Goldoni

Posted by on March 7, 2024

T E A T R O  D R A G O N I  M E L D O L A PROSAMartedì 19 marzo 2024 ore 21APT Teatri di Pistoia Centro di Produzione TeatraleIL GIUOCATOREdi Carlo Goldoni con Alessandro Averone, Mimosa Campironi, Alvia Reale, Nicola Rignanese, Massimo Grigò, Davide Lorino, Roberta Rosignoli, Mario Valiani adattamento e

T E A T R O  D R A G O N I  M E L D O L A

PROSA
Martedì 19 marzo 2024 ore 21
APT Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale
IL GIUOCATORE
di Carlo Goldoni

con Alessandro Averone, Mimosa Campironi, Alvia Reale, Nicola Rignanese, Massimo Grigò, Davide Lorino, Roberta Rosignoli, Mario Valiani

adattamento e regia di Roberto Valerio

scene e costumi Guido Fiorato – musiche originali Mimosa Campironi

Martedì 19 marzo alle ore 21, al Teatro Dragoni di Meldola, è di scena la commedia di Carlo Goldoni IL GIUOCATORE, di cui Roberto Valerio ha curato adattamento e regia.
Ne sono interpreti Alessandro Averone, Mimosa Campironi, Alvia Reale, Nicola Rignanese, Massimo Grigò, Davide Lorino, Roberta Rosignoli, Mario Valiani.
Il Giuocatore è una delle “sedici commedie nuove” che Goldoni si impegna a scrivere, sul finire del carnevale del 1750, per sfida con il pubblico veneziano, in un solo anno (dando vita ad alcuni capolavori come La bottega del caffè e Il bugiardo). La commedia è un vivido studio di caratteri, tratteggiati con brio e precisione, che compongono il ritratto di un’intera società, con le sue virtù e, soprattutto, i suoi vizi. Goldoni si era proposto infatti il compito di rappresentare un “teatro esemplare” che “svegliasse” dalla fascinazione del gioco. E parlava, come sempre per il più umanista dei drammaturghi, per esperienza personale: egli stesso, confessa nella prefazione dell’edizione a stampa, aveva sperimentato sulla propria pelle “le pessime conseguenze di questo affannoso piacere”, frequentatore assiduo dei Ridotti, locali annessi ai teatri specifici per i vari tipi di gioco, diffusissimi nella Venezia del Settecento. Al centro della commedia sta Florindo che, divorato dalla passione per il gioco, perde tutto: i soldi, le amicizie, l’amore della promessa sposa Rosaura, che pure ama sinceramente, e non esita a promettere di sposare la vecchia e ricca Gandolfa pur di ottenere i soldi per giocare ancora e continuare a sognare, come tutti i giocatori di ieri e di oggi, la “vincita favolosa” che gli permetterà di abbandonare il tavolo verde.
Il Giuocatore è un testo magnifico, sempre in bilico tra commedia e dramma, di una modernità sconcertante, una commedia nera che racchiude in sé la possibilità di raccontare con leggerezza i vizi e le ipocrisie dell’uomo, dove la risata sgorga spontanea ma mai in maniera banale. La musica dal vivo, il ballo e le canzoni interpretate dai personaggi arricchiscono di significato le varie situazioni della commedia regalando allo spettatore uno spettacolo complesso e variegato in cui l’arte antica di Goldoni incontra il contemporaneo.
Uno spettacolo per tutti, divertente ma graffiante al tempo stesso, ironico e giocoso, senza tralasciare il dramma del protagonista; uno spettacolo coinvolgente che punta a riscoprire la vera anima di Goldoni, scrittore capace sì di scandagliare in profondità l’animo umano, ma sempre col sorriso sulle labbra, strizzando l’occhio alla comicità involontaria di personaggi spesso tragicamente ridicoli.

Firenze, Teatro Reims, 2017

Il Giuocatore 
Carlo Goldoni

Associazione Culturale “I Risvegliati”

 regia Giovanni Cascio Pratilli

La Locandiera di Carlo Goldoni dal 7 al 10 marzo al Teatro Alighieri
Lo spettacolo vede protagonista Sonia Bergamasco diretta da Antonio Latella. Sabato 9 marzo, alla sala Corelli del Teatro Alighieri, la compagnia sarà in dialogo con il docente Gerardo Guccini

Un classico della tradizione teatrale, La Locandiera, viene rivisto da un maestro della scena contemporanea, Antonio Latella, che pone l’accento sulla straordinaria attualità del primo testo italiano in cui è protagonista una donna, interpretata da Sonia Bergamasco. Lo spettacolo rientra nella rassegna La Stagione dei Teatri e andrà in scena giovedì 7, venerdì 8, sabato 9 marzo ore 21:00 e domenica 10 marzo alle 15.30 al Teatro Alighieri.

