Romeo et Juliette Romeo & Giulietta

Posted by on November 26, 2023

https://www.raiplay.it/video/2023/11/Romeo-e-Giulietta-Mario-Martone-db80d6bb-8a5e-46d1-b3bf-62a478b41173.html Teatro Il Piccolo Milano 2023 Romeo e Giulietta di William Shakespeare traduzione Chiara Lagani adattamento e regia Mario Martone scene Margherita Palli costumi Giada Masi luci Pasquale Mari suono Hubert Westkemper video Alessandro Papa regista assistente Raffaele Di Florio assistenti alla regia Giulia Sangiorgio, Michele Bottini casting Paola Rota  Alessandro Bay Rossi, Gabriele Benedetti,

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Teatro Il Piccolo Milano 2023

Romeo e Giulietta
di William Shakespeare
traduzione Chiara Lagani
adattamento e regia Mario Martone

scene Margherita Palli
costumi Giada Masi
luci Pasquale Mari
suono Hubert Westkemper
video Alessandro Papa
regista assistente Raffaele Di Florio
assistenti alla regia Giulia Sangiorgio, Michele Bottini
casting Paola Rota

 Alessandro Bay Rossi, Gabriele Benedetti, Leonardo Castellani, Michele Di Mauro, Raffaele Di Florio, Emanuele Maria di Stefano, Francesco Gheghi, Jozef Gjura, Lucrezia Guidone, Licia Lanera, Anita Serafini, Benedetto Sicca, Alice Torriani e con Leonardo Arena, Giuseppe Benvegna, Francesco Chiapperini, Carmelo Crisafulli, Giacomo Gagliardini, Hagiar Ibrahim, Francesco Nigrelli, Libero Renzi, Federico Rubino

e

gli allievi del Corso Claudia Giannotti della Scuola di Teatro Luca Ronconi del Piccolo Teatro di Milano

Clara Bortolotti, Giada Ciabini, Ion Donà, Cecilia Fabris, Sofia Amber Redway, Caterina Sanvi, Edoardo Sabato, Simone Severini

voce registrata Michele Bottini
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

Teatro Massimo Palermo 2021

Sergej Prokofiev
Romeo e Giulietta

Direttore Ido Arad
Coreografia Davide Bombana
Assistente alla coreografia Roberto Zamorano
Costumi Santi Rinciari
Luci Carlo Cerri
Corpo di ballo e Orchestra del Teatro Massimo

Giulietta Romina Leone
Romeo Andrea Mocciardini
Mercuzio Emilio Barone
Tebaldo Bryan Ramirez Hurtado
Amica di Giulietta Yuriko Nishihara
Madre di Giulietta Daniela Filangeri
Madre di Romeo Francesca Davoli
Paride Vincenzo Carpino
Lorenzo Gaetano La Mantia

Ideazione e coordinamento televisivo Gery Palazzotto
Regia televisiva Antonio Di Giovanni

Teatro Massimo Palermo

Regia & Coreo Luciano Cannito

Giulietta
Eleonora Abbagnato

Romeo
Rubinald Pronk

Conductor Marzio Conti

Milan 2017

Coreografia Kenneth MacMillan

Scene Mauro Carosi
Costumi Odette Nicoletti

Direttore d’orchestra Patrick Fournillier

Romeo Roberto Bolle
Giulietta Misty Copeland
Mercuzio Antonio Sutera
Tebaldo Mick Zeni
Benvolio Marco Agostino
Paride Riccardo Massimi

Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di Milano
Orchestra del Teatro alla Scala di Milano

Sergej Prokofiev
Romeo e Giulietta

Direttore Ido Arad
Coreografia Davide Bombana
Assistente alla coreografia Roberto Zamorano
Costumi Santi Rinciari
Luci Carlo Cerri
Corpo di ballo e Orchestra Teatro Massimo

Giulietta Romina Leone
Romeo Andrea Mocciardini
Mercuzio Emilio Barone
Tebaldo Bryan Ramirez Hurtado
Amica di Giulietta Yuriko Nishihara
Madre di Giulietta Daniela Filangeri
Madre di Romeo Francesca Davoli
Paride Vincenzo Carpino
Lorenzo Gaetano La Mantia

Regia Tv Antonio Di Giovanni

Teatro Carcano 2010

Music P.I. Čajkovksij

Coreografia Giorgio Madia

Scene e costumi Cordelia Matthes
Disegno Luci Jean-Paul Carradori

 Romeo: Martin A. Zanotti
Giulietta Teresa Molino
Mercuzio Federico Veratti
Tebaldo Christian Sciagura
Benvolio Fabrizio Gallo Madonna
Capuleti Savina Bellotto Madonna
Montecchi Martina Gerbi
Padre Capuleti Carlo Pacienza
Padre Montecchi Leonardo Cusinato
Frate Lorenzo Duilio Ingraffia
Paride Giorgio Colpani
Rosalinda Anna Kolesarova
Nutrice Patrizia Tosi
Alessia Campidori, Marianna Gentile e Sophie Tonello

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Ravenna-viso-in-aria – Prologo a La stagione dei teatri

Compagnia Caruso-Garante

Spettacolo anticipato a domenica 25 ore 21

(lunedì 26 e martedì 27 ottobre – ore 19 e 21, repliche sospese per nuove restrizioni Covid)

Teatro Rasi

Romeo e Giulietta non sono morti

Sono Salvatore Caruso e Tonia Garante (apprezzati recentemente anche in Va pensiero di Marco Martinelli) i protagonisti del nuovo appuntamento di Ravenna viso-in-aria. Che fine avrebbero fatto e che tipo di coppia sarebbero stati Romeo e Giulietta se non fossero morti? Ebbene, l’ipotesi di partenza è questa: Giulietta Capuleti si è svegliata e Romeo Montecchi è giunto in tempo nella cripta. Lo spettacolo andrà in scena in doppia replica ogni sera, alle 19 e alle 21.

Ecco allora che, dopo essere scappati all’ira spietata dei genitori, dopo secoli di latitanza di Romeo, accusato dell’omicidio di Tebaldo Capuleti, la coppia è giunta a Napoli, dove vivono in affitto in una monocamera a piano terra fronte strada. I due, imprigionati in un “amore eterno”, non possono più tornare indietro, e per non deludere le aspettative dei lettori, e per assenza di alternative. Nella tragedia shakespeariana, Giulietta ha conosciuto Romeo a quattordici anni e senza alcuna esperienza del mondo ha abbracciato totalmente la causa dell’amore. Romeo, di soli due anni più vecchio di lei, ha finalmente trovato una donna come unica ragione di vita.
Ora trentenni, sono consapevoli di essere vittime di un destino tracciato: il fallimento reciproco. Quella libertà di amare si traduce in esasperata sopportazione; parole vomitate; silenzi e incomprensioni. Non è più la tragedia del sacro amore, quanto una tragedia familiare di due “deportati”, due identità spezzate vittime di un delitto sociale. I versi del loro autore cullano il presente come memoria del passato: l’amore che è l’idea di quel che fu.

Romeo e Giulietta non sono morti
di e con Salvatore Caruso e Tonia Garante
collaborazione alla regia Rosario Giglio
collaborazione al testo Linda Dalisi
costumi Raffaella Esposito
scene e grafica Massimo Staich
riprese e montaggio video Marcello Sannino
in collaborazione con AstorriTintinelli Associazione Culturale

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MET 2007

CONDUCTOR
Plácido Domingo

REGIA
Guy Joosten

SET DESIGNER
Johannes Leiacker

COSTUME DESIGNER
Jorge Jara

LIGHTING DESIGNER
David Cunningham

CHOREOGRAPHER
Sean Curran

Tybalt
Marc Heller

Paris
Louis Otey

Capulet
Charles Taylor

Juliette
Anna Netrebko

Mercutio
Nathan Gunn

Roméo
Roberto Alagna

Gertrude
Jane Bunnell

Grégorio
David Won

Friar Laurence
Robert Lloyd

Stéphano
Isabel Leonard

Benvolio
Tony Stevenson

The Duke of Verona
Dean Peterson

Juliet Yasmine Naghdi
Romeo Matthew Ball
Mercutio Valentino Zucchetti
Tybalt Gary Avis
Benvolio Benjamin Ella
Paris Nicol Edmonds
Lord Capulet Christopher Saunders
Lady Capulet Christina Arestis

Artists of The Royal Ballet

Orchestra of the Royal Opera House
Conductor Pavel Sorokin

Choreography Kenneth MacMillan
Music Sergey Prokofiev
Designer Nicholas Georgiadis
Lighting designer John B. Read

Sergei Prokofiev
ballet in three acts
Libretto by Andrian Piotrovsky, Sergei Prokofiev, Sergei Radlov and Leonid Lavrovsky, based on the tragedy by William Shakespeare

Choreography by Leonid Lavrovsky
Set and costume design by Pyotr Williams

Conductor Valery Gergiev

Juliet Diana Vishneva
Tybalt Ilya Kuznetsov
Romeo Vladimir Shklyarov
Mercutio Alexander Sergeyev

