, uno dei capolavori assoluti del compositore newyorkese Aaron Copland (1900-1990). Composto su impulso del celebre Benny Goodman tra il 1947 e il 1948, il Concerto per clarinetto crea atmosfere che evocano le note di Ravel e Debussy, ma riflette al tempo stesso la luce delle sue fonti tra le quali la musica popolare brasiliana e, soprattutto, il jazz.

La serata inaugurale proseguirà quindi con l’esecuzione integrale di Pulcinella di Igor’ F. Stravinskij, in occasione del 50° anniversario della scomparsa del grande compositore russo, avvenuta a New York il 6 aprile del 1971. Balletto in un atto per piccola orchestra e tre voci su musiche di Giovanni Battista Pergolesi, fu composto tra il 1919 e il 1920 e segna l’avvio del periodo neoclassico di Stravinskij. La prima rappresentazione avvenne un secolo fa, 101 anni per la precisione, all’Opera di Parigi il 15 maggio 1920, con i costumi firmati Pablo Picasso. Il cast vocale è interamente formato da giovani talenti chigiani: Ornella De Lucca, soprano, Pasquale Scircoli, tenore e Gianandrea Navacchia, basso.

Il concerto, così come per tutti gli eventi in programma per il Chigiana International Festival & Summer Academy 2021, si svolgerà nella massima sicurezza per il pubblico e gli artisti, seguendo accuratamente l’applicazione dei protocolli anti-Covid. «Offriremo a tutti gli amanti della grande musica, quelli che vivono nei nostri territori e coloro che vengono a visitarli dall’Italia e dall’estero, la possibilità di assistere a concerti unici, nei luoghi più suggestivi di Siena e provincia – spiega il Direttore amministrativo Angelo Armiento – a prezzi davvero molto contenuti, in linea con la volontà di assicurare la massima accessibilità agli eventi culturali prodotti dalla Chigiana».

Biglietteria e informazioni – I biglietti dei concerti potranno essere acquistati on-line sul sito www.chigiana.org e presso le Biglietterie di Palazzo Chigi Saracini (dalle 10 alle ore 18.30); inoltre il giorno del concerto la vendita proseguirà presso la Chiesa di Sant’Agostino, a partire da due ore prima dello spettacolo. Per consentire il ritorno agli spettacoli dal vivo di un’ampia fascia di appassionati di musica, i biglietti avranno un prezzo unico di 10 euro (posti ridotti 5 euro).

Le riduzioni sono riservate agli studenti, ai giovani sotto i 26 anni, alle persone di età superiore ai 65 anni, agli Abbonati MIV della stagione 2020/2021 e ad altri enti e istituzioni convenzionati.

Programma

Steve Reich
Music for Ensemble and Orchestra*

Aaron Copland
Clarinet Concerto

Igor’ F. Stravinskij
Pulcinella
(balletto con canto in un atto)

*prima esecuzione italiana

ORT – Orchestra della Toscana
Daniele Rustioni, direttore
Alessandro Carbonare, clarinetto solista

Ornella De Lucca, soprano
Pasquale Scircoli, tenore
Gianandrea Navacchia, basso

Giuseppe Ettorre, contrabbasso
Franco Fabbrini, basso elettrico

Chigiana Keyboard Ensemble
Luigi Pecchia / Monica Cattarossi, pianoforti

Chigiana Percussion Ensemble
Alessio Cavaliere / Emanuela Olivelli

RAINA KABAIVANSKA e GIUSEPPE SABBATINI

ACCADEMIA CHIGIANA

Chigiana International Festival & Summer Academy 2019
Out of Nature
Siena, 6 luglio – 31 agosto 2019

Concerto d’inaugurazione

La Musica, il Divino, l’Uomo, la Natura
Fabio Luisi dirige l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
Lilya Zilberstein, pianoforte solista. In programma il primo Concerto di P.I. Čaikovskij per pianoforte e orchestra e la Sinfonia Pastorale di L.v. Beethoven

Sabato 6 luglio, Teatro dei Rinnovati, ore 21.15

Ore 18: Palazzo Chigi Saracini, incontro a Palazzo Chigi Saracini a cura di Nicola Sani
Ore 19: Palazzo Chigi Saracini, Vernissage della mostra M’Horò Suite

Verso il tutto esaurito per il concerto dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Fabio Luisi, al pianoforte Lilya Zilberstein, che inaugura la quinta edizione del Chigiana International Festival & Summer Academy, Out of Nature, sabato 6 luglio, al Teatro dei Rinnovati di Siena (ore 21.15).

Al suo debutto a Siena, Luisi dirige la Sesta Sinfonia in fa maggiore, op. 68, Pastorale di Ludwig van Beethoven, un’opera che a inizio Ottocento inaugurava un nuovo capitolo nella storia dei rapporti tra musica e natura, eletto tema del festival quest’anno. Partitura emblematica, la Pastorale è una testimonianza tra le più significative del sentimento d’amore per la natura, e dello stato di contemplazione mistica e beatitudine cui la vita campestre induceva il compositore. “Più espressione del sentimento che pittura musicale”, nelle parole di Beethoven, la Pastorale si sviluppa in una climax sull’arco di cinque movimenti, corredati da altrettante didascalie: Allegro ma non troppo (Risveglio dei sentimenti all’arrivo in campagna), Andante molto mosso (Scena al Ruscello), Allegro (Lieta brigata di campagnoli), l’Allegro (Il temporale), Allegretto finale (Canto pastorale: sentimenti di gioia e gratitudine dopo il temporale).