Il regista supera i banali giochi di seduzione a cui questa commedia è solitamente associata trasformando Mirandolina, formalmente al servizio dei suoi clienti, in una sorta di eroina capace di sconfiggere l’universo maschile, sbarazzandosi in un colpo solo di un cavaliere, di un conte e di un marchese. Decidendo di sposarsi con il suo servitore, la protagonista compie una scelta politica: mettendo a capo di tutto la servitù, sceglie di nobilitare i commercianti e gli artisti, trasformando la locanda nel luogo in cui verrà riscritta la storia teatrale del nostro Paese.

Scrive Latella: “Siamo davanti ad un manifesto teatrale che dà inizio al teatro contemporaneo, mentre per una assurda cecità noi teatranti lo abbiamo banalizzato e reso innocente. La nostra mediocrità non è mai stata all’altezza dell’opera di Goldoni e, molto probabilmente, non lo sarò nemmeno io. Spero, però, di rendere omaggio a un maestro che proprio con Goldoni ha saputo riscrivere parte della storia teatrale italiana: parlo di Massimo Castri”.

L’attrice incontra il pubblico sabato 9 marzo alle 18:00 nella sala Corelli del Teatro Alighieri in dialogo con Gerardo Guccini, docente di ‘Drammaturgia e tecniche della composizione drammaturgica’ al Dams di Bologna.

Grazie alla collaborazione con il centro Diego Fabbri di Forlì, e al progetto Teatro No Limits, si segnala che la replica di domenica 10 marzo sarà accessibile anche a non vedenti e ipovedenti che verranno dotati di speciali cuffie wireless. Per informazioni scrivere a info@centrodiegofabbri.it

In occasione dello spettacolo sarà attivo il servizio In viaggio verso il teatro, che permette ad abbonate e abbonati di raggiungere gratuitamente l’Alighieri a bordo di un pullman su cui, nelle serate di giovedì e venerdì, saranno presenti due esperti che approfondiranno aspetti legati allo spettacolo.

La Locandiera di Carlo Goldoni, regia Antonio Latella, con Sonia Bergamasco, Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni, Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo, Valentino Villa, dramaturg Linda Dalisi, scene Annelisa Zaccheria, costumi Graziella Pepe, musiche e suoni Franco Visioli, luci Simone De Angelis, assistente alla regia Marco Corsucci, assistente alla regia volontario Giammarco Pigniatiello, produzione Teatro Stabile dell’Umbria.

Plautus 2023

La Finta Ammalata

regia Giorgio Caprile

con

Franco Oppini, Miriam Mesturino, Roberto d’Alessandro, Luca Negroni, Giorgia Guerra, Riccardo Feola

Benevento 1979

Festival Fantascientifico

Il Mondo della Luna
music Haydn

conducror Bruno Nicolai

regia Ugo Gregoretti

Buonafede Mario Chiappi
Ecclitico Ugo Benelli
Clarice figlia di Buonafede Carmen Lavani
Flaminia altra figlia di Buonafede Emilia Ravaglia
Lisetta cameriera: Benedetta Pecchioli
Ernesto Angelo Romero
Cecco servitore di Ernesto Ernesto Palacio

Si alza il sipario su La Stagione dei Teatri: dal 10 al 13 in scena I due gemelli veneziani al Teatro Alighieri

Sabato 12 alle ore 18 alla sala Corelli il regista Valter Malosti incontrerà il pubblico in dialogo con il docente Gerardo Guccini

Sarà lo spettacolo I due gemelli veneziani ad inaugurare La Stagione dei Teatri 2022-23, a cura di Ravenna Teatro, che quest’anno conta diciassette appuntamenti nei due teatri cittadini.

Dal 10 al 12 novembre alle 21 e domenica 13 alle 15.30 al Teatro Alighieri andrà in scena un testo firmato dal regista Valter Malosti, direttore di Emilia-Romagna Teatro (ERT) Fondazione / Teatro Nazionale.

