Manon & Lescaut

7 thoughts on “Manon & Lescaut”

1. Ho trovato l’articolo molto interessante e con molti spunti di

2. Il trionfo di Bruno Bartoletti nella �Manon� del Maggio Fiorentino.

   E� l�Intermezzo sinfonico, pagina pregnante di una forza dirompente, la chiave di volta della pucciniana �Manon Lescaut� che l�affascinante bacchetta di Bruno Bartoletti racconta con lo splendido organico del Maggio Fiorentino. L�intreccio di un flusso melodico, che raccoglie l�universo irrisolto dei due giovani amanti attraverso le sonorit� intense dell�angoscia fino alle delicate trame ovattate piegate a mille seduzioni, d� la cifra stilistica di questo affresco musicale portato in scena a Firenze con l�allestimento scenografico di Frank Philipp Schlossmann proveniente dall�Opera di Chicago e ripreso da Italo Grassi su disegno registico di Olivier Tambosi.
   E� un allestimento di chiaro stampo tradizionale, ormai lontano dall�attuale visibilit� abituata all�atemporalit� di regie moderne, a volte anche fumose; e, pur indiscutibilmente datato, riesce comunque a cogliere magistralmente alcune angolazioni classiche del capolavoro pucciniano, primo fra tutti il fascinoso quadro del secondo atto tutto giocato fra i toni del bl� Cina e l�oro dei merletti e delle falsit� da salotto che adornano le pareti e il baldacchino dell�alcova creata dal vecchio Geronte per la passione sensuale della bella e giovane Manon. Ma � l�orchestrazione straordinariamente flessibile nelle scene di colore e nella passionalit� contrastata dell�erotismo della giovinezza della protagonista a segnare questa storia d�amore struggente e disperata, intessuta di richiami destinati di volta in volta a divenire leitmotiv dove i temi gi� uditi interagiscono fra passato e presente, e ricca di un disegno armonico raffinato nella tessitura timbrica piegata a frasi cromatiche di rara bellezza che colgono la cosiddetta �musica della memoria� nel dolcissimo �ancor ti sento�, nella straziante malinconia di �Fra le tue braccia� venata di toni crepuscolari, in quel doloroso �Non voglio morir� e nell�angoscia disperata di �Sola, perduta, abbandonata�che Adina Nitescu riesce a sottolineare con gioco espressivo di vibrante incisivit�, pur mantenendo una certa asprezza nelle pagine iniziali delle �Trine morbide�. Walter Fraccaro, sostenuto da un�emissione solida e corretta, disegna un Des Grieux temperamentoso e spontaneo, e il suo timbro brunito gli permette di comporre un ritratto ben riuscito soprattutto nella parte finale dell�opera. Roberto De Candia � un Lescaut di buona professionalit�, considerando che la parte interpretata non ne valorizza certo la figura.
   Danilo Rigosa porta in scena un Geronte ironico quanto basta nella sottile vendetta nei confronti della bella Manon imprigionata dalle guardie quando, specchio alla mano, le rende il verso che lei poco prima gli aveva servito deridendolo agli occhi dell�aitante Des Grieux. Andrea Giovannini � gradevole nell�impersonare il giovane Edmondo. Completano il cast Giovanni Bellavia nel doppio ruolo dell�oste e del sergente degli arcieri; Stefano Consolini � un collaudato maestro di ballo; il musico rivela una certa fluidit� nell�interpretazione di Tiziana Tramonti, mentre il lampionaio e il comandante di marina portano i rispettivi nomi di Bruno Lazzaretti e Lisandro Guinis. E il coro, magistralmente diretto da Piero Monti nella scena al porto di Le Havre � semplicemente strepitoso.

   Firenze, 20 febbraio 2011.

   Claudia Mambelli.

3. La recita e’ stata preceduta da una manifestazione dei lavoratori in lotta
   Manon di Massenet al Teatro dell’Opera
   Nuovo allestimento in collaborazione con l’Ope’ra di Montecarlo che ha alternato pregi e difetti

   E’ andata in scena al Teatro dell’Opera di Roma una nuova produzione del capolavoro di Jules Massenet, Manon, realizzata in collaborazione con l’Op�ra di Montecarlo. Prima di riferire ai nostri lettori sullo spettacolo vogliamo porre alla loro attenzione la lotta intrapresa da tempo dai lavoratori dell’Opera per la loro categoria ed il loro futuro, che in questi giorni si sta intensificando.

   Prima della recita del 23 giugno, si � alzato il sipario e i lavoratori, tutti con il costume di scena e dietro ad uno striscione rosso che ricordava i contenuti della vertenza, hanno incaricato un loro rappresentate di leggere un comunicato che chiedeva solidariet� al pubblico per gli sviluppi che sta assumendo la vicenda del Decreto Bondi che in questi giorni sta completando l’iter parlamentare per la sua approvazione.