© 2013 Mariinsky Theatre • Telmondis • Mezzo

2017, Teatro alla Scala

Romeo  Roberto Bolle
Giulietta Misty Copeland
Mercuzio Antonino Sutera
Tebaldo Mick Zeni
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Choreography Kenneth MacMillan

2000

Alessandra Ferri (Juliet)
Angel Corella (Romeo)

Orchestra del Teatro alla Scala
David Garforth

Choreography Kenneth MacMillan
adapted by Monica Parker, Georgina Parkinson & Julie Lincoln

Bolshoi 2013

JULIETTE
Anna Nikulina

ROMEO
Alexander Volchkov

COREOGRAFIA
Yuri Grigorovich

dal 29 gennaio al 2 febbraio 2020
Compagnia Enfi Teatro
presenta
ROMEO E GIULIETTA
NATI SOTTO CONTRARIA STELLA
da William Shakespeare
drammaturgia e regia Leo Muscato

con Ale e Franz, Eugenio Allegri, Marco Gobetti, Marco Zannoni
e con la partecipazione straordinaria di Paolo Graziosi

musicista Roberto Zanisi
musiche Dario Buccino
scene e costumi Carla Ricotti
disegno luci Alessandro Verazzi

Lo spettacolo

I veri protagonisti del nostro spettacolo non sono i personaggi dell’opera, ma sette vecchi comici girovaghi che si presentano al pubblico per interpretare la dolorosa storia di Giulietta e del suo Romeo. Sanno bene che è una storia che già tutti conoscono, ma loro vogliono raccontarla osservando il più autentico spirito elisabettiano. Sono tutti uomini e ognuno di loro interpreta più personaggi, anche quelli femminili.
Il fatto è che le buone intenzioni non si sposano con le loro effettive capacità (o modalità) di stare in scena. Rivali e complici allo stesso tempo, da un lato si rubano le battute, dall’altro si aiutano come meglio possono. Convinti di essere dei bravi attori, non si rendono conto che, quando sono in palcoscenico, non riescono neanche a dissimulare i loro rapporti personali fatti di invidie, ripicche, alleanze, rappacificazioni. A volte, le intenzioni dei personaggi si confondono con le loro, provocando una serie di azioni e reazioni a catena che, in una dimensione meta-teatrale assolutamente involontaria, finiscono per massacrare la storia dell’esimio poeta! Presi singolarmente, sembrano avanzi di teatro; messi insieme, formano una compagnia tragica, involontariamente comica, quindi doppiamente tragica. Ma loro non lo sanno! Forse qualcuno lo immagina, ma preferisce non approfondire.
Succede un miracolo però: nonostante tutto, la storia di Romeo e Giulietta vince su ogni cosa. In un modo o nell’altro, questi Comici, riescono a raccontare la storia dei due giovani amanti, e arrivano a farlo anche se loro “giovani” non lo sono più da tanto tempo. E in un modo o nell’altro riescono pure a far commuovere. Forse perché dalla loro goffaggine traspare una verità che insinua un forte dubbio: quello che, in questa storia, più di chiunque altro, sono proprio loro quelli… Nati sotto contraria stella.

Lo spettacolo dura 1 ora e 50 minuti.

La recita pomeridiana di domenica 2 febbraio (Turno F) verrà anticipata alle ore 15 per esigenze della Compagnia.

La prevendita dello spettacolo “Romeo e Giulietta – Nati sotto contraria stella” sarà effettuata anche online a partire dal 25 gennaio (dalle ore 19.30) sul portale vivaticket.it

BIGLIETTERIA (Via Verdi n. 1/3 – tel. 0542 602610):
Sabato 25/01/2020 Prevendita biglietti
Biglietteria ore 16-19
Martedì 28/01/2020 Prevendita biglietti
Biglietteria ore 10-12
Mercoledì 29/01/2020 I recita ore 21
Biglietteria ore 19-21
Giovedì 30/01/2020 II recita ore 21
Biglietteria ore 19-21
Venerdì 31/01/2020 III recita ore 21
Biglietteria ore 19-21
Sabato 01/02/2020 IV recita ore 15,30
Biglietteria ore 14-15,30
V recita ore 21
Biglietteria ore 19-21
Domenica 02/02/2020 VI recita ore 15
Biglietteria ore 14-15

Giovedì 31 ottobre, venerdì 1 novembre ore 16 e ore 21

Sabato 2 novembre 2019 ore 21
PRIMA RI-ALLESTIMENTO
EnfiTeatro

ALE E FRANZ
Romeo & Giulietta

Nati sotto contraria stella
da WILLIAM SHAKESPEARE

e con Eugenio Allegri, Marco Gobetti, Marco Zannoni, Roberto Zanisi
e con la partecipazione straordinaria di Paolo Graziosi

musiche di Dario Buccino
drammaturgia e regia LEO MUSCATO

La grande apertura della Stagione 2019/2020 del Teatro Diego Fabbri di Forlì sarà la “Prima” di Nati sotto contraria stella, la commedia interpretata da Ale e Franz che il drammaturgo e regista Leo Muscato ha tratto da Romeo e Giulietta di Shakespeare. Insieme all’affermato duo comico, ne sono interpreti Paolo Graziosi, Eugenio Allegri, Marco Gobetti, Marco Zannoni e Roberto Zanisi.
Lo spettacolo andrà in scena giovedì 31 ottobre alle ore 21, venerdì 1 novembre alle ore 16 e alle ore 21 e sabato 2 novembre alle ore 21.

INCONTRI AL RIDOTTO

Gli interpreti dello spettacolo incontreranno il pubblico sabato 2 novembre alle ore 18 presso il Ridotto del Teatro Diego Fabbri. L’ingresso all’Incontro è gratuito fino a esaurimento posti.
Dopo la “Prima” forlivese, lo spettacolo replicherà al Teatro Goldoni di Bagnacavallo lunedì 4 novembre alle ore 21.
I veri protagonisti dello spettacolo non sono i personaggi della tragedia shakespeariana, ma dei comici girovaghi che si presentano al pubblico per interpretare La dolorosa storia di Giulietta e del suo Romeo. Sanno bene che è una storia che già tutti conoscono, ma loro vogliono raccontarla osservando il più autentico spirito elisabettiano. Sono tutti uomini e ognuno di loro interpreta più personaggi, anche quelli femminili.
Il fatto è che le buone intenzioni non si sposano con le loro effettive capacità (o modalità) di stare in scena. Rivali e complici allo stesso tempo, da un lato si rubano le battute, dall’altro si aiutano come meglio possono. Convinti di essere dei bravi attori, non si rendono conto che, quando sono in palcoscenico, non riescono neanche a dissimulare i loro rapporti personali fatti di invidie, ripicche, alleanze, rappacificazioni. A volte, le intenzioni dei personaggi si confondono con le loro, provocando una serie di azioni e reazioni a catena che, in una dimensione meta-teatrale assolutamente involontaria, finiscono per massacrare la storia dell’esimio poeta! Presi singolarmente, sembrano avanzi di teatro; messi insieme, formano una compagnia tragica, involontariamente comica, quindi doppiamente tragica. Ma loro non lo sanno! Forse qualcuno lo immagina, ma preferisce non approfondire. Succede un miracolo però: nonostante tutto, la storia di Romeo e Giulietta vince su ogni cosa. In un modo o nell’altro, questi comici, riescono a raccontare la storia dei due giovani amanti e arrivano a farlo anche se loro “giovani” non lo sono più da tanto tempo. E in un modo o nell’altro riescono pure a far commuovere. Forse perché dalla loro goffaggine traspare una verità che insinua un forte dubbio: quello che, in questa storia, più di chiunque altro, sono proprio loro quelli… Nati sotto contraria stella. ​​

(Leo Muscato)

Un’Arena gremita ha accolto con un lungo applauso Sergei Polunin e Alina Cojocaru per la prima mondiale di Romeo & Giulietta, diretta da Johan Kobborg.
Oltre diecimila spettatori provenienti da ogni parte del mondo – in particolare Europa, Stati Uniti, Russia e Giappone e dagli angoli più remoti del pianeta (dalla Nuova Zelanda al Sud Africa e al Venezuela) – per l’atteso debutto nel ruolo di Romeo della star assoluta del balletto internazionale Sergei Polunin. Lunghe file di appassionati e neofiti, oltre al pubblico delle grandi occasioni e autorità cittadine, nello storico scenario dell’Arena di Verona trasformato grazie alle imponenti scenografie del visual artist David Umemoto e alle coreografie di Johan Kobborg.
Una messinscena vibrante e narrativa di una delle più potenti e tragiche opere di William Shakespeare, nella città della coppia di innamorati più famosa della storia.