Lo spettacolo è un congegno degli equivoci fatto di duelli, amori, fughe e ritrovamenti, in cui svetta l’invenzione drammaturgica dei gemelli identici, ma opposti caratterialmente: uno sciocco, l’altro scaltro. Allo stesso tempo questo testo è anche una farsa nera sulla famiglia, l’identità, l’amore e la morte. Vi si muovono personaggi che non sanno leggere o tenere a freno le proprie emozioni e i propri sentimenti, provocando alternativamente il riso e la tragedia. Un affondo che mette al centro quella grazia eversiva degli attori che, tra la fine del Cinquecento e la fine del Settecento, dominarono le scene teatrali europee, con una tecnica che combinava improvvisazione, ruoli multipli, maschera e un malleabile uso del corpo. L’allestimento di Malosti amplifica il gioco del doppio marcando il contrasto tra la natura vivace della pièce e la sua vena cupa, ottenuta con una decisa ambientazione sonora e scenica. L’adattamento del testo intinge la parola nel labirinto delle più ruvide lingue poetiche – da Testori a Pasolini, Gadda, Roberto Longhi; ma anche Fellini, Patrizia Valduga e Antonio Tarantino – svelando inedite prospettive e finestre sull’oggi.

Testo di Carlo Goldoni · adattamento Angela Demattè, Valter Malosti · con Marco Foschi, Danilo Nigrelli, Marco Manchisi, Irene Petris, Alessandro Bressanello, Anna Gamba, Valerio Mazzucato, Camilla Nigro, Vittorio Camarota, Andrea Bellacicco · regia Valter Malosti · produzione Emilia-Romagna Teatro ERT/Teatro Nazionale, TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro Stabile del Veneto, Teatro Metastasio di Prato.

Lo spettacolo inaugura anche il progetto In viaggio verso il teatro, che nelle serate del 10 e 11 novembre porterà abbonati e abbonate a teatro percorrendo le circoscrizioni Nord e Sud, compreso il comune di Alfonsine.

In virtù della collaborazione con il Centro Diego Fabbri di Forlì, lo spettacolo di domenica 13 sarà accessibile a non vedenti e ipovedenti. Per maggiori informazioni info@centrodiegofabbri.it

Come nelle stagioni precedenti, la compagnia incontrerà il pubblico nella giornata di sabato 12. Protagonista di questo primo incontro sarà il regista Valter Malosti, in dialogo con Gerardo Guccini, docente di Drammaturgia e Tecniche della Composizione Drammaturgica dell’Università di Bologna. L’ingresso è libero.

Sostenitori del primo spettacolo, I due gemelli veneziani, sono alcuni dei commercianti del centro storico che aderiscono al comitato Spasso in Ravenna. Per i suoi vent’anni, Reclam, editore della rivista Palcoscenico e del settimanale Ravenna&Dintorni, ha pensato di creare una serie di occasioni di scambio e confronto con il teatro, ma fuori dal teatro, dando vita al progetto dal titolo Il teatro fa centro. Diversi locali, in occasione dei più importanti spettacoli della Stagione, diventeranno la scena in cui confrontarsi sui diversi titoli insieme alla direzione di Ravenna Teatro.

Riapre la campagna abbonamenti a La Stagione dei Teatri

Dal 12 settembre e fino al 3 novembre è possibile sottoscrivere un abbonamento che comprende sei titoli fissi e due a scelta

Dopo l’arresto dovuto alla pandemia, aumenta la voglia di tornare a sedersi in teatro, come dimostrano le tante richieste relative alla campagna abbonamenti a La Stagione dei Teatri 2022/23 pervenute dal 25 luglio al 6 agosto alle biglietterie di Ravenna Teatro e del Teatro Alighieri.

Dopo una prima campagna estiva – a cui hanno aderito sia singoli cittadini che aderenti a gruppi aziendali e Cral – dal 12 settembre e fino al 3 novembre la biglietteria torna a proporre la formula che prevede sei titoli fissi e due a scelta, per un totale di diciassette appuntamenti.

Due le repliche ad oggi previste e relative ad altrettanti spettacoli che hanno riscosso notevole successo tra il pubblico, ovvero Calēre (Sentieri) Transitus Animae, di Eugenio Sideri, e L’amica geniale a fumetti, di Fanny & Alexander.

Un cartellone composito, legato al rapporto con la tradizione e al ritorno di grandi attori e attrici, con un percorso che spazia nel contemporaneo fino all’incontro con la graphic novel.