Debutta con Luisi, assieme all’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, la pianista moscovita Lilya Zilberstein, protagonista del Concerto per pianoforte e orchestra in si bemolle minore n.1, op.23 di Piötr Illič Čiaikovkij, alla cui partitura, spavalda e intrisa di pathos russo, conferirà la sua magistrale impronta interpretativa. Il concerto proietta l’ascoltatore in una dimensione emotiva e in un orizzonte di ascolto antitetici rispetto alla prima parte del concerto, tellurici, esplosivi, in costante fermento, rivelatori di un’indomita vitalità, tipicamente umana. Il compositore ne spiega la dinamica in una lettera all’amica Nadežda von Meck: «ll conflitto scoppia fra due avversari di forze uguali, perché alla potenza dell’orchestra e alla sua infinita varietà di colori tiene testa questo avversario minuscolo, ma di pari forza e risoluto. In questa lotta risiedono dei tesori di poesia e molte possibilità esaltanti per un compositore».

“Il programma del concerto inaugurale anticipa, in nuce, l’indirizzo tematico dell’intero Festival, afferma il Direttore Artistico Nicola Sani. Il suono del nostro tempo è in gran parte inedito ed artificiale, un intreccio delle rapide trasformazioni che la tecnologia ha prodotto; il suono della natura è immerso nel paesaggio sonoro di oggi, che richiede un’attenzione e una riflessione nuova, fin dentro le problematiche dell’ecologia acustica. “Non mi resta che cercare la verità, il volto della musica perduto da qualche parte nella foresta, nei campi, nelle montagne, o sulla spiaggia, tra gli uccelli”, scriveva il grande compositore Olivier Messiaen, cui è dedicato uno degli eventi del Festival”.

“Out of Nature – aggiunge il Presidente Carlo Rossi – sposta il dibattito sulle grandi questioni dell’ecologia e della salvaguardia del nostro paesaggio verso il rapporto della natura con la musica e con il suono. Per scoprire che esiste un’ecologia sonora, un problema di inquinamento acustico del paesaggio sonoro che si presenta oggi in termini molto più urgenti di quanto non si possa pensare, che l’ascolto produce “rifiuti sonori” in una dimensione della quale non ci siamo mai resi conto. Ritengo di fondamentale importanza il fatto che la nostra Accademia, che mette al centro della propria attività il rapporto tra la giovane generazione di artisti e quella delle star, abbia saputo tematizzare un argomento così delicato, in questo periodo storico”.

“Nel nono anno della mia collaborazione con la Chigiana, racconta Lilya Zilberstein, dove dal 2011 insegno e mi esibisco in formazioni sempre diverse e originali, sono felice di aprire il Chigiana International Festival, con un’orchestra del calibro del Maggio Musicale Fiorentino, e la splendida direzione di Fabio Luisi. Adoro suonare il primo Concerto di Čaikovskij, anche se, con il passare del tempo, è sempre più difficile spiegare a parole il perché. D’altro canto, quando lo interpreto, mi è sempre più evidente che questo concerto evochi in me immagini di paesaggi naturalistici, visivi e sonori, tipici della mia madre patria originaria, la Russia. Sono sono frutto di un immaginario di certo romantico, e passionale, che mi appartiene e scorre nel mio sangue, nelle mie vene”.

“Debuttare a Siena, con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino è come fare un tuffo nel grande passato della musica, restando però ben ancorati al presente, afferma Fabio Luisi. È davvero entusiasmante pensare che il Maggio Musicale Fiorentino, che torna a Siena dopo più di quindici anni con la sua Orchestra e l’Accademia Chigiana stiano affrontando una nuova “primavera”, un percorso che le vedrà fianco a fianco, anche in futuro, auspicabilmente non solo in momenti di musica ma anche in attività di collaborazione in progetti di formazione nonché di crescita per entrambe le istituzioni.

La scelta della Pastorale di Beethoven al concerto inaugurale non poteva essere più azzeccata per fare risuonare quelle che sono le tematiche intrinseche al tema scelto dalla Chigiana per dare inizio al Chigiana International Festival di quest’anno. La nostra percezione, la nostra idea della “Natura” non sarebbe oggi la stessa, senza questo monumentale omaggio in musica alla grande madre dell’umanità. Non avrei potuto essere più felice di incontrare Lilya Zilberstein e il suo intenso ma pure morbido tocco su un terreno così fertile, per entrambi, come quello del primo concerto di Čaikovskii ”.

Il Chigiana International Festival & Summer Academy 2019 si dispiega in un cartellone di 60 eventi – concerti sinfonici, corali, recital e incontri – dal 6 luglio al 31 agosto, nelle più suggestive location della città di Siena e delle Terre Senesi, in cui a fianco ai più affascinanti artisti e interpreti della scena musicale contemporanea mondiale – Lilya Zilberstein, Fabio Luisi, Salvatore Sciarrino, Mari Kimura, Manu Delago, Kassel Jaeger, Anton e Daniel Gerzenberg, Monica Bacelli, il Quartetto Noûs, il Quartetto Prometeo, Stefano Battaglia, Ernst Reijseger, Ivo Nilsson, Kathleen Tagg, Patrick Gallois, David Krakauer, Alessandro Carbonare, David Geringas, Antonio Meneses, Salvatore Accardo, Elliot Fisk, Christian Schmitt, Pino Ettorre, Bruno Giuranna – affiorano i volti della scena concertistica emergente, provenienti da oltre 50 nazioni, che collaborano alla realizzazione di una manifestazione unica in cui alta formazione, produzione e grande spettacolo diventano una cosa sola.