Grazie a un cast di eccezionali danzatori – tra cui il primo solista del Royal Ballet di Londra Valentino Zucchetti nel ruolo di Mercutio una delle più prestigiose posizioni del balletto mondiale – e a uno staff creativo di prim’ordine, Romeo & Giulietta riporta in vita la tragedia shakespeariana musicata da Sergei Prokofiev, con l’intenzione di raggiungere il cuore, non solo degli appassionati di balletto, ma anche di un pubblico meno esperto in materia.

Tra gli ospiti: la stella del pattinaggio Carolina Kostner, il Vice Primo Ministro Russo per la Cultura Olga Golodets, il sindaco di Verona Federico Sboarina, l’assessore alla cultore del comune di Milano Filippo Del Corno, Cristina Muti.

Romeo & Giulietta è realizzato da Polunin ink e Show Bees in collaborazione con ATER (Associazione Teatrale Emilia-Romagna) e con il Festival della Bellezza.

Spiazzante, travolgente, star assoluta del balletto internazionale, Sergei Polunin, la nuova “anima rock” della danza, debutta con Alina Cojocaru nella prima mondiale di Romeo & Giulietta, lunedì 26 agosto (ore 21.00) all’Arena di Verona per raccontare, attraverso la danza, una delle più belle, tragiche e romantiche opere di William Shakespeare.
Una versione originale e contemporanea della celebre tragedia musicata da Prokofiev. Grazie alle coreografie di Johan Kobborg alle scene di David Umemoto – scultore e visual artist – e a un corpo di danzatori di livello mondiale, Romeo & Giulietta, pur nella fedeltà alla tradizione del balletto classico, si arricchisce di traiettorie e gestualità che aprono nuove prospettive nell’arte della danza.
Una messinscena vibrante di una delle più potenti e tragiche opere di William Shakespeare, nella città della coppia di innamorati più famosa della storia.
Al centro della scena brilla l’estro virtuoso di Sergei Polunin, celebrità di fama mondiale che innova i canoni del balletto classico, circondato dall’alone delle rockstar, diretto discendente della stirpe di geniali, sensuali, iperbolici danzatori che da Nijinsky a Nureyev hanno infiammato i teatri e l’immaginario di milioni di fan.
Un Romeo post-litteram, più veloce ed eccitante, proiettato al futuro, che trova nel talento e nei muscoli del trentenne danzatore ucraino il diapason delle infinite potenzialità della danza.
Polunin, spirito inquieto e indipendente, innovatore per vocazione, fa della commistione di contesti creativi – oltre alla danza, è protagonista al cinema, nella moda, nella recitazione – il tratto distintivo di un nuovo approccio all’arte di Tersicore.
L’altra metà della storia d’amore vive nella grazia e nel talento di Alina Cojocaru, Giulietta, danzatrice rumena di fama mondiale, da anni ballerina principale dell’English National Ballet e parte di alcuni tra i più prestigiosi corpi di ballo internazionali.
Grazie a un cast di eccezionali danzatori e a uno staff creativo di prim’ordine, Romeo & Giulietta riporta in vita la tragedia shakespeariana musicata da Sergei Prokofiev, con l’intenzione di raggiungere il cuore, non solo degli appassionati di balletto, ma anche di un pubblico meno esperto in materia.
L’evento si tiene in collaborazione con la VI edizione del Festival della Bellezza di Verona – I Maestri dello spirito, manifestazione ispirata proprio a Dante, Mozart e Shakespeare, punto di riferimento per riflessioni sulla bellezza espressa nell’opera di straordinari artisti, in scenari storici di grande suggestione architettonica e artistica.
Romeo & Giulietta è realizzato da Polunin ink e Show Bees in collaborazione con ATER (Associazione Teatrale Emilia-Romagna) e con il Festival della Bellezza.

Il 26 agosto sarà l’apice di mesi di pura gioia creativa per me e per la squadra che mi affianca in questa nuova produzione di un solo atto di Romeo e Giulietta.
Lavorare con artisti fenomenali quali Alina Cojocaru e Sergei Polunin ora al massimo delle loro potenzialità, in questo luogo iconico spettacolare e maestoso, l’Arena di Verona, è molto di più di una notte speciale: è l’opportunità di una vita e uno di quei momenti che noi come artisti spesso sogniamo che possano arrivare prima o poi.
Mi sento fortunato di poter lavorare a fianco di David Umemoto, un artista che da tempo ammiro da lontano. Vedere che una sua creazione verrà alla luce qui all’Arena sarà di per sé un avvenimento prezioso. Collaborare da vicino con questo gruppo di artisti incredibili per portare in vita questa storia d’amore cruciale in una versione ad atto unico, come l’originale, sarà un’occasione unica per tutti noi e spero in uno spettacolo che commuoverà, toccherà da vicino e se necessario ricorderà al pubblico l’incredibile forza e bellezza di questa forma d’arte che è il balletto.

Johan Kobborg

È un grande passo avanti per noi: l’obiettivo che ho sempre voluto raggiungere, cioè di produrre il balletto classico lontano dalle compagnie di balletto stabili; qui seguiamo le nostre regole e le nostre idee; nel perseguire questo obiettivo voglio lavorare con Johan Kobborg. In lui vedo il coreografo che può rinnovare l’immagine e il futuro del balletto, pur mantenendolo classico, perché unisce in sé l’approccio moderno al rispetto per la tradizione.
Essere all’Arena di Verona è fantastico! L’idea di essere all’aperto, sentirsi parte della natura, non esiste un posto altrettanto perfetto per esibirsi e comunicare con il pubblico. Verona è anche la città, la casa di Romeo e Giulietta e non vedo l’ora di danzare sulla partitura drammatica di Prokofiev, per la prima volta qui a Verona.
Romeo è un personaggio non solo romantico, ma soprattutto passionale, vivace: cercherò di interpretarlo con questo spirito, e farlo a Verona lo rende una grande emozione.

Sergei Polunin

Quando avevo 19 anni ho incontrato per la prima volta Giulietta e ho trovato il mio Romeo. Un balletto molto speciale per me! Ora dopo alcuni anni e dopo avere interpretato quel ruolo in 5 diverse produzioni sono entusiasta di ritornare da lei ancora una volta. E in questa occasione nel modo più affascinante per un artista: una nuova creazione. Non vedo l’ora di lavorare e ballare di nuovo con Sergei e abbracciare tutte le scoperte e le novità a cui ci porterà la visione di Johan e il nostro lavoro insieme a lui.
Avere l’Arena di Verona come prima casa per il debutto di questa produzione aumenta ancora di più la magia di questo momento. Sono felicissima di tornare in Italia e interpretare la più grande delle storie d’amore in questo luogo meraviglioso.

Alina Cojocaru

JOHAN KOBBORG – coreografo Johan Kobborg è stato ballerino principale al Royal Danish Ballet e al Royal Ballet e ballerino ospite nelle più grandi compagnie in tutto il mondo.
Recentemente, si è reso famoso anche come coreografo con prestigiose Compagnie tra le quali il Royal Ballet, il Balletto del Teatro Bolshoi, il Royal Danish Ballet, lo Zurich Ballet, il National Ballet of Canada, il San Francisco Ballet, il Lithuanian National Ballet e il Royal New Zealand Ballet.
Nel dicembre 2017 ha creato una nuova produzione di Don Chisciotte per il Balletto Yacobson di San Pietroburgo, tale produzione è stata candidata a sette Golden Mask in Russia nel 2018 (tra queste come Migliore Produzione e Miglior Coreografo 2018).
Dal dicembre 2013 all’aprile 2016 è stato Direttore Artistico del Balletto del Teatro d’Opera di Bucarest. Ha portato nel repertorio della Compagnia le opere di Frederick Ashton, Jiri Kylian, Yuri Posskhov, Alexei Ratmansky, George Balanchine, Jerome Robbins, Kenneth MacMillan che in parte non erano mai state viste dal pubblico romeno. Inoltre ha mantenuto e rimodernato il ricco repertorio classico della Compagnia includendovi Il lago dei cigni, Don Chisciotte e Le Corsair Nel novembre 2012 insieme a Ethan Stiefel firma una nuova produzione di Giselle per il Royal New Zealand Ballet, poi presentate in tour nella Nuova Zelanda, in Cina, negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Nel giugno 2015 la produzione di Kobborg e Ethan Stiefel è entrata nel repertorio del Balletto del Teatro d’Opera di Bucarest.
Nel 2015 la Compagnia è stata insignita del titolo di “Compagnia dell’Anno 2015” dalla rivista inglese “Dance Europe” e da quella tedesca “Tanz”.
Nel 2005 il Royal Ballet gli ha commissionato una nuova produzione de La Sylphide, che ha avuto grande successo, tanto che nel 2012 è stata presentata dal Balletto del Teatro Bolshoi, nel 2013 è entrata nel repertorio del Balletto del Teatro d’Opera di Bucarest, e infine nel 2016 in quello del National Ballet of Canada. Nel 2019 verrà presentata dall’Atlanta Ballet.
Dopo il successo de La Sylphide, Il Royal Ballet nel 2009 commissiona a Johan Kobborg una nuova creazione Les Lutins, nel cast originale vi erano Alina Cojocaru, Sergei Polunin, Steven McRae. Più recentemente è stato interpretato da Svetlana Zakharova, étoile del Balletto del Teatro Bolshoi in numerosi gala e festival di danza in tutto il mondo.
Nell’aprile 2011 Johan Kobborg ha creato Alumnus per il Royal Danish Ballet presentato a Copenaghen e in occasione di un tour della Compagnia negli Stati Uniti nel 2011.
Johan Kobborg ha collaborato inoltre con Ralph Fiennes per il suo film su Nureyev intitolato “The White Crow” uscito nel 2018.