   I lavoratori tutti hanno espresso viva preoccupazione per gli effetti che questo decreto porter� su tutte le Fondazioni Liriche, molte delle quali saranno portate ad un forte ridimensionamento. Per quanto ci riguarda vogliamo esprimere la nostra completa solidariet� a questi lavoratori che rappresentano una parte molto importante della vita artistica e culturale del nostro paese augurandoci che anche i nostri lettori comprendano l’importanza di quanto sta accadendo in Italia. Il ridimensionamento della cultura � solo uno dei tasselli di un pi� vasto progetto di distruzione del nostro paese che sta rapidamente espandendosi. Cultura, Scuola, Ricerca, Previdenza, Sanit�, Lavoro, sono i cardini di un paese che fa della solidariet� sociale una delle sue peculiarit�, oggi tutto a serio rischio.

   Per quanto riguarda Manon � stata rappresentata, come accennato, in una nuova produzione coprodotta con l’Op�ra di Montecarlo. Quello delle copruduzioni � una delle iniziative pi� importanti per vincere la crisi dello Spettacolo d’Opera perch� consente di ripartire i costi tra pi� enti e, quindi, in quanto tale, va incoraggiata con tutte le forze.

   Nel caso specifico le scene sono state create da Paola Moro con i costumi di Anna Biagiotti. Ne � scaturito uno spettacolo molto semplice ma elegante nel quale sono risultati efficaci soprattutto le scene della casa di Des Grieux di rue Vivienne, quella di Saint-Sulpice e della bisca del quarto atto. Un po’ deludente � stata quella di Cours-la-Reine, forse un po’ troppo ‘povera’ nell’insieme, risultando in contrasto con il resto dello spettacolo. La regia di Jean-Luois Grinda, seppur valida nelle scene intimiste � risultata un po’ troppo ‘statica’ nelle scene d’insieme. Eugenie Andrin ha curato la coreografia del terzo atto, concepita di stampo ‘barocco’ in linea con la musica di Massenet.

   Per quanto riguarda la parte musicale la concertazione e la direzione dell’Orchestra del Teatro dell’Opera � stata affidata ad Alain Guignal, artista molto esperto nel repertorio francese che, per�, questa volta ha fornito un’interpretazione sicuramente molto attenta ai contenuti sentimentali ed intimisti dell’opera ma, alla quale, mancava quel ‘guizzo’ che potesse infiammare e coinvolgere di pi� lo spettatore. Chiss� se la situazione di lotta nella quale sono impegnati gli artisti del teatro non nuoccia alla concentrazione.

   Per quanto rigurda i cantanti abbiamo avuto una lieta sopresa, specificatamente nei ruoli princiapali, nei quali erano impegnati la viennese Alexandra Reinprecht (Manon Lescaut) e Jean-Fran�ois Borras (Le chevalier Des Grieux). La prima ha messo in evidenza un fascino sia scenico che vocale, molto appropriato al personaggio interpretato, sognante ed idealista, mentre il tenore ha cantato con sicurezza ed espressivit� mettendo bene in evidenza tutto il travaglio interiore del personaggio che lo conduce fino al tragico epilogo.

   Per quanto riguarda il resto della compagnia Piero Guarnera � stato un vivace Lescaut mentre Alfredo Zanazzo � risultato un po’ sfocato nella parte de Le comte Des Grieux con Mario Bolognesi (Guillot de Monfortaine) e Roberto Accurso (De Br�tigny) che completavano senza sussulti le parti pi� importanti della compagnia. Il Coro del Teatro dell’Opera ha come di consueto dato il suo buon cotributo giovandosi della guida di Andrea Giorgi.

   Al termine dello spettacolo il pubblico, per la verit� non molto folto, ha applaudito con convinzione tutti gli interpreti ma in special modo i due protagonisti la Reinprecht e Borras le due vere sorprese della serata.

   Claudio Listanti
   claudio.listanti@voceditalia.it
   Foto di Corrado Maria Falsini

4. domingo 2 de mayo de 2010
   Manon Lescaut de Puccini
   en el Teatro Comunal de Modena, Italia

   Giosetta Guerra

   Muy bien estuvieron los artistas en la parte vocal y en la esc�nica en esta Manon Lescaut de Giacomo Puccini presentada en Modena, Italia. Amarilli Nizza, como Manon, es una soprano que estuvo dotada de una importante y d�ctil voz de excelente t�cnica vocal y dotes interpretativos con los que logr� tocar puntos de indiscutible belleza, y alcanzar la sensualidad, la frivolidad y la pasi�n del drama en diferentes situaciones. En la romanza �In quelle trine morbide� mostr� densidad en el sonido de su registro medio y grave, as� como largos agudos y filados sostenidos. El tenor Walter Fraccaro, mostr� una voz sana y robusta, muy amplia y extensa, y cant� con fibra y sin obst�culos creando un Des Grieux pasional y determinado, aunque tambi�n abrumado por la desesperaci�n en el tr�gico final. Jos� Fardilha, como Lescaut, exhibi� una buena voz de bar�tono, sonora y rica en arm�nicos, pareja y de buen peso. Alessandro Spina cant� con una voz de pasta oscura y recit� bien la parte del viejo Geronte. Desenvuelto en escena estuvo Andrea Giovannini en el papel de Edmondo y correctos el resto de los interpretes.