Il Chigiana International Festival & Summer Academy 2019 è realizzato con il sostegno determinante della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Toscana, Banca Monte dei Paschi di Siena, Lega del Chianti, Comune di Siena, Opera della Metropolitana e Arcidiocesi di Siena, Colle Val d’Elsa e Montalcino, Complesso Museale Santa Maria della Scala, Siena Parcheggi, Finanziaria Senese di Sviluppo, Ferrovie dello Stato, Rotary Club Siena Est e Rotary Club Siena. Inoltre, per alcuni specifici progetti, si ringraziano l’Università degli Studi e l’Università per Stranieri di Siena, l’Associazione Siena Jazz, l’Istituto Superiore di Studi Musicali Rinaldo Franci, i Conservatori della Toscana, Inner Room Siena, i Comuni di Castellina in Chianti, Sovicille, Murlo e Colle Val d’Elsa, il Parco delle Sculture del Chianti, l’Associazione Culturale E20 Virtus di Poggibonsi, il Festival Quartetto d’Archi di Loro Ciuffenna, la Compagnia Corps Rompu, l’Associazione Amolamiaterra, l’Associazione Le Dimore del Quartetto, le residenze Campansi e Villa I Lecci. Si ringraziano in modo particolare Confindustria Toscana Sud, l’Associazione Nazionale Anziani Pensionati di Confartigianato e gli altri membri dell’Albo d’onore, oltre che tutti gli Amici della Chigiana, per il caloroso e generoso sostegno riservato all’Accademia.

Media partner del Chigiana International Festival 2019 sono Trenitalia, Classica HD, Amadeus, La Nazione QN, RadioSienaTV e SienaNews. Si rinnova anche quest’anno la collaborazione con Radio 3 Rai e Radio Classica Rai che trasmetteranno alcuni dei più importanti concerti del Festival.

BIOGRAFIE

Lilya Zilberstein

Nata a Mosca, Lilya Zilberstein inizia lo studio del pianoforte all’età di 5 anni con Ada Traub alla Scuola Speciale di Musica Gnesin, dove si diploma con medaglia d’oro nel 1983. Vince il Concorso Busoni nel 1987, e da allora inizia un’intensa attività concertistica internazionale, che la vede suonare con grandissimo successo in tutto il mondo. Nel 1998 vince il Premio Chigiana.
Ha suonato con i maggiori direttori e le principali orchestre internazionali, e si è esibisce in duo con Maxim Vengerov, Massimo Quarta e Martha Argerich, tra molti altri. Dal 2009 al 2014 è stata professore alla Musikhochschule di Amburgo ed ha tenuto corsi alla Royal Academy di Londra, alla Musikhochschule di Weimar, alla Fort Worth Piano Academy, in numerose Università di Corea del Sud, Taiwan e Stati Uniti. Dall’ottobre 2015 è titolare della cattedra di Pianoforte alla Università per la musica e le arti interpretative di Vienna. Dal 2011 è docente Chigiana.
Dal 16 aprile 2020, terrà una tournée con l’orchestra Leonore (in programma il “Rach 3”) che la porterà ad esibirsi al Teatro Dante Alighieri di Ravenna, al Teatro Ristori di Verona, al Teatro Manzoni di Pistoia e al Teatro di Carpi. Quest’estate, a Siena terrà alcuni recital, assieme ad Antonio Meneses al violoncello, e con i suoi due figli, Daniel e Anton Gerzenberg, entrambi pianisti eccezionali, esibendosi a 2, a 4 e a 6 mani.
Il 30 aprile e 3 maggio, sarà ospite de laVerdi a Milano, diretta da Patrick Fournillier, di nuovo con il Primo Concerto di Čaikovskij.

Fabio Luisi

Nato a Genova, attualmente Direttore stabile (General Music Director) al Teatro dell’Opera di Zurigo e Direttore Principale della Danish National Symphony Orchestra di Copenaghen, è il Direttore Musicale del Maggio Musicale Fiorentino dall’aprile 2018. Dal 2020 sarà direttore musicale della Dallas Symphony Orchestra. Dal 2011 al 2017 è stato Direttore Principale del Metropolitan Opera House di New York, nonché Direttore Principale dei Wiener Symphoniker (2005-2013), della Staatskapelle di Dresda e della Saxon State Opera (2007- 2010), dell’Orchestre de la Suisse Romande a Ginevra (1997-2002), dell’Orchestra del Mitteldeutscher Rundfunk di Lipsia (1999-2007) e dei Tonkünstler di Vienna (1995-2000). Dal 2015 è Direttore Musicale del Festival della Valle d’Itria a Martina Franca, un Festival al quale è stato legato fin dagli inizi della sua carriera. Dirige stabilmente nei maggiori Teatri d’opera del mondo (Teatro alla Scala di Milano, Covent Garden di Londra, Opéra di Parigi, Liceu di Barcellona, Bayerische Staatsoper di Monaco, Lyric Opera di Chicago) ed è ospite delle migliori orchestre (fra cui, Cleveland Orchestra, Philadelphia Orchestra, San Francisco Symphony, Concertgebouw Orchestra, London Symphony Orchestra, Wiener Philharmoniker, Filarmonica della Scala, NHK Orchestra Tokyo). Ha al suo attivo numerose registrazioni, fra cui l’integrale delle Sinfonie di Robert Schumann, di Arthur Honegger e di Franz Schmidt, poemi sinfonici di Richard Strauss, opere di Verdi, Bellini, Donizetti, Rossini, Strauss, Wagner e Berg. Per il DVD di Siegfried e Götterdämmerung con i complessi del Metropolitan di New York ha vinto un Grammy Award e ha ricevuto numerose onoreficenze, fra le quali il premio Abbiati, l’Anello d’oro dedicato ad Anton Bruckner dei Wiener Symphoniker, il Grifo d’Oro della città di Genova, la Laurea honoris causa dell’Università di San Bonaventure (Stati Uniti), l’Ordine della Repubblica Austriaca per Scienze ed Arti. È Cavaliere della Repubblica Italiana e Commendatore dell’Ordine della Stella d’Italia.