SERGEI POLUNIN – Romeo

Sergei Polunin, nato a Kherson, Ucraina, si avvicina alla ginnastica ritmica da bambino, per poi passare alla danza all’età di 8 anni. A 13 anni, grazie al suo precoce talento, vince una borsa di studio della “Rudolf Nureyev Foundation”, ed entra così a far parte della British Royal Ballett School, dove si distingue ben presto per le sue doti. Nel 2010, a soli 19 anni, viene nominato primo ballerino, il più giovane nella storia del Royal Ballet. I due anni seguenti sono segnati da grandi successi professionali, ma anche da una profonda irrequietezza personale che lo porta nel 2012 a rassegnare le sue dimissioni dalla compagnia per concentrarsi su una carriera da freelance.
Nei mesi seguenti continua ad esibirsi in tutto il mondo, fino a quando nel giugno dello stesso anno viene invitato da Igor Zelensky, direttore artistico del Teatro Stanislavsky di Mosca e del Teatro d’opera e balletto di Novosibirsk, che gli offre il ruolo di primo ballerino nella sua compagnia, garantendogli però la libertà di esibirsi altrove e di impegnarsi in altri progetti.
Nel frattempo, partecipa a trasmissioni televisive e si presta per servizi fotografici su varie riviste internazionali.
Nel 2015 gira un video con il celebre fotografo e video maker David LaChapelle sulle note di “Take me to church” di Hozier, con una coreografia inedita, il video ottiene un successo clamoroso, oltre 25 milioni di visualizzazioni, e rilancia la notorietà di Sergei Polunin e infondendo in lui nuova linfa vitale.

Continua la sua carriera come ballerino ospite presso le più importanti compagnie in tutto il mondo, tra le quali: il Teatro alla Scala, il Royal Ballet, il Teatro Bolshoi di Mosca, il Teatro di San Carlo di Napoli, Teatro Stanislavsky di Mosca e il Bayerische Staatsballet di Monaco.
Attualmente Sergei Polunin si esibisce in tutto il mondo con spettacoli prodotti dalla sua società artistica, Polunin Ink, con cui presenta progetti di danza innovativi che vedono coinvolti artisti internazionali e provenienti da varie discipline, tra i recenti spettacoli presentati sui palcoscenici internazionali citiamo: “Satori” (2017), “SACRÉ” (2018), “Rasputin” (2019).
Parallelamente alla sua attività di ballerino, coltiva la sua carriera sul grande schermo. All’inizio del 2017, la vita di Sergei Polunin viene raccontata in Dancer, un documentario prodotto da Gabrielle Tana. Il film si concentra sull’infanzia di Sergei Polunin in Ucraina e sui suoi primi passi nel mondo della danza, ed in particolare sulle difficoltà e le sfide affrontate in quel periodo della sua vita.
Nel novembre 2017, con il suo debutto cinematografico nella versione di Assassinio sull’Orient Express firmata dal regista Kenneth Branagh, comparendo accanto a star del calibro di Johnny Depp, Penelope Cruz, Judi Dench e Daisy Ridley.
Nel 2018 recita nel thriller di Francis Lawrence Red Sparrow, al fianco di Jennifer Lawrence e Joel Edgerton, in The White Crow di Ralph Fiennes, con Oleg Ivenko e Adèle Exarchopoulos, e nella rilettura dello Schiaccianoci firmata da Lasse Hallström (The Nutcracker and the Four Realms), che vede nel cast la presenza di Keira Knightley, Morgan Freeman e Helen Mirren.
Tra i vari progetti che lo vedono attualmente impegnato sul fronte della danza, della moda e del cinema, ricordiamo il debutto di una nuova creazione “Romeo & Giulietta”, con la coreografia di Johan Kobborg e con la celebre ballerina Alina Cojocaru, lo spettacolo verrà presentato in prima mondiale all’Arena di Verona il 26 agosto 2019.
Nell’imminente futuro, sarà inoltre impegnato come direttore del nuovo Centro coreografico di Sebastopoli, con l’obiettivo di costruire un nuovo sistema educativo e divenire un centro artistico e coreografico internazionale.

ALINA COJOCARU – Giulietta

Originaria di Bucharest, Alina Cojocaru ha studiato a Kiev per sette anni, per poi unirsi alla Royal Ballet School di Londra nel 1997. Sei mesi dopo aver completato i suoi studi ritorna a Kiev, dove si unisce al Balletto dell’Opera di Kiev come prima ballerina. Un anno più tardi, a novembre 1999, si unisce al Royal Ballet e alla fine della stagione viene promossa solista. Il 17 aprile 2001 Sir Anthony Dowell la promuove al rango di prima ballerina dopo aver interpretato Giselle.
Nel settembre 2013 Alina Cojocaru entra a far parte dell’English National Ballet, sempre in qualità di prima ballerina. Oltre alle esibizioni con l’English National Ballet continua ad esibirsi come artista ospite per compagnie in tutto il mondo, come l’Hamburg Ballet e l’American Ballet Theatre. A febbraio 2012 ha presentato il suo progetto personale Alina Cojocaru – Dream Project a Tokyo, una collaborazione che ha diretto insieme ad artisti del Tokyo Ballet, Hamburg Ballet, English National Ballet e Royal Ballet. La seconda edizione di questo progetto si è svolta a luglio 2014. Nel 2015 ha presentato un Gala di beneficienza al Lincoln Center a New York.
Il suo vasto repertorio include i seguenti ruoli: Odette/Odile (Il lago dei cigni), Giulietta (Romeo e Giulietta), Giselle; Principessa Aurora e Principessa Florine (La bella addormentata), Marguerite (La Signora delle camelie), Kitri (Don Chisciotte), Olga e Tatiana (Onegin); Cenerentola, La fata confetto e Clara (Lo Schiaccianoci), Titania e Ippolita (Sogno di una notte di mezz’estate), Nikiya (La Bayadère), Diamonds (Jewels), Marguerite (Marguerite e Armand), Symphonic Variations, Manon, La Sylphide, Swanilda (Coppèlia), Masquerade, Polyphonia, Symphony in C, Chloe (Dafni e Chloe), Lise (La Fille mal gardée), Voices of Spring, The Vertiginous Thrill Of Exatitude, Raymonda atto III, Le fiamme di Parigi, Medora (Le Corsaire), Grand Pas Classique, Tchaikovsky Pas de Deux, Musorgski Waltz, La morte del cigno e molti altri.
Ha interpretato per la prima volta varie creazioni di autori contemporanei, come: Musketeer and Valse di Rubina Alla Davidovna, Swanilda (in Coppelia di Anatolyi Shekera), Ad infinities di Vanessa Fenton, There where she loves di Christopher Wheeldon, This House will Burn di Ashley Page, Les Saisons di David Bintley, Two Footnotes, Bird as a Prophet, Rushes di Kim Brandstrup, Engram and Chroma di Wayne McGregor, Les Lutins e La Sylphide di Johan Kobborg, Julie in Liliom di John Neumeier, 24 Preludes di Alexei Ratmansky, Solveig in Peer Gynt di John Neumeier, Giselle in Giselle di Akram Khan, Second Breath di Russell Maliphant.
Come artista ospite si è esibita per prestigiose compagnie, come: Balletto Mariinsky di San Pietroburgo, Belletto dell’Opèra di Parigi, Balletto Bolshoi di Mosca, American Ballet Theater, Hamburg Ballet, Royal Danish Ballet, Hungarian National Ballet, Wiener Staatsoper, Zurich Ballet, Balletto del Teatro alla Scala, Ballet Nacional de Cuba, South African Ballet Theater, Kremlin Ballet, Tokyo Ballet. Oltre ad essersi esibita in numerosi Gala con l’Hamburg Ballet, il Balletto del Teatro alla Scala, il Balletto Nazionale cinese, il Ballet Basel, il Balletto nazionale della Lettonia, il Munich Ballet, il Dortmund Ballet, il Balletto nazionale finlandese e molti altri.
Nel corso della sua carriera è stata insignita di diversi premi: Critics’ Circle Dance Award (‘Best female dancer’, 2002; per l’interpretazione in Giselle di Akram Khan, 2017; ‘Outstanding female classical performance’ per l’interpretazione di Aurora La bella addormentata, 2018); Dance for You Magazine (‘Best dancer’ per l’interpretazione in Romeo e Giulietta e Giselle di Neumeier, 2014), Taglioni-European Ballet Award (‘Best female dancer’, 2014), German Dance critics award (‘Dancer of the year’, 2012), Benois De la Dance (‘Best female dancer’ per l’interpretazione di Liliom, 2012), Ballerina of the Decade Award (Mosca 2010), VIP Romanian music and performing arts Award (2010), Premio Nijinsky (‘Best female Dancer’, 2004), Benois De la Dance (‘Best female dancer’, 2004), Internationaler Movimentos Tanz Preis (‘Best female dancer’, 2004), Nagoya International Ballet Competition (Medaglia d’oro), Prix De Lausanne (Vincitrice, 1997). Nel 2002 è stata insignita del titolo di “Cavaliere della Romania” per meriti artistici.

