La Scortecata

Posted by on January 10, 2020

LA SCORTECATA uno spettacolo di Emma Dante in scena al Teatro Titano Domenica 12 gennaio, alle ore 21 al Teatro Titano, prosegue la rassegna Teatranti con La scortecata: per la prima volta sulle scene sammarinesi, uno spettacolo di Emma Dante. Autrice, attrice, regista d’avanguardia, due premi UBU, un premio scenario, un golden Gral, è stata

LA SCORTECATA
uno spettacolo di Emma Dante
in scena al Teatro Titano

Domenica 12 gennaio, alle ore 21 al Teatro Titano, prosegue la rassegna Teatranti con La scortecata: per la prima volta sulle scene sammarinesi, uno spettacolo di Emma Dante. Autrice, attrice, regista d’avanguardia, due premi UBU, un premio scenario, un golden Gral, è stata definita da “Le monde” donna vulcano, è la più significativa autrice di teatro emersa in Italia negli ultimi anni ed ha conquistato in pochi anni la scena teatrale europea, ottenendo i consensi della critica internazionale.
La scortecata, è “Lo trattenimento decemo de la iornata primma” (la decima fiaba della prima giornata) de Lo Cunto de li Cunti di Giambattista Basile, raccolta meravigliosa di 50 favole popolari, scritte in una lingua barocca napoletana secentesca: così Emma Dante riscrive l’antica fabula nera dal titolo La Vecchia Scortecata e lo fa in maniera originale, grottesca ed essenziale, confermando il successo già ottenuto in occasione della prima dello spettacolo andato in scena nel 2017 al Festival dei Due Mondi di Spoleto.
La scortecata, narra la storia di un re che s’innamora della voce di una vecchia, la quale vive in una catapecchia insieme alla sorella più vecchia di lei. Il re, gabbato dal dito che la vecchia gli mostra dal buco della serratura, la invita a dormire con lui. Ma dopo l’amplesso, accorgendosi di essere stato ingannato, la butta giù dalla finestra. La vecchia non muore ma resta appesa a un albero. Da lì passa una fata che le fa un incantesimo e diventata una bellissima giovane, il re se la prende per moglie. In una scena vuota, due uomini, a cui sono affidati i ruoli femminili come nella tradizione del teatro settecentesco, drammatizzano la fiaba incarnando le due vecchie e il re.
Basteranno due seggiulelle per fare il vascio, una porta per fare entra ed esci dalla catapecchia e un castello in miniatura per evocare il sogno. Le due vecchie, sole e brutte, si sopportano a fatica ma non possono vivere l’una senza l’altra. Per far passare il tempo nella loro miseria vita inscenano la favola con umorismo e volgarità, e quando alla fine non arriva il fatidico: “e vissero felici e contenti…” la più giovane, novantenne, chiede alla sorella di scorticarla per far uscire dalla pelle vecchia la pelle nuova.
La regista palermitana attinge a tutte le forme espressive della rappresentazione popolare. Chiama sul palcoscenico due bravissimi attori (Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola), nel rispetto della tradizione settecentesca che voleva i ruoli femminili interpretati da uomini. Costruisce gag esilaranti, imponendo ai protagonisti movenze esasperate ed innaturali e una performance fisica che li lascia ansimanti e madidi di sudore al termine dello
spettacolo. Sfronda il volgare dalla bugiarda accezione negativa e ne mostra la forza espressiva, tessendo dialoghi salacissimi, fatti di continue schermaglie ed insulti, cui solo la potenza immaginifica del dialetto napoletano è capace di donare valenza d’opera d’arte.
Eppure, grazie alla inesauribile fertilità della sua inventiva e alla prestanza fisica e verbale dei suoi ottimi attori, in un’ora di spettacolo costruisce un fuoco di fila estenuante e coinvolgente, dal ritmo forsennato di una tammurriata.
E il suo omaggio al teatro popolare diventa un tripudio dell’essenza stessa del teatro.

Sarà possibile acquistare i biglietti sul sito sanmarinoteatro.sm, il giorno stesso dello spettacolo dalle ore 17 presso la biglietteria del Teatro Titano.
Da quest’anno sarà possibile effettuare gli acquisti anche attraverso smartphone e tablet.