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Fondata nel 1928 da Vittorio Gui come Stabile Orchestrale Fiorentina, è impegnata fin dagli esordi nell’attività concertistica e nelle stagioni liriche del Teatro Comunale di Firenze ed è, oggi, una delle più apprezzate dai direttori e dal pubblico. Nel 1933 alla nascita del Festival, prende il nome di Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. A Gui subentrano come direttori stabili Mario Rossi (nel 1937) e, nel dopoguerra, Bruno Bartoletti.
Capitoli fondamentali nella storia dell’Orchestra sono la direzione stabile di Riccardo Muti (1969-’81) e quella di Zubin Mehta, Direttore principale dall’85, che firma in ogni stagione importanti produzioni sinfoniche e operistiche e la guida in tournées. Nel corso della sua storia è guidata da alcuni fra i massimi direttori quali Victor De Sabata, Antonio Guarnieri, Gino Marinuzzi, Gianandrea Gavazzeni, Tullio Serafin, Wilhelm Furtwängler, Bruno Walter, Otto Klemperer, Issay Dobrowen, Jonel Perlea, Erich Kleiber, Arthur Rodzinski, Dimitri Mitropoulos, Herbert von Karajan, Leonard Bernstein, Thomas Schippers, Claudio Abbado, Lorin Maazel, Carlo Maria Giulini, Georges Prêtre, Wolfgang Sawallisch, Carlos Kleiber, Georg Solti, Riccardo Chailly, Giuseppe Sinopoli, Seiji Ozawa e Daniele Gatti. Illustri compositori come Richard Strauss, Pietro Mascagni, Ildebrando Pizzetti, Paul Hindemith, Igor Stravinskij, Goffredo Petrassi, Luigi Dallapiccola, Krzysztof Penderecki e Luciano Berio dirigono loro lavori, spesso in prima esecuzione.
Fin dagli anni cinquanta l’Orchestra realizza numerose incisioni discografiche, radiofoniche e televisive, insignite di prestigiosi riconoscimenti fra i quali, nel 1990, il Grammy Award. Nell’ottantesimo anniversario della fondazione riceve il Fiorino d’Oro della Città di Firenze.

Teatro Rinnovati 2010

RAINA KABAIVANSKA e GIUSEPPE SABBATINI

5 thoughts on “Chigiana

  1. Con l’integrale dei concerti per pianforte ed orchestra del genio tedesco eseguiti nell’ambito della stessa serata

    Il binomio Beethoven-Lonquich chiude alla grande la 67.ma Settimana Musicale Senese

    Il pianista anche nelle vesti di direttore ha guidato la splendida Orchestra da Camera di Mantova

    Ludwig Van Beethoven ha aperto la 67.ma edizione della Settimana Musicale Senese ed ha avuto anche il compito di chiudere l’ottima rassegna organizzata dall’Accademia Musicale Chigiana di Siena, con l’integrale dei concerti per pianoforte ed orchestra per una ‘maratona’ musicale eseguita presso la Chiesa di Sant’Agostino dalle ore 17,30 alle ore 23,30 di sabato 17 luglio.

    Il termine ‘maratona’, che si usa oggi per eventi di questo tipo, lascerebbe pensare ad un avvenimento molto ‘impegnativo’ e ‘faticoso’ seppur ‘eroico’, nel significato proprio del termine. Dobbiamo dire per che nella serata non c’ stata nessuna ‘fatica’ ne da parte degli interpreti ne da parte degli ascoltatori che hanno, tutti, dimostrato di gradire senza riserve la proposta. Gli esecutori per la gioia di suonare questi capolavori, gli ascoltatori per la gioia di ascoltare questa musica cos coinvolgente e penetrante.

    Alexander Lonquich stato l’elemento catalizzante di tutta la serata perch ha messo a disposizione le sue straordinarie doti di pianista abbinate ad una direzione d’orchestra di grande efficacia ed intensit. Lonquich oggi uno degli strumentisti pi apprezzati dagli esperti e dalla critica internazionali, figura di spicco sia per le sue interpretazioni dei classici, sia per il repertorio del ‘900 soprattutto quello di origine francese. Tale apprezzamento ampiamente dimostrato dai prestigiosi riconoscimenti che ha avuto, come i premi Abbiati, il Diapason dor e lEdison.

    Il suo modo di suonare Beethoven stato superlativo innanzitutto perch ci ha fatto ben comprendere tutta la parabola che disegn il musicista per questa forma musicale nei 14 anni che passano tra il Concerto in si bemolle maggiore op. 19 del 1795 ed il Concerto in mi bemolle magg. op. 73 Imperatore del 1809, imprimendo una evoluzione che inizia raccogliendo l’eredit settecentesca di Haydn e Mozart per raggiungere il romanticismo della monumentale ed imponente architettura del quinto concerto con la straordinaria fusione tra virtuosismo pianistico e sonorit orchestrali, aprendo poi la strada ai grandi capolavori di Schumann e Bramhs.

    Tale evoluzione appare molto pi chiara quando si ha la fortuna, come qui a Siena, di poter ascoltare di seguito queste composizioni, oltretutto proposte rispettando pienamente la successione temporale di ognuna di esse, che non corrisponde alla progressione sia dei numeri di ‘opus’ che di quelli di ognun concerto. Infatti la serata iniziata con quello che ha il nome di secondo concerto ma che antecedente al primo.