NIKOLAS GAIFULLIN – Tebaldo

Nikolas Gaifullin è nato a Sarasota, in Florida. Ha iniziato a studiare danza con i suoi genitori, Stephanie Murrish, ballerina del Sarasota Ballet e Daniil Gaifullin formatosi all’Accademia del Balletto Bolshoi di Mosca.
Nikolas Gaifullin si è esibito nelle seguenti formazioni di danza: programma universitario dell’American Ballet Theatre, National Ballet School of Canada, the School at Jacob’s Pillow e Kansas City Ballet II. Ha partecipato diverse volte al Concorso “Youth America Grand Prix” classificandosi finalista o semifinalista. Nel 2007 si è esibito in Italia al Festival di Spoleto. Nel 2012, ha ottenuto la medaglia d’argento al “World Ballet Competition”, ha inoltre ricevuto la borsa di studio “Grishko” da parte del Carreno Dance Festival e si è esibito come guest al 17°
“International Miami Dance Festival Young Medalists”.
Fa parte dell’Atlanta Ballet da due stagioni, nelle quali ha eseguito i seguenti ruoli: Basilio (Don Chisciotte di Yuri Possokhov), Drosselmier (Lo Schiaccianoci di Yuri Possokhov), Cavaliere e Re delle nevi (Lo Schiaccianoci di John McFalls), James (La Sylphide di Johan Kobborg); ha danzato inoltre in: 7 for Eight di Helgi Tomassons, Return to a Strange Land di Jiri Kylian, Blink di Tara Lee, Concerto Armonico di Max Petrov, The Premiere di Ricardo Aramante, Sum Stravinsky di Kiyone Ross e il Principe Siegfried come artista ospite ne Il lago dei cigni della compagnia di balletto Russian Classical Ballet.

VALENTINO ZUCCHETTI – Mercuzio

Valentino Zucchetti si è diplomato alla Royal Ballet Upper School ed è entrato a far parte della compagnia nel 2010, promosso solista nel 2012 e Primo ballerino nel 2014.
È nato in provincia di Bergamo e ha iniziato a studiare danza già all’età di 4 anni. All’età di 11 anni è trasferito a Milano per frequentare l’Accademia della Scala. All’età di 16 anni ha ottenuto una borsa di studio per frequentare la Royal Ballet Upper School, in quel periodo vince il Concorso internazionale di Balletto “Genée” nel 2006 e il “Solo Seal award” nel 2007.
In seguito fa parte del Balletto di Zurigo e poi del Balletto Nazionale norvegese.
Il suo repertorio presso il Royal Ballet include i seguenti ruoli: Colas (La Fille mal gardée), Rhapsody, ragazzo blu (Les Patineurs), Lescaut (Manon), Clown (Racconto d’inverrno), amante della ragazza gitana (I due piccioni), Lensky (Onegin), Espada (Don Chisciotte), Hilarion (Giselle), Puck (The Dream), Hans-Peter e Il Principe (Lo Schiaccianoci), Mercuzio (Romeo e Giulietta), Idolo di bronzo (La Bayadère), Ufficiale ungherese (Mayerling),
l’uccellino azzurro (La Bella addormentata), il matto di corte (Il Principe delle Pagode) e ruoli principali di: The Vertiginous Thrill of Exactitude, Tarantella, Jewels, The Human Seasons, Scènes de ballet, Symphonic Variations, DGV: Danse à grande vitesse e Within the Golden Hour.

Famosi coreografi hanno creato per lui, tra questi: Carlos Acosta, Kim Brandstrup, David Dawson, Alastair Marriott, Liam Scarlett, Heinz Spoerli e Christopher Wheeldon, tra i tanti.
Valentino Zucchetti ha vinto il premio “Ursula Moreton Choreographic” della Royal Ballet Upper School nel 2005. Ha creato la coreografia Sonata for Six per le recite della Scuola nel 2013 e crea regolarmente coreografie nell’ambito di Royal Ballet’s Draft Works. Nel 2013 ha creato la coreografia Orbital Motion per il New English Ballet Theatre.

SALA SHAKESPEARE 2013

regia e traduzione di Ferdinando Bruni
scene di Andrea Taddei
costumi di Ferdinando Bruni
maschere di Giovanni De Francesco
duelli e risse a cura di Beniamino Caldiero

Alejandro Bruni Ocaña, Camilla Semino Favro, Ferdinando Bruni, Ida Marinelli, Luca Toracca, Mercedes Martini, Fabiano Fantini, Nicola Stravalaci, Alessandro Rugnone, Emanuele Turetta, Francesco Folena Comini, Mauro Lamantia, Giacomo Marettelli Priorelli

luci di Nando Frigerio
suono di Giuseppe Marzoli
produzione Teatro dell’Elfo in collaborazione con Estate Teatrale Veronese e AMAT

elfo.org

]https://youtu.be/_bUWka1u-TA

 

8 thoughts on “Romeo et Juliette Romeo & Giulietta

  1. Cremona-Teatro Ponchielli

    Romo et Juliette di Gounod
    (18 nov. 2011)

    Dieci e lode alla Juliette di Serena Gamberoni.

    Di Giosetta Guerra

    A una giovane donna dalla pelle diafana, occhi azzurri, lunghi capelli neri e dalla voce dangelo certamente chiedereste: Ma tu sei Giulietta? E lei vi risponderebbe: Oui, je suis Juliette.
    Al Teatro Ponchielli di Cremona Juliette, figlia di Capuleti, Serena Gamberoni, sempre vestita di bianco. Lartista unisce le physique du rle a un mezzo vocale limpido, luminoso, fresco, esteso, duttile nei trilli, scintillante negli acuti, il suono melodiosissimo nelle mezze voci e nel canto a fior di labbra, fulminante negli slanci acutissimi (Amour, rianime mon courage); nella nota arietta Je veux vivre la voce si apre e si amplia nelle strepitose progressioni acute, poi si alleggerisce fino al sussurro; dopo aver baciato Romeo il canto sarricchisce di sfumature. Il soprano porge bene, conosce larte del canto sul fiato e la tecnica dellemissione morbida e vive lamore e il dramma con intenso trasporto emotivo.
    Un suggestivo il fil di voce emesso in posizione supina la rende sublime nella scena della morte accompagnata da una musica straziante.
    Romo, figlio di Montecchi, Jean-Franois Borras che, naturellement, ha una buona pronuncia francese. Il tenore ha voce chiara, estesa, con vibrato, una voce resistente che si spiega luminosa in zona acuta dove raggiunge alte tessiture (Je veux la revoir), anche se si sente il passaggio di registro, padroneggia il canto spiegato di forza con squillo eroico e voce tesa, sa ammorbidire e tenere lunghi suoni, ma a volte la voce non regge il canto a fior di labbra; deve perfezionare la linea di canto e lemissione.
    Park Taiwan (Capulet, padre di Giulietta) ha voce cupa di basso, estesa, poco ferma e poco gradevole, senza gravi e senza spessore.
    Mihail Dogotari (Mercutio amico di Romeo ) un bravo baritono con voce timbrata e sonora e Saverio Fiore (Tybalt nipote di Capuleti) un tenore deciso con voce di bel timbro. Il basso Abramo Rosalen (Frre Laurent) ha voce ampia e timbrata con buoni gravi. Il mezzosoprano en travesti Silvia Regazzo (Stphano, paggio di Romeo) gestisce bene una voce estesa e di bel timbro. Carlo Di Cristoforo (le Duc de Vrone) un basso dal bel colore vocale.
    Il mezzosoprano Nadiya Petrenko Gertrude, balia di Giulietta, il baritono Francesco Masinu Paris, il baritono Romano Dalzovo Gregorio, servitore dei Capuleti, il tenore Marco Voleri Benvolio, amico di Romeo.