I sei spettacoli fissi, programmati al Teatro Alighieri, sono: I due gemelli veneziani, un classico di Carlo Goldoni, una farsa nera sul tema dell’identità firmata da Valter Malosti che ne amplifica il gioco del doppio marcando il contrasto tra la natura vivace della pièce e la sua vena cupa;

Funeral Home, di cui è protagonista Giacomo Poretti: noto per le gesta gloriose del trio comico a cui appartiene, Poretti scrive e interpreta – con l’attrice, autrice e psicoterapeuta Daniela Cristofori – una commedia che mette in ridicolo la paura più radicata nel cuore dell’umano, quella della morte;

Samusà, uno spettacolo scritto e interpretato dall’artista Virginia Raffaele, qui diretta da Federico Tiezzi, maestro della scena contemporanea. Al centro del racconto il vissuto personale di un’infanzia ambientata tra le giostre del lunEur di Roma, che Raffaele sviluppa con quel suo modo unico di divertire e commuovere, stupire e interpretare, facendo ridere a crepapelle;

L’Oreste, Quando i morti uccidono i vivi, porta in scena una riflessione sull’abbandono e sull’amore negato che vede protagonista l’attore Claudio Casadio nella produzione firmata da Accademia Perduta/Romagna Teatri tra narrazione e illustrazione d’autore;

Diplomazia, produzione del Teatro dell’Elfo, è un duello consumato con l’arma della parola tra un generale del Terzo Reich e un diplomatico della Svezia neutrale nell’estate del 1944. Un dramma storico in cui affondano le radici della nostra società, portato in scena dai due co-fondatori della storica compagnia milanese del Teatro dell’Elfo di Milano;

Boston Marriage è un testo americano contemporaneo ambientato a fine Ottocento che prende spunto da un modo di dire in voga negli Stati Uniti tra il XIX e il XX secolo, usato per alludere a una convivenza tra donne economicamente indipendenti. Il Premio Pulitzer David Mamet qui se ne serve per dare il titolo a questa commedia, che vede in scena due dame e una cameriera: Maria Paiato, Mariangela Granelli e Ludovica D’Auria.

Nella rosa di titoli in cui poter individuare gli spettacoli a scelta rientra invece la produzione di Ravenna Teatro/Teatro delle Albe, Pasolinacci e Pasolini, Quattro movimenti di ascolto, in cui i due fondatori e direttori artistici del Teatro delle Albe, Marco Martinelli e Ermanna Montanari, raccontano il “loro” Pasolini (Rasi);

Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa, un lavoro che rievoca l’opera di Kafka a partire dall’incontro tra ricerca coreografica e musica elettronica con la regia e la drammaturgia di Eugenio Barba, Lorenzo Gleijeses e Julia Varley (Rasi); Dati sensibili:

New Constructive Ethics, uno spettacolo in cui Teodoro Bonci Del Bene si interroga sulle possibilità di una nuova etica con un testo duro e paradossale sulla condizione umana e sulle relazioni sociali (Rasi);

Calēre (Sentieri) Transitus Animae, testo e regia del ravennate Eugenio Sideri che si sofferma sulla difficoltà, da parte delle nuove generazioni, di trovare il proprio percorso (Rasi);

L’amica geniale a fumetti, trasposizione scenica del fumetto ufficiale de L’amica geniale di Elena Ferrante – sceneggiato da Chiara Lagani che qui ne interpreta i testi, mentre il pubblico viene immerso nei disegni animati di Mara Cerri – il recital nasce dalla nuova graphic novel edita da Coconino Press con la supervisione artistica del ravennate Davide Reviati (Rasi).

E Reviati torna nello spettacolo di Luigi Dadina, tra i fondatori del Teatro delle Albe, dal titolo Mille Anni o giù di lì, insieme al musicista Francesco Giampaoli per raccontare un luogo, il petrolchimico dell’Anic, attorno a cui si dipana un racconto che accomuna generazioni diverse (Rasi). Tra i titoli a scelta anche La luce intorno, produzione del Teatro dell’Argine che si interroga sul senso di fare teatro in tempo di pandemia (Rasi);

Il Soccombente, a cura della compagnia Lombardi-Tiezzi (Alighieri);

Museo Pasolini, di Ascanio Celestini, che qui veste i panni di un visionario custode di un ipotetico museo dedicato all’omonimo poeta e regista imbastendo un racconto che si estende a ritratto di un secolo italiano (Alighieri);

Pragma, Studio sul mito di Demetra (Rasi) e Una riga nera al piano di sopra, monologo per alluvioni al contrario, della talentuosa Matilde Vigna, che intreccia alla piena del Po del 1951 la vicenda di una donna dei giorni nostri alle prese con l’ennesimo trasloco (Rasi).