    Lonquich stato intereprete particolarmente efficace nel dare la giusta cantabilit dove necessario, vedi il Largo centrale del Concerto n. 3 in Do minore op. 37 o nel Rond finale del Concerto n. 4 in Sol maggiore op. 58 o l’ Adagio un poco mosso del quinto Concerto in Mi bemolle maggiore op. 73. La sua intepretazione stata anche trascinante e drammatica come nello straordinario ‘incipit’ del quarto concerto con un non comune senso del ritmo che pervade tutto il primo movimento concluso con una ‘cadenza’ beethoveniana di raro ascolto. Il Rond del quinto concerto ha suggellato la serata con una interpetazione vorticosa che ha rapito il pubblico presente.

    La parte orchestrale stata affidata all’ Orchestra da Camera di Mantova che ha fornito una prova di grande spessore, consentendo quel serrato dialogo tra strumento solista ed orchestra che una delle peculiarit di questi capolavori beethoveniani, elemento che non sempre riconoscibile nelle esecuzioni di detti brani. La serata ci ha confermato il valore di questa formazione che ha messo in evidenza il ‘piglio’ della grande orchestra con un invidiabile affiatamento tra tutti i suoi componenti. E’, a nostro avviso, la formazione ideale per valorizzare un concerto come questo, dove la figura del solista coincide con quella del direttore perch, spesso, si esibisce senza direttore acquisendo cos una ‘autonomia’ che consente di evitare quegli inevitabili squilibri che si rilevano in occasioni analoghe a queste.

    Con ci non volgiamo togliere nulla alla direzione d’orchestra di Lonquich che si rivelata senza dubbio efficace ed appropriata ed approfittiamo per complimentarci con Carlo Fabiano, primo violino e fondatore, nel 1981, dell’orchestra per il lavoro svolto e lo straordinario livello esecutivo ottenuto che colloca l’Orchestra da Camera di Mantova tra le compagini musicali di spicco del panorama musicale internazionale.

    L’unico neo della serata stata l’acustica della Chiesa di Sant’Agostino che, come nella gran parte delle chiese, tende ad attutire i suoni soprattutto nei pieni orchestrali e nei momenti di massima veemenza sonora che nel programma erano molto frequenti, Tale inconveniente era presente anche quando stata eseguita la Missa Solemnis ma la sacralit della composizionie impone e giustifica una scelta di questo tipo.

    Comprendiamo altres che la Chiesa di Sant’Agostino, viste le sue dimensioni, uno spazio molto utile per la citt di Siena, forse con degli accorgimenti acustici collocati sotto la cupola si possono ottenere dei sensibili miglioramenti.

    La serata, suddivisa in due concerti, ha avuto un notevole successo di pubblico convenuto pi numeroso al secondo dei due che comprendeva il quarto e quinto concerto. Al termine di tutti e due i concerti ci sono stati applausi entusiastici cha hanno convinto Lonquich a concedere molti bis, due bagatelle al termine del primo concerto e, dopo il secondo, una straordinaria esecuzione dell’ Ouverture del Coriolano, piena di tensione e drammaticit assieme alla ripetizione del terzo movimento del Concerto n. 2 op. 19.

    Claudio Listanti
    claudio.listanti@voceditalia.it

  2. Successo per le due ‘operine’ La princesse jaune e La scuola di guida

    I Piccoli Amori di Saint-Saens e Nino Rota alla Settimana Musicale Senese

    Giuliano Carella ha diretto l’Orchestra della Toscana. Regia ed impianto visivo di Mietta Corli

    ‘Piccoli Amori’ il titolo di un dittico di opere in una atto che gli organizzatori della Settimana Musicale Senese hanno inserito nel programma della 67.ma edizione della rassegna musicale curata dall’Accadeimia Musicale Chigiana.

    ‘Piccoli amori’ perch nelle due opere, ‘operine’ come vengono chiamati oggi lavori di piccole dimensioni del teatro musicale, si raccontato, con brevit, storie d’amore di gente comune.

    Il dittico era composto da La princesse jaune di Camille Saint-Saens e La scuola di guida di Nino Rota.

    Ha aperto la serata La princesse jaune (La principessa gialla), Opra-comique in un atto unico musicato su libretto di Louis Gallet. Rappresentata per la prima volta allOpra di Parigi nel 1872, narra una storia molto affascinante di un pittore olandese, Kornlis, amato appassionatamente dalla cugina Lna, ma irrimediabilmente attratto dall’oriente e dalla principessa giapponese Ming conosciuta dal pittore tramite un ritratto.

    Un bel giorno il pittore, dopo l’assunzione di una droga, comincia un viaggio ‘virtuale’ in Giappone dove per scopre che il volto della principessa ha le sembianze della cugina Lne. Finito il viaggio provocato dalle allucinazioni, dichiarer il suo amore alla giovane cugina la quale, dopo un primo momento di indecisione, si unir a lui.

    Saint-Saens cocep una partitura dove sono ben presenti diversi elementi orientaleggianti che soddisfacevano quella voglia di esotismo che si stava sviluppando nella cultura europea dove tutti sognavano il fascino dell’oriente. Un orientalismo che percorse tutti i rimanenti anni del ‘900 per toccare, con la Butterfly di Giacomo Puccini uno dei punti di arrivo pi straordinari.

    Mietta Corli, regista e scenografa, per questa prima parte dello spettacolo, ha creato un impianto scenico molto funzionale, basato su una sorta di parallelepipedo dentro il quale si svolgeva l’azione. Sulle pareti erano proiettate continuamente immagini inerenti all’azione, tutte molto efficaci, soprattutto, nel descrivere lo straniante sogno di Kornlis.

    Nella realizzazione, per, non era pi un pittore, ma un fotografo, attualizzazione nata dall’ispirazione che la regista ha tratto da Blow Up di Michelangelo Antonioni, e dal relativo soggetto che racchiude numerose analogie con la storia della princesse di Saint-Saens.