    Lallestimento del regista-scenografo Andrea Cigni atemporale perch una storia damore non ha et, infatti noi labbiamo sentita molto vicina anche grazie agli atteggiamenti e alle effusioni degli artisti molto pi consoni alla fisicit dei nostri tempi, ma anche grazie ai costumi contemporanei di Massimo Poli. La scena fissa costituita di uno spazio che si modifica col gioco delle luci prevalentemente blu (light designer Fiammetta Baldisserri), i rari arredi sono simbolici, come il letto insanguinato sospeso in aria allinizio, calato a terra nelle scene damore e di morte, circondato di candele quando diventa il letto funebre di Juliette.
    Pagine liriche di infinita dolcezza, romantiche e melodiose, trovano la loro espressione nella brava Orchestra Lirica I Pomeriggi Musicali diretta da Michael Balke, che conferisce densit e drammaticit al tessuto sonoro nelle scene pi forti.
    I Capuleti vestiti di bianco e i Montecchi di nero sono impersonati dal fantastico Coro del Circuito Lirico Lombardo, inizialmente disposto su una balconata e poi portato in scena alla West Side Story per la lotta tra le due fazioni; i coristi, preparati da Antonio Greco cantano con espressivit e hanno un bel modo di porgere e di amalgamare il suono.
    Il pubblico ha risposto con calorosi applausi.

  2. Capuleti-Montecchi: una storia damore nel mondo glamour della moda.

    Giulietta Capuleti una star immortalata in un ritratto che ne esalta il fascino e la bellezza, simboli di un mondo glamour, quello patinato della haute-couture,e Romeo Montecchi il diretto rivale della casa di moda dei Capuleti con la quale contende il privilegio dellaffermazione sui mercati internazionali del noto marchio di moda. Cos la pi grande storia damore di tutti i tempi resa immortale dai due amanti sfortunati, rivive in questa aggiornata lettura che il Teatro Comunale Pavarotti di Modena presenta in coproduzione con la Fondazione dei Teatri di Piacenza e con lAuditorium di Bolzano in unambientazione firmata da Manfred Schweigkofler nel mondo dellaltamoda dove i due rinomati atelier entrano in competizione fra di loro. Linsostituibile ballo
    in maschera, che in apertura del celebre Romo et Juliette festeggia il compleanno della giovane protagonista, si trasforma in unopportuna sfilata di moda della griffe dei Capuleti, mentre Romeo e amici al seguito prendono parte allevento mascherati con lintento di spiare i loro diretti concorrenti. In questa kermesse che stringe locchio alla Hollywood patinata dellhigh society e che inquadra lamore dei due giovani in un teatro esplicito a tinte forti che con la morte di Mercutio
    e Tybalt nello scontro fra bande rivali profuma tanto di West Side Story, la storia universale shakespeariana e la tessitura romantica di Gounod fortunatamente vivono sopra ogni cosa consentendoci di godere della fisionomia musicale dellopera pi toccante per la drammaticit insita e per quellamore proibito, simbolo di un romanticismo e di un calore umano che combattono fino alla fine contro il materialismo e la supremazia senza scrupoli. Elemento principe di tutto questo la scalinata elegantemente sinuosa che Nora Veneri disegna come simbolo della verticalit e della tortuosa ascesa verso lalto e che nel gioco del bianco e nero acquisisce una compensazione
    drammatica, trasformandosi con un raffinato drappeggio in un talamo nuziale nella scena damore fra i due giovani amanti travolti da incantate emozioni. Nel raccontare la ricchezza prestigiosa della
    partitura di Gounod, Yves Abel sul podio dellorganico Regionale dellEmilia Romagna non appare sempre rispettoso del peculiare stile operistico francese interpretandolo con vitalit teatrale dal fortissimo impatto che poco ha a che fare con leleganza charmeuse e raffinata del tessuto originale.
    Ne esce invece vocalmente perfetto il coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto magistralmente da Corrado Casati in ogni occasione. La bella e raffinata Monica Tarone non d il meglio di s nel celebrato walzer Je veux vivre vagamente spigoloso, ma indubbio che nei
    momenti di intensa drammaticit e nella sensuale scena damore con Romeo e nel duetto finale acquisisce una maturit strepitosa nel bellintreccio ricco di chiaroscuri che diventa affascinante nella progressiva maturazione con il giusto accento nella calda umanit del fraseggio. Paolo Fanale un Romeo generoso, poco espressivo nella prima parte, ma anche lui in progress come dimostrer poi nella vocalit prodiga di buoni sentimenti. E quel che pi conta nellinsieme
    formano una coppia fisicamente credibile nella recitazione sciolta e ricca di una comunicativa che ben si integra nel gioco scenico. Decisamente caldo e suggestivo nelle ombreggiature timbriche il
    colore vocale di Annalisa Stroppa che svolge un ruolo narrativo importante non solo nella Chanson di Stphano, il paggio di Romeo che istigher a duello Mercutio e Tybalt. Anche Stefano Palatchi
    un Frre Laurent credibile per lintensit espressiva. E Gabriella Sborgi una Gertrude prodiga di affettuosa umanit. Non sono invece altrettanto efficaci nella recitazione e nella vocalit i rimanenti
    componenti del cast che non riescono a creare quellequilibro narrativo nella raffinata e complessa progressione armonica che lopera di Gounod conosciuta come una delle pi intense pagine damore di tutti i tempi.

    Modena, novembre 2011.
    Claudia Mambelli.

  3. La Fondazione Arena di Verona sorprende con un Flash mob dedicato a Romo et Juliette

    Venerd 8 luglio 2011 ore 18.00 – Verona, Balcone di Giulietta e Piazza Erbe

    La voce del soprano sivigliano Rocio Ignacio sorprende i turisti in visita al Balcone di Giulietta cantando laria Je veux vivre dallopera lirica Romo et Juliette di Charles Gounod, nuova produzione della Fondazione Arena di Verona per l89 Festival lirico.

    A pochi metri di distanza in Piazza Erbe infuria la battaglia tra Montecchi e Capuleti. I giovani ballerini che interpretano Mercuzio e Tebaldo aizzano le due fazioni ed subito scontro aperto: una danza di guerra e morte si scatena sulle note dellOuverture dellopera di Gounod, di Angel dei Massive Attack e Ah ah di Moby.

    Ma sopra tutto quellodio ancestrale, il canto di Giulietta risuona nella piazza gremita e poche battute riportano la pace. I Montecchi invitano i Capuleti a danzare un lungo valzer di ricongiungimento: il potere della musica, di Romo et Juliette che riporta nella citt di Verona il mito della storia damore pi famosa al mondo.

    Un cantastorie -alias il regista dello spettacolo Francesco Micheli- declama fuori campo alcune battute shakespeariane e rimanda tutti allappuntamento: Romeo e Giulietta sono tornati: 20, 24, 27 Agosto 2011 allArena di Verona.

    E tu, da che parte stai: Montecchi o Capuleti? recitano le magliette indossate per loccasione dai 50 ragazzi, perch liniziativa invita ad iscriversi su arenachannel.com alla community Amici di Romeo e Amiche di Giulietta per rivedere levento e seguire la storia.