Anche quest’anno, inoltre, Ravenna Teatro, in collaborazione con il Comune di Ravenna, torna ad offrire ai residenti delle Circoscrizioni Nord e Sud del comune di Ravenna e ai residenti di quelli di Alfonsine l’opportunità di recarsi a teatro usufruendo di un servizio navetta gratuito.

https://www.raiplay.it/video/2021/10/Opera—La-vedova-scaltra-b67305e0-fa7b-42b4-9609-e23707754c7d.html

1955

La vedova scaltra
music Wolf-Ferrari

Aldo Noni, Antonio Cassinelli, Amilcare Blafford

https://my.mail.ru/mail/miller.wolf/video/_myvideo/133.html

Il mondo della Luna
Paisiello Giovanni
Libretto Carlo Goldoni

Teatro di Corte di Napoli, Italy, 1966

Lajos Kozma, Adriana Martino, Paolo Pedani, Edda Vincenzi, Mario Boriello, Leonardo Monreale
Conductor Massimo Pradella

Orchestra A.Scarlatti della Napoli di Radiotelevisione italiana
Choreographer Ugo dell’Ara
Stage Director Mario Ferrero

Mercoledì 2 e giovedì 3 febbraio 2022 ore 21

Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Goldenart Production
Fondazione Teatro della Toscana

MICHELE PLACIDO
La bottega del caffè
di Carlo Goldoni

e con Luca Altavilla, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi,
Anna Gargano, Armando Granato, Vito Lopriore, Francesco Migliaccio, Michelangelo Placido, Maria Grazia Plos