    Questa trasposizione non ci trova completamente d’accordo perch, inevitabilmente, toglie fascino alla breve ed appassionata storia, per la quale, Gallet e Saint-Saens, trovarono nel pittore l’ideale elemento propulsivo. Infatti il pittore una figura di artista emblematica per la fine dell’800, sicuramente capace di trascinare lo spettatore nel mondo esotico del Giappone, all’epoca paese quasi da tutti immaginato. Un fotografo, seppure ispirato alla straordinaria cinematografia di Antonioni risulta piuttosto riduttivo perch, pur essendo anch’egli un artista dell’immagine, la sua arte, non possiede le qualit per creare immagini di fantasia.

    Il soprano Maria Costanza Nocentini ed il tenore Carlo Allemano sono stati bravi intepreti sia scenicamente che vocalmente.

    La seconda ‘operina’ era La scuola di guida di Nino Rota. Composta nel 1959 per il Festival dei Due Mondi, all’epoca faceva parte di una serata intitolata ‘Fogli di album’, interamente composta da piccole opere di circa 10 minuti.

    La scuola di guida, musicata su un libretto di Mario Soldati, artista che collabor per lunghi anni con Rota , ad oggi, una vera e propria rarit. L’azione si svolge in 14 minuti ed tutta ambientata all’interno di un’automobile, diseganta da Mietta Corli sulle stile del film ‘Il sorpasso’, dove una signora decide di salire per prendere lezioni di guida da un istruttore che vuole corteggiare. Il povero istruttore ce la mette tutta per far capire alla signora l’utilizzo del freno, della frizione, dell’acceleratore, del volante e delle marce. La lezione si conclude, inevitabilmente, contro un ippocastano che distrugger la macchina ma che risulter ‘galeotto’ perch porter i due protagonisti ad un appassionato bacio.

    E’ un testo molto spiritoso arricchito dalla musica di Nino Rota, conosciuto per la musica da film, ma che merita di essere riascoltato con attenzione ed essere pienamente rivalutato. Questa piccolo gioiello del teatro d’opera lo dimostra per l’incisivit, l’essenzialit e l’eleganza con la quale descrive tutta la breve storia, compresi tutti i momenti ‘onomatopeici’ che la musica sottolinea con sapienza.

    L’esecuzione si giovava dell’orchestrazione di Bruno Moretti che ha realizzato per orchestra quanto contenuto nello spartito per canto e pianoforte con leggerezza ed eleganza perfettamente in linea con lo spirito dell’autore. Per quanto riguarda le parti vocali, due celebri ed esperti cantanti hanno dato vita ai due personaggi: Giuseppe Sabbatini e, soprattutto, Raina Kabaivanska che ha fornito una interpretazione che metteva in evidenza tutta la comicit e l’ironia del personaggio e della inconsueta situazione; talmente immedesimata nel personaggio al punto di farci pensare che, questa parte, fosse scritta appositamente per lei.

    Giuliano Carella ha diretto l’ Orchestra della Toscana con la necessaria intensit, utile per completare la piacevole serata (16 luglio) che il pubblico ha dimostrato di gradire applaudendo tutti gli interpreti e riservando alla Kabaivanska la manifestazione di affetto e di stima pi grande.

    Claudio Listanti
    claudio.listanti@voceditalia.it

  3. Il carisma di Ute Lemper inaugura Emilia-Romagna Festival e delizia Siena.

    Fasciata in un enigmatico abito nero che in corso dopera si trasformer in una fiammante toilette che ne evidenzia la raffinata sensualit, Ute Lemper, icona dello spettacolo al femminile del nostro
    tempo, ha aperto la decima edizione di Emilia-Romagna Festival, la manifestazione musicale che, presieduta da Massimo Mercelli, gioca un ruolo primario per la multidisciplinariet delle arti contemporanee e della cultura. La suggestiva Rocca sforzesca di Imola fa da cornice a uno spettacolo che colloca Ute Lemper al centro di un intenso programma in cui la Filarmonica Toscanini diretta da Jan Latham-Konig ne completa limmagine di personaggio sottilmente ironico, contemporaneo,ricco di una forte identit artistica che la vede interprete di un repertorio eclettico, vissuto tra i ricordi dei cabaret di Berlino e di Chicago, curiosando fra i chansonnier francesi e le influenze americane. Fedele allo stile recitativo che lha resa celebre, la Lemper gioca amabilmente
    sulle trame liriche, sui timbri, sulle tessiture come strumenti evocativi di mondi vicinissimi allimmaginario attraverso un percorso musicale che la vede rigorosa conoscitrice dellopera di Kurt Weill e dellintera tradizione della Berlino del 45 con la Saga di Jenny e Moritat da Lopera da tre soldi, per poi scivolare su due classici dautore francese immortalati da Edith Piaf Milord di Moustaki e Padam, con un tuffo nella poesia di Jacques Brel con Amsterdam e la celeberrima Ne me quitte pas raccontate con quellintensit espressiva che solo un viaggio attraverso il proprio io pu esprimere. Ed ancora Kurt Weill uno degli autori da lei preferiti a prevalere nel suo repertorio con Youkali e Jattend un navire entrambi tratti da Maria Galante, e lintenso Speak low che risente gi del grande salto americano con la voglia di sconfinare in repertori pregiati in terra dArgentina con quel Libertango di Piazzola che tanto profuma di sensualit prorompente. Saranno il classico Cabaret e il fantastico All that jazz, bissato a furor di popolo, a chiudere uno spettacolo-concerto vissuto attraverso il tempo e i luoghi del mondo, poetico nel pensiero e nel linguaggio, che col successivo bis dedicato al mito della Piaf La vie en rose raccoglie ricordi, emozioni, gioia, fragilit e unespressivit musicale che ne fanno uninterprete carismatica. E lo splendido corollario della Filarmonica Toscanini con la selezione delle colonne sonore di Nino Rota nellomaggio a Fellini da Amarcord a La dolce vita e Otto e mezzo, e la struggente Oblivion di Piazzola raccontata magistralmente dalla sezione degli archi, siglano un momento di straordinario teatro. Si replica il giorno seguente con la Chigiana ai Rozzi.