  4. ROMEO E IULIETTE DI GOUNOD, OPERA SOSPESA NEL TEMPO, VALORIZZATA DAL SOPRANO MONICA TARONE.
    Romo e Juliette approda per la prima volta il 15 e 16 gennaio al Teatro Alighieri esaltando il talento del soprano Monica Tarone che vi rivest i panni di Irene ne Il ritorno di Don Calandrino di Cimarosa diretta da Muti. Gli strumenti nel suo arco sono una voce ricca di agilit e di coloritura e una padronanza scenica inusuale. Poche note intonate nel luminoso abito bianco da debuttante sono bastate per convincere il pubblico di avere davanti Juliette, ladolescente immortalata dalla letteratura, nonostante la totale assenza di riferimenti a Verona e al Rinascimento. La celebre aria Je veux vivre la dice lunga sul carattere della giovane donna che vuole affacciarsi alla vita godendone appieno. Lattende una prova titanica: il fidanzamento non voluto con Paride, il contrastato amore per Romeo, lassunzione di un sonnifero che simula la morte per sottrarsi alle nozze e poi la fine provocata volontariamente. La Tarone sa esaltare sia il romanticismo proprio di Gounod nei duetti damore che il terrore dellignoto del risveglio nella cripta che immagina invasa dai fantasmi. Dieu! Quel frisson court dans mes veines canta prostrata dalla paura, scuotendo la sensibilit del pubblico. Alessandro Luciano nel ruolo di Romeo non allaltezza della compagna di scena, risulta impacciato nel canto e nelle movenze, sovrastato spesso dallorchestra nellemissione vocale. Limpianto scenico di stampo moderno non lo aiuta, sebbene alcune invenzioni sceniche siano apparse apprezzabili. Lopera si articolata in qualche modo su piani paralleli con momenti corali (il coro affacciato in una sorta di loggione che contorna la scena, il valzer della festa mascherata a casa dei Capuleti, la rissa fra i giovani di opposte fazioni, il Duca e la corte che giudicano affacciati al loggione) e momenti di dialogo e di intimit fra i due innamorati (lincontro, la scena del balcone risolta con un unico fascio di luce, la scena del talamo nuziale). Lopera in francese stata tradotta nel display, dando modo di apprezzare i versi in cui Jules Barbier e Michel Carr hanno trasposto il dramma di W. Shakespeare modificandone alcuni punti come lincontro dei due giovani prima della morte. Charles Gounod si invagh di questa vicenda quando, ventenne studente del Consertoire, ascolt la sinfonia di Berlioz Romeo e Juliette. Medit il progetto per ventanni, debuttando con successo a Parigi nellaprile del 1867. Poi lopera fu rimaneggiata almeno due volte, nel 1873 con il concorso di Georges Bizet che lavrebbe diretta e nella versione per lOpra nel 1888. La coproduzione del Teatro di Pisa con Ravenna, Trento e Rovigo ha ripreso la versione del 1873 priva del balletto e del corteo nuziali. Il regista Andrea Cigni ha collocato la vicenda dei giovani amanti ostacolati dalle famiglie rivali in un luogo senza tempo e senza storia, per avvicinare passioni,odio e contrasti alla sensibilit contemporanea. Non riesco ad affezionarmi ad un Romeo in calzamaglia e piumetta in testa, n a una Giulietta imbellettata in vestitino cinquecentesco affacciata da un balconcino di cartapesta. Si pu anche convenire giacch non sono gli elementi esteriori a sostanziare i contenuti umani dellopera, ma in questo caso, nonostante la bella e orecchiabile tessitura musicale di Gounod, si sentito talvolta uno spaesamento il cui peso ha finito per cadere interamente sulle spalle degli interpreti. Apprezzabile nella scena dominata dal blu e sostanziata da un unico contenitore con tante porte (nel finale in cripta si chiudono tutte definitivamente) la trovata del popolo che introduce la storia e poi la giudica dallalto, la forza ineludibile del destino nel duplice omicidio e la divisione fra le famiglie sottolineato dagli abiti bianchi e nero. Il letto nuziale e la tomba sono identici con i diversi umori scanditi dalle luci parlanti di Fiammetta Baldisserri che sdoppia drammaticamente gli amanti nelle ombre allungate sulle pareti. Vivace ed efficace Silvia Regazzo nei panni di Stefano, paggio di Romeo, innocente strumento del destino, intenso Brian Nickel nel ruolo di Mercuzio particolarmente ne Mab, la reine des mensonges e Carlos Natale in quello di Tebaldo, imponente e sicuro Abramo Rosalen nel ruolo di Frate Lorenzo nellatto terzo (una croce di luce trasversa e odore di incenso delineano il sacro contesto), corretto seppure un po rigido Park Taihwan nel ruolo del vecchio Capuleti, bene anche Nicola Vocaturo (Benvolio), Nejat Isik Belen (Paride), Alberto Zanetti (il duca di Verona). Gertrude Marlene Lichtenberg ingessata in abiti da istitutrice anni sessanta, costumi di Massimo Poli. Compatto ed efficace il Coro della Toscana diretto da Marco Bargagna, raffinate e orecchiabili le arie che scandiscono levolvere della vicenda dai toni gai e colmi di aspettative del primo atto ai toni disperati e drammatici del quarto e del quinto che lOrchestra della Toscana diretta dal M Michele Rovetta ha correttamente eseguito
    Attilia Tartagni 18.01.2011

  5. Romo et Juliette: il mito dellamore che vince ancora oggi.

    E se nella storia i Montecchi e i Capuleti si fossero riappacificati ponendo fine a quel secolare odio che li aveva divisi, consentendo cos ai due giovani amanti Romeo e Giulietta di convolare a nozze realizzando un sogno scandito da un nutrito stuolo di figli comera duopo allora, che cosa ne sarebbe stato di quel grande amore che ha tenuto banco per secoli fra le pi gettonate storie sentimentali di tutti i tempi? Sarebbe stato un amore declinato in tutte le sue sfumature pi elevate anche a distanza di tempo o qualcosa avrebbe scricchiolato nel mnage familiare facendoli precipitare nella pi cruda realt lontana dallallure degli affetti pi intensi? Non lo sapremo mai perch Romo et Juliette, ovvero il dramma fra due giovani che incrociano i loro destini in un mondo dove lodio e i contrasti prendono il sopravvento sullamore pi puro, ha tramutato in tragedia una storia che ha interessato le culture di ogni tempo portando in scena lamore struggente di due cuori separati da una volont estranea ai loro sentimenti trasformandoli in eroi che dalla penna di Shakespeare hanno toccato la vena di grandi musicisti, da Nicola Vaccaj a Vincenzo Bellini che spost lattenzione dai diretti protagonisti al contesto familiare col titolo di I Capuleti e i Montecchi. Fino a Charles Gounod che ne fece un autentico capolavoro dellet matura legata comunque a un retaggio giovanile suscitatogli dalla Sinfonia drammatica musicata dal mitico Berlioz. Dunque un lungo percorso nato in Italia dove un giovanissimo Gounod, vincitore del Prix de Rome, tent i primi approcci col soggetto che prender corpo molti anni pi tardi sotto legida di Lon Carvahlo per il Theatre Lyrique, coniugato dai migliori librettisti francesi di allora, Jules Barbier e Michel Carr. E cos che Gounod d vita a uno dei pi celebrati successi, ci non di meno rielaborato pi volte nel corso del tempo, che approda sul palcoscenico del Teatro Alighieri di
    Ravenna per la prima volta oggi in un mix qualitativamente valido che unisce ricchezza inventiva nella strumentazione e una raffinatezza melodica tipica dellopera francese. Lallestimento che coinvolge i teatri di Pisa, Rovigo, Ravenna e Trento, con la bacchetta di Michele Rovetta sulla compagine Toscana, non gode della rappresentazione del balletto e del corteo nuziale del quarto atto composti appositamente per lopra, ma inserisce molti brani soggetti a taglio, come lesecuzione integrale del duetto nel secondo atto e lEntracte fra il quarto e il quinto, sulla base delle indicazioni lasciate da Gounod che Rovetta risolve elegantemente dosando un certo equilibrio nelle sonorit che avevano conosciuto una contrastata apertura ritmica. E una vera e propria progressione drammatica che ha nella figura di Monica Tarone unintensa Juliette nel giusto accento nella freschezza e nella calda umanit del fraseggio in due momenti tanto diversi: il celebre walzer Je veux vivre e laria del veleno. Bello il ventaglio delle sfumature che accentuano lespressivit passionale e travolgente di questa bella e brava interprete , senzaltro il motore di questo allestimento. Le fa da spalla il Romo di Alessandro Luciano alquanto affaticato nel canto stentoreo che non si adatta alle sue caratteristiche vocali,mentre veramente deliziosa Silvia Regazzo nel ruolo en travest di
    Stphano con un canto efficace e ricco di verve. Listrionico Mercutio interpretato da un Brian Nickel dalla personalit affascinante anche se la vocalit risente di qualche abbandono. Completano il cast Abramo Rosalen nei panni efficaci di Frre Laurent; Carlos Natale Tybalt, Nicola Vocaturo nel ruolo di Benvolio; e ancora Antonio Pannunzio Gregorio, Nejat Isik Belen Paris; Le Duc de Verone interpretato da Alberto Zanetti, la fida Gertrude Marlene Lichtenberg; infine il vecchio Capuleti conosce limmagine esotica di Park Taihwan. Un apprezzamento va al bravo coro della Toscana diretto magistralmente da Marco Bargagna. Nel cast alternativo Juliette portata in scena da Oriana Kurteshi, mentre Giulio Pelligra veste i panni di Romo. La regia tutta bl di Andrea Cigni un deja-vu legato allatemporalit di grande attualit in questo momento e a cui lo stesso Cigni ha attinto in altre occasioni.

    Ravenna, 15 gennaio 2011.
    Claudia Mambelli.

  6. Romo et Juliette AL TEATRO ALIGHIERI DI RAVENNA

    AFFASCINA IL LAVORO DI GOUNOD PORTATO IN UNO SPAZIO ATEMPORALE

    CANTANTI DA PREMIARE PER LO SFORZO, L’IMPEGNO E L’AFFIATAMENTO

    Anche a Ravenna finalmente andata in scena lopera Romo et Juliette di Charles Gounod, il compositore francese autore di Faust: la tragedia adattata dal capolavoro di Shakespeare non aveva mai fino ad ora trovato spazio nella stagioni del Teatro Alighieri (se escludiamo I Capuleti e i Montecchi di Bellini prodotto dal Ravenna Festival nel giugno del 2001). Peccato grave, vista la bellezza della partitura, ricca di raffinatezze e sfumature ma anche di ardente lirismo melodico, ora espiato con questa bella produzione proveniente da Pisa e firmata Andrea Cigni. Il regista ambienta la vicenda dei due innamorati veronesi in uno spazio atemporale, tutto colorato di blu: il risultato suggestivo e la vicenda procede coerentemente ed in maniera efficace. Questo sarebbe gi di gran pregio per uno spettacolo operistico, ed in pi si aggiunge limmedesimazione nei personaggi che tale scelta registica comporta: il portare Romeo e Giulietta in un tempo imprecisato vuol dire, sostanzialmente, portarli ai nostri giorni, e quindi metterci nei loro panni. Un plauso dunque al regista, e uno anche al direttore Michele Rovetta, protagonista di una prova molto positiva alla guida dellOrchestra della Toscana: una lettura, la sua, molto passionale e trascinante. I cantanti che hanno preso parte alla recita della domenica pomeriggio si sono distinti per laffiatamento con cui hanno affrontato parti proibitive, e anche se non ne sono venuti a capo in maniera assolutamente impeccabile vanno comunque premiati per lo sforzo e limpegno.Domenica 19 gennaio nel ruolo di Giulietta cantava Oriana Kurteshi, a suo agio nella coloratura, un po meno negli acuti, ma nel complesso delicata e tenue. Romeo era Giuseppe Pelligra: il fraseggio era buono, la voce salda negli acuti; forse lunica pecca la voce un po piccola, ma sicuramente non uno dei problemi pi gravi per i tenori di questo repertorio, limportante non spingere con la gola, come Pelligra ha fatto qualche volta. Buono il Mercuzio di Brian Nickel, un po fastidioso invece il Tebaldo di Carlos Natale, dallemissione nasale. Alla fine della recita grande successo per tutti gli interpreti (nonostante si trattasse del 2 cast), come raramente mi capitato di vedere a Ravenna.