EMMA DANTE PORTA IN SCENA “LA SCORTECATA” SPETTACOLO LIBERAMENTE TRATTO DA LO CUNTO DE LI CUNTI DI GIAMBATTISTA BASILE. IN SCENA AL TEATRO GOBETTI DI TORINO DALL’11 AL 23 DICEMBRE 2018

La scortecataLiberamente tratto da: lo cunto de li cuntiDi Giambattista BasileTesto e regia Emma Dante

Con
Carmine Maringola
Salvatore D’Onofrio
Elementi scenici e costumi Emma Dante

“Oh, Valentine, un favore,” disse Maximilien “il vostro dito mignolo, che io possa baciarlo attraverso queste assi! ”Valentine salì su una panchina, e passò, non il mignolo attraverso l’apertura, ma tutta la mano al di sopra del recinto. Maximilien mandò un grido, e, arrampicandosi con un balzo sullo steccato, afferrò quella mano adorata, e vi impresse le labbra ardenti; ma subito la piccola mano sgusciò dalle sue, e il giovane sentì fuggire Valentine, spaventata forse per quella sensazione a lei sconosciuta.

Il conte di Montecristo Alexandre Dumas

Lo cunto de li cunti overo lo trattenimiento de peccerille, noto anche col titolo di Pentamerone (cinque giornate), è una raccolta di cinquanta iabe raccontate in cinque giornate. Prendendo spunto dalle iabe popolari, Giambattista Basile crea un mondo affascinante e so isticato partendo dal basso. Il dialetto napoletano dei suoi personaggi, nutrito di espressioni gergali, proverbi e invettive popolari, produce modi e forme espressamente teatrali tra lazzi della commedia dell’arte e dialoghi shakespeariani. Come una partitura metrica, la lingua di Basile cerca la verità senza rinunciare ai ghirigori barocchi della scrittura. La scortecata è lo trattenimiento decemo de la iornata primma e narra la storia di un re che s’innamora della voce di una vecchia, la quale vive in una catapecchia insieme alla sorella più vecchia di lei. Il re, gabbato dal dito che la vecchia gli mostra dal buco della serratura, la invita a dormire con lui. Ma dopo l’amplesso, accorgendosi di essere stato ingannato, la butta giù dalla inestra. La vecchia non muore ma resta appesa a un albero. Da lì passa una fata che le fa un incantesimo e diventata una bellissima giovane, il re se la prende per moglie. In una scena vuota, due uomini, a cui sono affidati i ruoli femminili come nella tradizione del teatro settecentesco, drammatizzano la fiaba incarnando le due vecchie e il re. Basteranno due seggiulelle per fare il vascio, una porta per fare entra ed esci dalla catapecchia e un castello in miniatura per evocare il sogno. Le due vecchie, sole e brutte, si sopportano a fatica ma non possono vivere l’una senza l’altra. Per far passare il tempo nella loro miseria vita inscenano la favola con umorismo e volgarità, e quando alla ine non arriva il fatidico: “e vissero felici e contenti…” la più giovane, novantenne, chiede alla sorella di scorticarla per far uscire dalla pelle vecchia la pelle nuova. La morale: il maledetto vizio delle femmine di apparire belle le riduce a tali eccessi che, per indorare la cornice della fronte, guastano il quadro della faccia; per sbiancare le pellecchie della carne rovinano le ossa dei denti e per dare luce alle membra coprono d’ombre la vista. Ma, se merita biasimo una fanciulla che troppo vana si da a queste civetterie, quanto è più degna di castigo una vecchia che, volendo competere con le igliole, si causa l’allucco della gente e la rovina di sé stessa.

Martedì 11 dicembre 2018, alle ore 19.30, debutta al Teatro Gobetti per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale LA SCORTECATA liberamente tratto da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, testo e regia di Emma Dante. Lo spettacolo è interpretato da Salvatore D’Onofrio, Carmine Maringola; gli elementi scenici e i costumi sono della stessa Emma Dante e le luci di Cristian Zucaro.

La scortecata, che resterà in scena al Gobetti fino al 23 dicembre, è uno spettacolo prodotto dal Festival di Spoleto 60 e dal Teatro Biondo di Palermo in collaborazione con Atto Unico Compagnia Sud Costa Occidentale.

Emma Dante propone una viscerale rilettura della fiaba tratta da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile. Due anziane sorelle, un re ingannato, un castello da favola e l’utopia dell’eterna giovinezza che finisce in horror. Un travolgente allestimento, in dialetto napoletano, tra lo sconcio e l’onirico, il comico e il grottesco.