    Imola, 13 luglio 2010. Emilia-Romagna Festival
    Siena, 14 luglio 2010. Settimana Chigiana

    Claudia Mambelli.

  4. Prima mondiale a Siena dell’opera di Andriessen commisionata dall’Accademia Chigiana
    Anais Nin e la poetica dell’erotismo
    Eccellente prestazione di Crisitna Zavalloni nella parte della protagonista

    Dopo l’apertura con la ‘classica’ Missa Solemnis beethoveniana, la Settimana Musicale Senese ha dedicato il secondo appuntamento della sua prestigiosa ressagna alla Musica Contemporanea commissionando a Luois Andriessen una nuova opera che stata rappresentata il 10 luglio presso il Teatro dei Rozzi di Siena: Anas Nin

    Quella di Anas Nin una delle figure pi emblematiche ed enigmatiche del ‘900, senz’altro affascinante per il pubblico. Nacque nel 1903 da padre cubano e madre danese, a Neully, in Francia. A undici anni si trasfer con la famiglia a New York, dopo che il padre aveva abbandonato il tetto coniugale, cercando oltreoceano una nuova vita.

    Molto importanti sono i suoi diari ai quali affida, fin dall’adolescenza, i suoi segreti. Nel 1923, Anas Nin si sposa con Hugh Guiler, che divenne poi, con lo pseudonimo di Ian Hugo, un regista apprezzato. Nel 1930 la coppia si sposta a Parigi, dove la Nin diviene autrice anche di romanzi, articoli, saggi.

    Parigi sar decisiva per la sua personalit ed esalter la sua vocazione erotica e coinvolgente, che travalicher i confini delle opere letterarie per irrompere nella sua vita privata. Inizier a frequentare Henry Miller del quale diverr amante ed, assieme alla compagna dello stesso Miller, June, formeranno un ‘triangolo’ appassionato. Rimase legata al marito Hugh Guiler, al quale fu ‘infedelemente fedele’ viste le numerose relazioni extraconiugali con intellettuali dell’epoca, come Otto Rank, Gore Vidal, Edmund Wilson. Come scritto nei diari ebbe anche una relazione incestuosa con il padre che rivide dopo lunghi anni.

    La fama di Anas Nin si svilupp negli anni Sessanta, quando i suoi Diari ottengono, nel 1966, un enorme successo editoriale. Risulteranno un’opera colossale perch non sono puramente autobiografici, ma contengono molti dialoghi, osservazioni, interventi critici. Mor.a Los Angeles il 14 gennaio 1977.

    Su questa poliedrica e singolare personalit si basa la nuova opera che stata rappresentata a Siena per la 67 Settimana Musicale. Il testo stato ricavato estraendo dai Diari alcuni momenti della vita di Anais Nin. La vicenda si focalizza su alcuni episodi riguardanti i rapporti con Henry Miller ed Antonin Artaud con riferimento anche all’episodio di incesto. Il libretto ci dice che ha la forma di un ‘Monodramma’ dove un unico personaggio, una cantante-attrice, tiene la scena per tutta la durata dello spettacolo.

    I pensieri di Henry Miller ed Antonin Artaud sono contenuti in filmati e registrazioni proiettati su uno schermo, cos come si vede lo psichiatra della Nin, Ren Allendy, che disquisisce sul tema della gelosia. Ma l’essenza dell’opere era contenuta in un filmato che riproduceva un intervista televisiva nella quale traspare tutta l’eccitazione e l’inquietudine della protagonista che ce la disegna persona profondamente insoddisfatta e sola.

    La parte visiva stata realizzata in maniera semplicissima; un palcoscenico senza quinte, scarno, con, a vista, tutte le attrezzature caratteristiche del teatro. Un solo divano rosso sul centro della scena evidenziava l’essenza della storia e del personaggio con lo schermo in fondo per la diffusione delle parti video e gli strumentisti collocati sulla destra del palcoscenico. Il risultato stato una fusione tra elementi vecchi e nuovi per una felice integrazione tra tutte le componenti.

    La musica stata affidata a Louis Andriessen il pi conosciuto compositore olandese dei nostri giorni, il cui stile stato, da sempre, molto attento sia alle avanguardie sia alle poetiche che pi hanno caratterizzato la prima parte del ‘900, jazz compreso. Tali sue caratteristiche hanno prodotto una partitura molto interessante che ha centrato a pieno la crudezza del contenuto del testo. Ad iniziare dal breve preludio costruito su un dialogo tra la melodia del violino (Heleen Hulst) e la ritmica del pianoforte (Gerard Buowhuis) , dialogo che si faceva progressivamente serrato in linea con i contrasti della psicologia del personaggio Anais Nin.

    Il suono dei due strumenti stato poi integrato da un Ensemble di fiati, sassofono e clarinetti (David Kweksilber e Michiel van Dijk), tromba (Gertijan Loot), corno (Ron Schaaper), percussioni (Niels Meliefste) e contrabasso (Dario Calderone) per una musica che ricordava molto da vicino l’asciuttezza della melodia di Kurt Weill e la trascinante ritmica di Igor Strawnskji per ottenere uno straordinario ‘colore’ che ci riportava ai primi anni del ‘900 ed all’ambientazione dell’opera.