    Michele Donati

  7. Salzburg: Romo et Juliette 18.8. 2010. 4. Auffhrung

    In einer brillanten Auffhrung bringen die Salzburger Festspiele Romeo et Juliette von Charles Gounod, eine wahrhaft heroisch anmutende romantische Oper nach Shakespeare, auf die Spielflche der Felsenreitschule. Diese Oper ist auch ein Spiel der Massen und eine echte Ausstattungsoper mit bunten historischen Kostmen (Catherine Zuber).

    Das veronesische Volk wird hier in seiner ganzen Vielfalt, seiner sich bekmpfenden Familien, seiner Feste und Brauchtmer gezeigt. Da wogen die Massen immer wieder ber die Spielflche, die Damen mit verschiedenen, damals modischen Kopfbedeckungen, die Mnner mit obligatem Degen. Zu Beginn die Prsentation der volljhrigen Julia (Nino Machaidze) durch ihren Vater: Sie stellt sich mit einem kecken Auftrittslied vor und wird von der Menge (Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor) ob ihrer Schnheit gepriesen. So wird ganz unproblematisch und schn frs Auge von Bartlett Sher weiterinszeniert.

    Die fr das neben Tristan und Isolde berhmteste Liebespaar der Geschichte suggestiv schn komponierte und an den Kulminationen dramatisch zugespitzte Musik wird vom Mozarteum-Orchester Salzburg fulminant gespielt und besonders mit den vielen schn arpeggierenden Harfen-Glissandi wiedergegeben. Fr Yannick Nezet-Seguin gibt keinerlei Irritationen mit seinem Dirigat, und er badet quasi in diesen von ihm mit Vehemenz vorgegebenen Klangfluten.

    Auch hier wird nach der Pause das Geschehen mit dem Lied des Pagen Romeos (einschmeichelnder Mezzo: Cora Burggraaf) kurzfristig in den Zuschauerraum verlagert, das scheint in der Felsenreitschule dazuzugehren. Und die Bhne (Michael Yeargan) ist “naturbelassen”, wenn man die in den Stein gehauenen Logen auch so bezeichnen mchte.

    In der Mitte beim etwa dritten Logen-Stockwerk ist ein schlichter Holzbalkon fr Julia vorgehngt, und Romeos Leiter ist nicht weit davon entfernt. Eine massive Holztr mit Steineinfassung senkt sich herab, als Capulets Grabmalverschlu.
    In den Nebenrollen treten Adrian Strooper, Andrei Bondarenko, Mathias Hausmann auf. Den Duc de Verone gibt autoritativem markanten Bassbariton David Soar. Susanne Resmark ist die vor allem szenisch umtriebige Amme Gertrude. Tybalt fllt die Rolle des unnachgiebigen Gegenspielers Romeos bhnenprsent aus: der eher lyrische Tenor Michael Spyres. Russell Braun ist der eher loskmpfende Freund Romeos, Mercutio, und bringt dabei einen bestens gepflegten Bariton ins Spiel.
    Als Comte Capulet kommt Darren Jaffery mit eher dnnstimmig suselnden Gesang herber. Mikhail Petrenko gibt mit weit gespannten und schnstimmigen Bass-Phrasen den Frre Laurent.

    Als zweite Besetzung figurieren nun das Liebespaar Stephen Costello und Nino Machaidze.
    Der neue Romo ist in schwarzer Ledermontur und schwarzen langen Haaren ein imposanter Liebhaber und Fechter. Er hat eine ganz helle, franzsisch grazise schwrmerische Tenorstimme, nur die Spitzentne zeigen ‘Nerven’. Seine Partnerin ist dagegen noch dynamischer und stimmlich robuster. Fast scheint sie mit der manchmal fast grellen Tongebung ber die Rolle hher-ramatisch hinausgewachsen zu sein. Im Duett mischen sich beide Stimmen jedoch vorzglich.

    Friedeon Rosn

  8. Balletto ROMEO E GIULIETTA
    al Teatro Romano di Verona

    La prima mondiale del balletto Romeo e Giulietta firmata da Thierry Malandain su musiche di Berlioz, nellesecuzione del Malandain Ballet Biarritz, ha chiuso lEstate teatrale veronese 2010 al Teatro Romano. Nessuna citt meglio di Verona poteva ospitare questa prima assoluta ed proprio ad essa che Thierry Malandain ha voluto regalare il suo balletto, dove passione e morte si sono intrecciate in uno spettacolo stupendamente coinvolgente ed emotivo.
    Grazie a una narrazione discontinua e alle incessanti vibrazioni di una decina di bauli in alluminio (allusione ad un mondo di catacombe ?) presenti sul palcoscenico, lo spettatore catturato in un gioco di riflessi che lo mette a confronto con se stesso, dove le sensazioni vengono amplificate a dismisura e i significati mostrati in tutta la loro semplicit e potenza. A questa dimensione rituale legata anche la scelta di utilizzare vestiti di poco valore, ricchi di storie e misteri da raccontare.
    Tutti, ballerini e spettatori, sono coinvolti nel rito perch tutti prendono coscienza di essere sia Romeo che Giulietta. Per questo motivo, a vestire i panni dei due personaggi non sono solo i primi ballerini (tra i quali vi anche il catanese Giuseppe Chiavaro), ma lintera compagnia.
    Quello che Thierry Malandain ha proposto stato uno spettacolo totale ed esasperato, che ha reinventato completamente questa classica e amatissima tragedia damore, grazie anche alla scelta musicale non comune della sinfonia drammatica Romeo e Giulietta di Berlioz, in cui si era cimentato pi di quarantanni fa il grande Maurice Bjart.
    Thierry Malandain, che tre anni fa propose nelle stessa sede veronese Le Creature di Prometeo di Beethoven, si cimentato con unaltra celebre partitura classica, la sinfonia drammatica Romeo e Giulietta che Berlioz compose nel 1839, un capolavoro in sette parti che ha il suo clou nella scena damore, considerata dallo stesso compositore la sua opera meglio riuscita. A quarantaquattro anni di distanza dal Romeo et Juliette di Maurice Bjart (anche quello su musica di Berlioz, che assurse a inno contro la guerra), Malandain, nella maturit creativa della sua carriera di coreografo, ha cercato una strada per misurarsi originalmente con la tragedia shakespeariana, contrapponendo lamore non alla guerra, ma a un mondo sempre pi privo di ideali.
    Non condizionato dalle aspettative del pubblico, deciso a dar spazio alla propria fantasia, ma desideroso altres di esporre con chiarezza, intreccio e sentimenti -sicuramente memore in questo della lezione di Bejart- il coreografo francese ha rispettato nella sostanza la vicenda, anche se partito dalla sua fine per lasciare poi snodare il balletto in macro scene fino alla conclusione, scegliendo di metterne in risalto i passaggi nodali attraverso una rilettura temporale ed un nuovo finale, imprevedibile quanto sfumato in una danza paradisiaca. E dove il tema della morte, ma anche quello del funerale, stato onnipresente, come avviene sempre nella creazione artistica del XIX secolo. Romeo e Giulietta per Maladain anche lamore che trasforma, a cui tutti aspirano e questa specie di suo sogno pu essere considerato come il desiderio che esiste in ogni danzatore dinterpretare uno dei due protagonisti. Per questo motivo i due amanti di Shakespeare non sono stati danzati da una sola coppia, ma bens da nove.
    Tutta la compagnia di ballo ha mostrato disciplina, flessibilit ed una pratica, estese dalla tecnica alla modern dance, dal classico allentertainment. Il risultato sfociato nella creazione di una danza, dove movimento, musica e sollecitazioni visive hanno formato un tuttuno esteticamente rifinito, energico, vorticoso, lungamente poi applaudito.

    (Gianni Villani)

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