2009 Dicembre
Edgar JOSE CURA
Fidelia Amarilli Nizza
Tigrana Julia Gertseva
Frank Marco Vratogna
Gualtiero Carlo Cigni
Conductor Yoram David
Stage Director and set & costume design Lorenzo Mariani
Light design Christian Pinaud
Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino Boys’ Choir
Torino Teatro Regio Boys’ Choir
Torino Teatro Regio Chorus and Orchestra
L’EDGAR DI PUCCINI IN SCENA AL COMUNALE DI BOLOGNA
Nella compagnia di canto spicca JOSE CURA, che ha fortemente contribuito alla riscoperta del titolo in tempi moderni
VERSI FORTI NEL LIBRETTO E SCENE MOLTO SPINTE
BOLOGNA. Opera negletta di Puccini, l’Edgar, va in scena in questi giorni al Comunale di Bologna con uno spettacolo coprodotto dal teatro emiliano e dal Regio di Torino.
La versione adottata, del 1889, è quella della prima assoluta alla Scala, che non entusiasmò vivamente il pubblico ma che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non fu nemmeno criticata troppo aspramente, anzi, fece ben sperare agli esperti di allora riguardo al futuro del giovane Maestro.
Più che alla musica, di per sè pregevole e foriera del Puccini che verrà, le colpe dell’insuccesso di quest’opera presso il pubblico sono imputabili al libretto incoerente e verboso di Ferdinando Fontana, poeta scapigliato e carente di senso teatrale: se alcuni momenti colpiscono e risultano incisivi, è merito delle note e non certo dei versi.
Nella compagnia di canto ha spiccato Jose Cura, che ha fortemente contribuito alla riscoperta del titolo in tempi moderni: pur con le sue consuete asprezze in acuto, l’argentino ha fornito un’ottima interpretazione, toccando l’apice nel finale dell’atto terzo, momento davvero travolgente: alla calata del sipario il pubblico ha infatti applaudito convinto, lasciandosi trasportare dalla forza tonitruante della musica.
Il ruolo di Fidelia è stato affidato a Patrizia Orciani: una buona prova la sua, ricca di intensa liricità nei momenti più struggenti della partitura.
Giuseppina Piunti, Tigrana, si è trovata bene nella parte di zingara provocatrice, un po’ Carmen e un po’ Dalila, possedendo il phisique du role adatto, ma la sua prova vocale era inficiata dalla direzione rumorosa di Mario de Rose. Recitazione e Regia all’altezza in alcune scene spinte, su taluni versi tra i più coloriti del melodramma: “Lebbra… sozzura del mondo… gingillo giocondo”.
Infine Marco Vratogna ha donato al personaggio di Frank una malinconica fierezza, specie nell’aria “quest’ amor vergogna mia”, in cui però va detto che anche Puccini ha fatto il possibile per commuovere il pubblico con la bellezza della musica.
Alla direzione, come già rimarcato, il chiassoso Mario De Rose, cui va però il merito di aver fatto conoscere al pubblico un’opera misconosciuta. Sotto la sua bacchetta l’Orchestra del Teatro ha dato il meglio di sè nei preludi del terzo e quarto atto.
Prima dello spettacolo è stato trasmesso un video, in segno di protesta nei confronti dei tagli alla cultura che il governo attua: è stato mostrato il lavoro che tutti i funzionari del teatro svolgono per l’ allestimento di un’opera.
A tutte queste persone è andato l’applauso del pubblico, speranzoso di vedere riaprire il sipario del suo teatro anche nella prossima stagione nonostante i problemi non siano pochi.
Michele Donati