regia di Paolo Valerio

MICHELE PLACIDO – nel ruolo di Don Marzio – e una compagnia ispirata e notevole diretta da Paolo Valerio sono il cuore pulsante de La bottega del caffè di Carlo Goldoni, in scena al Teatro Diego Fabbri di Forlì mercoledì 2 e giovedì 3 febbraio alle ore 21. Il capolavoro goldoniano diverte e tratteggia il piccolo mondo di un campiello veneziano con le sue luci ed ombre.
Un maestro dello spettacolo italiano come Michele Placido regala al personaggio di Don Marzio sfumature, ambiguità e ironia, attorniato da una numerosa compagnia d’interpreti che, diretta da Paolo Valerio, si muove in scena con forza espressiva e ispirazione. La compongono: Luca Altavilla, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Anna Gargano, Armando Granato, Vito Lopriore, Francesco Migliaccio, Michelangelo Placido, Maria Grazia Plos.
Un assieme importante e una commedia ricca di leggerezza e significato, per “curare l’anima” – come ha spiegato il regista – attraverso il teatro, l’arte, l’emozione condivisa.
La Compagnia sarà anche protagonista dell’Incontro con gli Artisti che si terrà giovedì 3 febbraio alle ore 18 presso il Ridotto del Teatro Fabbri. L’Incontro sarà condotto dal giornalista Pietro Caruso e l’ingresso è gratuito.
Il sipario si alza su un allestimento imponente e accurato, cui hanno contribuito il lavoro della scenografa Marta Crisolini Malatesta, i ricchi costumi di Stefano Nicolao, il disegno luci concepito da Gigi Saccomandi, le musiche composte da Antonio Di Pofi e i movimenti di scena curati da Monica Codena.
La luce del mattino accarezza le piccole abitazioni che si affacciano su un campiello veneziano, mentre i riflessi dell’acqua si rifrangono sul piccolo mondo che lo popola e che lo spettatore seguirà per una giornata intera, durante il carnevale: “accogliamo appieno e portiamo sulla scena tutta la vitalità e il divertimento della commedia, la comprensione che l’autore mostra per l’uomo – di cui ritrae con sottigliezza le virtù ed i lati oscuri – il suo amore viscerale per il teatro, per la scrittura, per gli attori, sulle cui potenzialità costruiva personaggi universali” spiega il regista Paolo Valerio.
“Di questo testo meraviglioso è protagonista un microcosmo di persone che gravitano in un campiello veneziano. Don Marzio – il nobile napoletano che osserva seduto al caffé questo piccolo mondo e con malizia ne intriga i destini – nella nostra edizione è interpretato dal bravissimo e carismatico Michele Placido. Lo attorniano figure tutte importanti, ognuna ambigua e interessante: una coralità in cui la pièce trova il fulcro del suo impeccabile
meccanismo, che imprime ritmi vorticosi alle interazioni fra i personaggi. Cosa succede?
Nulla di clamoroso: qualcuno si rovina al gioco, due amanti si ritrovano e si perdonano, qualche sogno s’infrange… ma soprattutto si spettegola. È Venezia – come dice Don Marzio – un paese in cui tutti vivono bene, tutti godono la libertà, la pace, il divertimento”.
Lo sfaccettato affresco sociale e umano che Goldoni ritrae ne La bottega del caffé è in costante movimento attorno alla bottega del titolo, gestita con oculatezza da Ridolfo con il suo aiutante Trappola. Sullo stesso campiello si affaccia anche un luogo assai meno onorato: la casa da gioco di Pandolfo. La bisca calamita il giovane mercante Eugenio, vittima della dipendenza dal gioco: perde, s’indebita, impegna i gioielli della moglie. La giovane Vittoria, di buona famiglia e sentimenti sinceri, molto deve penare – sostenuta da Ridolfo – per tentare di riportarlo sulla retta via. Anche il conte Leandro ama il gioco e la fortuna gli sorride (o lo aiutano carte truccate?) ed ha fortuna anche in amore, giacché la bella ballerina Lisaura si lascia da lui corteggiare, sperando di cambiar vita sposandolo.
Ma una pellegrina – Placida – appena giunta a Venezia lo riconoscerà e l’aitante conte si rivelerà un marito fedifrago, nient’affatto nobile e presto… pentito. Di tutto questo rincorrersi e mentire, di questo tessere affari, di queste agnizioni, pentimenti e colpi di scena è osservatore privilegiato Don Marzio: un nobile napoletano che seduto al caffé ascolta, rivela, distorce notizie e verità.
“Don Marzio li guarda e li spia, con un occhialetto che non corrisponde alle diottrie che gli mancano, e registra il tempo con un orologio che non funziona, offrendo in caricatura una posizione speculare a quella del pubblico che osserva” scrive Piermario Vescovo.
“Soccombendo a quanto la sua lingua pettegola ha incautamente spiattellato – sottolinea lo studioso in “Goldoni e il Teatro comico del Settecento” – a conclusione della commedia don Marzio finisce con l’assumere il ruolo del bugiardo, avendo egli in realtà rivelato la verità attraverso un’osservazione deformata della realtà e attraverso la pratica di una maldicenza quasi ingenua».
Diviene dunque un capro espiatorio, estromesso dalla società veneziana, che intanto però ha mostrato, assieme alle sue virtù, diversi lati bui.

https://www.raiplay.it/video/2021/02/Opera—Cecchina-ossia-la-buona-figliola-0417d80b-5447-47c5-bd63-730ccbdf236d.html

La Cecchina ovvero la buona figliola

Niccolò Piccinni
Libretto Carlo Goldoni

 Mirella Freni, Sesto Bruscantini, Werner Hollweg, Rita Talarico, Valeria Mariconda, Gloria Trillo, Bianca Maria Casoni, Rolando Panerai

Conductor Franco Caracciolo
Orchestra Alessandro Scarlatti della RAI

Regia Virginio Puecher
Stage Designer Eugenio Guglielminetti
Costume Designer Eugenio Guglielminetti

Teatro La Fenice  stagione 2006/ 2007
Luca Mosca  Signor Goldoni

Despina Barbara Hannigan
L’anzolo Rafael Alda Caiello
Mirandolina Cristina Zavalloni
Desdemona Sara Mingardo
Arlecchino Michael Bennett
Baffo Chris Ziegler
Goldoni Roberto Abbondanza
Othello Michael Leibundgut

Direttore Andrea Molino
regia Davide Livermore
scene Santi Centineo
costumi Giusy Giustino
regista collaboratore Nicola Berloffa
consulente per effetti di magia Mago Alexander
light designer Fabio Barettin

Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
direttore del Coro Emanuela Di Pietro

riprese video © Sugarmusic S.p.A. – Edizioni Suvini Zerboni, Milano

La Guerra

di Carlo Goldoni

regia di Franco Però

 Filippo Borghi
Giulio Cancelli
Romina Colbasso
Emanuele Fortunati
Ester Galazzi
Adriano Giraldi
Mauro Malinverno
Riccardo Maranzana
Francesco Migliaccio
Stefano Pettenella
Maria Grazia Plos

scene e costumi Andrea Viotti
luci Alessandro Macorigh

Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia 2017

Gli innamorati (2014)
di Carlo Goldoni
drammaturgia Vitaliano Trevisan

con Marina Rocco
e con Matteo De Blasio, Marco Balbi, Roberto Laureri, Elena Lietti, Alberto Mancioppi, Silvia Giulia Mendola, Andrea Soffiantini

regia Andrée Ruth Shammah
regista assistente Fabio Cherstich
assistente allo spettacolo Diletta Ferruzzi
scene e costumi Gian Maurizio Fercioni
scene realizzate dal Laboratorio F.M. Scenografie
collaborazione a scene e costumi Angela Alfano
luci Gigi Saccomandi
musiche Michele Tadini

produzione Teatro Franco Parenti

S A R S I N A
Arena Plautina
MERCOLEDI’ 7 AGOSTO 2019
ore 21:30

in co-produzione con 53° FESTIVAL DI BORGIO VEREZZI
e con il sostegno REGIONE PIEMONTE

presenta

Jurij Ferrini
in

I DUE GEMELLI… VENEZIANI
libero adattamento di Natalino Balasso
da Carlo Goldoni

con

Francesco Gargiulo – Maria Rita Lo Destro – Federico Palumeri
Stefano Paradisi – Andrea Peron – Marta Zito

Regia di

Jurij Ferrini

Trama

Zanetto arriva a Verona per sposare la bella Rosaura, figlia del rinomato dottor Balanzoni. Zanetto ha un fratello gemello, Tonino, fascinoso criminale.
I due gemelli non si vedono da dieci anni ma si assomigliano come due gocce d’acqua.
Il caso vuole che Tonino, in fuga dalla legge, si trovi anch’esso a Verona poiché deve ricongiungersi a Beatrice, affidata alle non troppo disinteressate cure dell’amico Florindo… una serie di coincidenze e rocamboleschi scambi di persona daranno luogo ad un trascinante gioco degli equivoci.

Teatro Masini Faenza 2014

regia Roberto Valerio

Valentina Sperlì
Antonio Iuorio
Roberto Valerio
Nicola Riganese
Massimo Grigò
Federica Bern
Alessandro Federico
Chiara Degani
Peter Weyel

2 thoughts on “Goldoni

  1. IL TEATRO ELISEO PRESENTA “LA LOCANDIERA” DI CARLO GOLDONI

    La commedia goldoniana che rivoluzion le regole del teatro italiano, infrangendo i rimasugli di Commedia dell’Arte da canovaccio, sar in scena al Teatro Eliseo dal 16 al 28 marzo 2010.
    Prima dell’inizio della tanto attesa premire, il Presidente dell’Eliseo si pone inusitatamente davanti alla platea (non del tutto gremita) e tiene un piccolo intervento in difesa delle scelte di produzione del teatro: a quanto pare, parecchie sono state nei giorni scorsi le aspre lamentele circa i Quattro Atti Profani di Tarantino, alimentate anche da un articolo a mia firma uscito su Bloggione. Si lamentava una recita ricca di sconcezze, una gozzoviglia di parole pesanti alla rinfusa, una rappresentazione schizoide senza alcun valore artistico che offendeva il teatro e chi, da sempre, lo ama. A quanto pare, le critiche sono state recepite e accolte, dal momento che il Presidente in persona ha fatto pi di un passo indietro, sostenendo che dalla “Locandiera” in avanti l’Eliseo avrebbe ripreso con le classiche, inattaccabili e immortali rappresentazioni. Figlie di una tradizione, che anche e sporattutto sedimento di sperimentazione nei secoli che si sono succeduti, mai per abominio della parola e del sentimento e recita di odiosi personaggi dentro scene senza il minimo filo logico.

    Tornando al classico, alla “Locandiera” per l’appunto: il regista Pietro Carriglio specula sul teatro di Goldoni e sulla “Locandiera”, esemplare congegno teatrale sulle vanit e i vizi di un Settecento in caduta libera, a tanti anni di distanza dalla precedente edizione al Teatro Stabile di Palermo negli anni Ottanta. Lattraente Mirandolina, prototipo della donna moderna, oggetto di galanti attenzioni da parte di due clienti della locanda che gestisce a Firenze con laiuto di Fabrizio, suo cameriere e spasimante: il Conte di Albafiorita, che spera di veder ricambiati i doni di cui la ricopre, e il decaduto Marchese di Forlimpopoli, che invece ne pretende laffetto. Lastuta locandiera non si concede a nessuno dei due, lasciando viva lillusione di una possibile conquista. Larrivo del Cavaliere di Riprafratta, aristocratico altezzoso e misogino incallito, che disprezza ogni donna, sconvolge il fragile equilibrio instauratosi nella locanda.