Definito il Pentamerone per le sue analogie con il Decameron boccaccesco, Lo cunto de li cunti, overo lo trattenimiento de peccerille è una raccolta di cinquanta fiabe di origine popolare, raccontate nel corso di cinque giornate, scritte in lingua napoletana da Giambattista Basile e pubblicate fra il 1634 e il 1636. Un testo dalle infinite suggestioni (Matteo Garrone ne ha tratto il film Il racconto dei racconti) nel quale si è tuffata Emma Dante che con La scortecata – di cui è autrice, regista, scenografa e costumista – si concentra sul decimo cunto della prima giornata.

È la storia di due sorelle, brutte e decrepite, che vivono isolate in una catapecchia. Ascoltandola senza vederla, un giorno un re si innamora della voce di una delle due. Ma la vecchia lo inganna, mostrandogli solo un dito dal buco della serratura. In una scena vuota, con sole due sedie e un piccolo castello disneyano, Emma Dante segue la tradizione del teatro settecentesco e affida la parte delle sorelle a due uomini: Carmine Maringola e Salvatore D’Onofrio, di straordinaria bravura nella loro grottesca disperazione. E riduce la fiaba al tête-à-tête tra le due donne, vecchie, brutte, sole, che per far passare il tempo nella loro misera vita inscenano la favola con umorismo e volgarità. La sorella che ha beffato il re sarà salvata dall’incantesimo di una fata mentre all’altra, vittima del maledetto vizio delle femmine di apparire belle (e giovani), toccherà un destino atroce.

TEATRO GOBETTI

11 – 23 dicembre 2018

LA SCORTECATA

liberamente tratto da Lo cunto de li cunti

di Giambattista Basile

con Salvatore D’Onofrio, Carmine Maringola

testo e regia Emma Dante

elementi scenici e costumi Emma Dante

luci Cristian Zucaro

assistente di produzione Daniela Gusmano

assistente alla regia Manuel Capraro

Festival di Spoleto 60 / Teatro Biondo di Palermo

in collaborazione con Atto Unico Compagnia Sud Costa Occidentale

Prima rappresentazione assoluta Spoleto – 60° edizione Festival dei Due Mondi

INFO: Tel. 011 5169555 – Numero verde 800235333 – info@teatrostabiletorino.it

Teatro: Gobetti – Via Rossini 8, Torino

Orari degli spettacoli: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.45; domenica, ore 15.30. Lunedì riposo.

Prezzi dei biglietti: Intero € 28,00. Ridotto di legge € 25,00

Biglietteria del Teatro Stabile di Torino | Teatro Gobetti – via Rossini 8, Torino – dal martedì al sabato, dalle ore 13.00 alle ore 19.00. Domenica e lunedì riposo.

Apertura biglietteria a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

Vendita on-line: teatrostabiletorino.it

1 thought on “La Scortecata

  1. Un castello giocattolo, due sedie, un baule, luci, nero. In questa scenografia, ridotta al minimo, Carmine Maringola e Salvatore D’Onofrio si trasformano e si sostengono, si massacrano e si amano a loro modo, con una straordinaria metamorfosi corporea, sorelle centenarie, re, fata, sempre coppia, doppio, riflessi di occasioni perdute.

    L’inganno è quello delle due vecchie, brutte e misere, che fingono di essere giovani succhiandosi forsennatamente il dito mignolo, unica parte del loro corpo mostrata al re attraverso la serratura della porta. Ma è anche quello della morte su una vita che non pare essere degna di essere stata vissuta, del corpo che tradisce, della famiglia che appoggia e allo stesso tempo sabota l’individuo in un orizzonte esistenziale meschino, sporco, sconcio e pieno di significato.

    C’è molta commedia, molto divertimento ne La scortecata. La finzione paradossale e arcaica dei corpi maschili degli attori si riempie di verità, come se l’incantesimo della fata del decimo Cunto de li cunti di Basile avesse funzionato veramente, ma con esiti imprevisti. L’accoppiamento del re con la novantanovenne, sulle note di Mambo italiano, la caterva di insulti nel chiassoso napoletano seicentesco, le iperboli linguistiche e corporee, i lazzi e i rovesciamenti continui portano gli spettatori nel profondo segreto della favola morale, “il quale non consiste nell’evocazione del meraviglioso e dell’impossibile, ma nella costruzione di un universo perfettamente geometrico, dove le azioni e le reazioni vengono ripetute con una astratta precisione” (da Le favole di Basile, ne La luce della notte di Pietro Citati). Emma Dante arriva all’osso, sottraendo, dove la rappresentazione visionaria de Il Racconto dei Racconti di Garrone non era giunta con altrettanta forza. E il riso si fa rivelatore, per poi scomparire improvvisamente nel finale atroce.

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