    Andriessen ha modellato poi una parte vocale per le peculiarit di Cristina Zavalloni, cantante oggi molto apprezzata, che ha nella musica jazz una delle sue specializzazioni e che ha ben interpretato quanto il musicista ha creato per lei. Anche la vocalit ricorda motlo da vicino Kurt Weill, particolarmente indicata per rendere tutte le sfumature di questo personaggio.

    La Zavalloni ha abbinato al canto una recitazione molto efficace per restituirci una Anais Nin a tutto tondo, con le sue contraddizioni interiori ma, anche, con l’immenso senso di solitudine, elemento che suggella questa notevole, nuova, creatura, del teatro d’opera.

    Jaroen Man ha diretto il Nieuw Amsterdams Peil, i cui componenti abbiamo gi citato, complesso rivelatosi ottimale per una composizione di questo tipo. Han Buhrs era la voce fuori campo; i filmati sono stati curati da Joggem Simons e Malu Peeters con la realizzazione tecnica di Miguel Rodriguez e la direzione di produzione di Dominique Slegers.

    Tutti, senza esclusione, hanno condotto un lavoro di squadra eccellente che ha dato, come prodotto finale, uno spettacolo molto ben curato in tutte le sue componenti, coinvolgente ed entusiasmante. Al termine il pubblico ha applaudito tutti gli interpreti, particolarmente Cristina Zavalloni e lo stesso Louis Andriessen.

    Claudio Listanti
    claudio.listanti@voceditalia.it

  5. Grande successo per il capolavoro beethoveniano eseguito presso la Chiesa di Sant’Agostino
    La grandiosita’ della Missa Solemnis apre la Settimana Musicale Senese 2010
    Philippe Herreweghe ha diretto l’Orchestre des Champ-Elyse’es ed il Coro Collegium Vocale Gent e Accademia Chigiana Siena

    La Missa Solemnis di Ludwig Van Beethoven una delle composizioni pi adatte ad aprire un Festival importante come la Settimana Musicale Senese che in questo 2010 giunge alla sua 67.ma edizione, da sempre uno dei punti di riferimento per i musicofili di tutto il mondo.

    Quando ci troviamo di fronte ad un capolavoro come la Missa beethoveniana si rimane sempre incantanti e coinvolti da una musica di straordinario spessore che coinvolge l’ascoltatore con il suo misticismo e con la grandiosit della sua immensa architettura musicale.

    Opera del tardo Beethoven, la Missa Solemnis op. 123 ebbe una lunga gestazione, dal 1818 al 1822-1823 per essere eseguita per la prima volta a San Pietroburgo il 18 aprile 1824. La sua composizione parallela a quella di altri capolavori beethoveniani quali le ultime sonate per pianoforte e, soprattutto, la Nona Sinfonia

    Con essa Beethoven super la struttura covenzionale delle messe per musica coeve, spesso concepite per il rito liturgico nelle quali era ben presente lo stile concertante come arie, duetti terzetti e cos via. Nella Missa il quartetto di solisti ed il coro a quattro voci si contrappongono l’uno all’altro; i primi rappresentano l’individualit, sentimento e coscienza del singolo mentre, il coro, l’intera umanit costituendo cos una perfetta alternanza tra i due elementi.

    Inoltre ogni sezione della messa concepita come un movimento di sinfonia per un abbinamento fra struttura formale e spiritualit che dona all’opera degli straordinari contenuti di modernit. Siamo di fronte ad una capolavoro che pone l’individuo direttamente davanti a Dio senza la necessit di alcuna forma di intermediazione.

    Phlippe Herreweghe ha fornito una esecuzione molto intensa, attentissima alla eccezionale poetica che Beethoven ha trasfuso in questo colosso musicale. Una lettura felicemente unitaria e trascinante ad iniziare dalla drammaticit del Kyrie cos come all’attacco del Gloria e del Credo per passare dall’inconsueto incipit del Sanctus, un adagio che segna una linea di discontinuit con altre composizioni dello stresso genere per finire con l’ Agnus Dei dai toni dolenti e drammatici e con il trascinante Dona nobis pacem che suggella in maniera perfetta questo eccezionale capolavoro.

    Ci sono rimasti impressi nella memoria, oltre alla straordinaria unitariet di tutta l’esecuzione, fusione perfetta tra le parti soliste e le stupende architetture corali, anche momenti come ‘Incarnatus’ dove mistero e misticismo ben calibrati tra loro hanno raggiunto l’acme della spiritualit ed il lampo raggelante del ‘Resurrexit’ risultato all’ascolto teatrale e drammatico.

    Herreweghe stato assecondato alla perfezione da l’ Orchestre des Champs-Elyses formazione orchestrale di fama mondiale della quale, nel 1991, stato cofondatore assieme ad Alain Durel e, con la quale, ha una simbiosi perfetta. Eccellente anche la prova del coro che gode della fusione tra il Coro Collegium Vocale Gent ed Accademia Chiagiana Siena per una integrazione che proprio qui a Siena ha trovato la sua fucina ideale iniziata lo scorso anno con una, altrettanto, coinvolgete esecuzione dell’ Elias di Mendelssohn per una attivit comune che sta dando i frutti sperati.

    Per quanto riguarda le voci soliste stata utilizzatauna compagnia molto ben equilibrata costituita Simone Schneider (soprano), Gerhild Romberger (mezzosoprano), Emiliano Gonzales Toro (tenore) e Andrew Forster-Williams (basso) tutti di ideale coronamento alla validit dell’esecuzione ascoltata.

    Il pubblico che affollava la Chiesa di Sant’Agostino ha applaudito a lungo tutti gli interpeti dimostrando il pieno gradimento di quanto ascoltato, ottimo inizio per una rassegna musicale che nel restante programma prevede molti altri appuntamenti musicali di grande rilievo.

    Claudio Listanti
    claudio.listanti@voceditalia.it

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