    LA LOCANDIERA
    di Carlo Goldoni
    regia, scene e costumi
    Pietro Carriglio
    musiche Matteo D’Amico
    luci Gigi Saccomandi
    con Galatea Ranzi, Luca Lazzareschi,
    Sergio Basile, Luciano Roman
    con la partecipazione di
    Nello Mascia

    produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo
    Teatro Stabile di Catania

    FEDERICO LIGOTTI

  2. “L’impresario delle Smirne” una commedia gustosa, geniale, esilarante, una precoce sperimentazione metateatrale in cui Goldoni si diverte a fare il verso al tic, alle smanie, alla futilit dei poeti e degli impresari d”opera in musica”, un genere che egli conosceva bene per averlo frequentato come librettista. Il piacevolissimo testo al centro di un progetto che Luca De Fusco desiderava affrontare da tempo, mettendo in una dimensione di “teatro musicale” una realt artistica che sempre pi tende a valicare i confini di genere.
    Cos racconta Luca de Fusco la nascita dello spettacolo: “Durante la tourne de La famiglia dell’antiquario al Festival di Bogot, Eros Pagni si ritrov un pianoforte in camerino. Gli prese una gran voglia di cantare e inizi a intonare un’aria che mi sembr uno dei famosi temi musicali della colonna sonora de Il padrino. Eros mi raccont che quella musica fu composta da Nino Rota nel 1957 e poi successivamente riutilizzata per il film di Coppola. Da quella conversazione nacque l’idea di recuperare la partitura di Rota e allestire questo spettacolo che inizia proprio cos, con Eros in un camerino immaginario che canticchia un’altra musica del compositore e accendendosi la sua vera pipa d inizio allo spettacolo”. Continua De Fusco: “Con il musicista Antonio Di Pofi e con Alessandra Panzavolta, mio inseparabile alter-ego registico e coreografico, abbiamo subito pensato che un omaggio a Rota non poteva basarsi solo sulle musiche scritte dal maestro per l’Impresario, ma doveva inevitabilmente includere anche una parte del suo repertorio cinematografico: le colonne sonore de La strada, La dolce vita, Otto e mezzo. Ho allora immaginato di raccontare la storia di un gruppo di guitti del 1950, i quali ricevono l’invito di una tourne a Smirne. Abbandonando ogni ambientazione realistica, ho cos raccontato la vicenda in palcoscenico, trasformando le camere d’albergo in camerini, mostrando ludicamente le varie tecniche scenografiche e adottando un unico colore, quello teatrale per eccellenza: il rosso”. Le musiche neosettecentesche composte da Rota per Visconti sono tutte concentrate nel terzo atto, mentre sono condensate nel centro dello spettacolo le citazioni settecentesche, raccontando l’esile vicenda (in cui il testo goldoniano viene sostanzialmente rispettato), come una sorta di gioco teatrale in cui la compagnia si racconta. Conclude il regista: “Personalmente ho messo nello spettacolo il mio grande amore per Fellini e mi sono divertito a inventare numeri teatrali sospesi tra l’avanspettacolo e il surreale, tra il gioco e l’astrazione”.

    L'”Impresario delle Smirne” visto al Teatro Argentina dal 9 al 21 febbraio e Bonci di Cesena dal 4 al 7 marzo.

    Teatro Stabile del Veneto – Teatro Stabile di Catania – Fondazione Antonveneta

    con il sostegno produttivo de La Biennale di Venezia

    L’impresario delle Smirne

    di Carlo Goldoni
    musiche di Nino Rota

    adattamento Luca De Fusco e Antonio Di Pofi

    regia Luca De Fusco

    con Eros Pagni,

    e Gaia Aprea, Anita Bartolucci, Alberto Fasoli, Piergiorgio Fasolo,

    Max Malatesta, Giovanna Mangi, Alvia Reale, Paolo Serra, Enzo Turrin

    scene Antonio Fiorentino – costumi Maurizio Millenotti – coreografie Alessandra Panzavolta

    FEDERICO LIGOTTI

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