   La puesta escenica de la Fundaci�n del Teatro Massimo de Palermo estuvo constantemente oscurecida por una tenue cortina, pero fue fiel al libreto como en la taberna y la diligencia del primer acto, la lujosa c�mara de Manon en la casa de Geronte, la c�rcel, una nave etc. Agraciados estuvieron los vestuarios y las pelucas de �poca. Funcional fue la iluminaci�n de Bruno Ciulli y coherente la direcci�n esc�nica de Pier Francesco Maestrini, quien respet� la naturaleza de los personajes.

   La orquesta Regionale dell�Emilia Romagna sigui� atentamente la lectura del director Gianluca Martinenghi, que fue mel�dica y cargada del sentimiento y la pasi�n del primer acto; de rico tejido orquestal en el dueto de Manon y su hermano recordando al amante, y de absoluta delicadeza musical en el preludio del tercer acto en el que la tristeza de los violines fue seguida de una explosi�n de solemnidad que hizo recordar el intermezzo de Cavalleria Rusticana. Potente estuvo el Coro Lirico Amadeus de la Fundaci�n del Teatro Comunal de Modena dirigido por Stefano Col�. Al final, el agradable espect�culo obtuvo la aprobaci�n del p�blico.

   Publicado por UNA VOCE POCO FA – OPERA – MUSICA en 16:14

5. pubblicato su http://www.gliamicidellamusica.net
   Opera dal Centro-Nord

   Pubblico soddisfatto nel Comunale di Modena per l’opera di Puccini
   Manon-Nizza e De Grieux-Fraccaro punte d’eccellenza
   di Giosetta Guerra
   Pubblicato il 30 Aprile 2010

   MODENA – Manon Lescaut di Giacomo Puccini, recita del 18 aprile 2010. Tutti bravi sia vocalmente che scenicamente gli artisti di Manon Lescaut di Giacomo Puccini al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena, con una punta di eccellenza per i due protagonisti, Amarilli Nizza (Manon) e Walter Fraccaro (De Grieux).
   Il soprano Amarilli Nizza, dotata di voce importante e duttile, di eccellente tecnica vocale e di grandi doti interpretative, riesce a toccare vertici di indiscussa bellezza in ogni registro e a dare la dimensione della sensualit�, della frivolezza, della passione e del dramma nelle differenti situazioni. Nella romanza “In quelle trine morbide” la densit� del suono nel registro medio e grave si scioglie in lunghi acuti e in aerei splendidi filati sostenuti. Nello scambio di effusioni con il suo amato, penetrato furtivamente nella casa dell�amante di lei, le voci sono lanciate al massimo come in un grido disperato che la Nizza in parte addolcisce. In “Sola, perduta, abbandonata” lo strazio, la disperazione emergono grazie all�intensit� dell�interpretazione.
   Il tenore Walter Fraccaro, in possesso di una vocalit� sana e robusta, ampia ed estesa, canta di fibra e non conosce ostacoli, ha una canna infuocata e una marea inesauribile di voce e il canto sgorga come un fiume in piena dall�inizio alla fine, per disegnare un De Grieux sanguigno, passionale e determinato, ma anche travolto dalla disperazione nel tragico finale.
   Jos� Fardilha (Lescaut fratello di Manon) esibisce buona voce di baritono, sonora e ricca di armonici nelle grandi arcate, estesa e di buon peso, bella in zona grave, ampia e corposa in ogni registro. Alessandro Spina gestisce bene in ogni registro una voce di bella pasta scura e recita bene la parte del vecchio e sciancato Geronte (ma in realt� dovrebbe essere proprio un bel giovanotto). Ben timbrato e sonoro il mezzo vocale del basso Stefano Cescatti nel doppio ruolo dell�oste e del comandante di marina. Disinvolto in scena e bravo cantante il tenore Andrea Giovannini nel ruolo di Edmondo. Federica Carnevale (un musico) � un soprano con vibrato. Tutti si esprimono con dizione chiara.
   Le scene della Fondazione del Teatro Massimo di Palermo (i nomi dello scenografo e del costumista non sono in locandina) sono datate e costantemente offuscate da un velatino, ma fedeli al libretto (taverna e diligenza nel primo atto, lussuosa camera di Manon nella casa di Geronte, con alcova, toilette, paraventi e una vasca da bagno dalla quale Manon si alza mostrando le sue nudit� posteriori nel secondo; un cancello di ferro, una nave in attesa, un carcere nel terzo), tranne quella dell�ultimo quadro, che non � una landa sperduta ma un tetro canyon con fondale ora rosso ora blu ora con immagini del passato da ricca di Manon e totalmente nero con scomparsa della scena alla morte di lei; scene storiche riprese da Maestrini nel 1999 e che hanno fatto il giro del mondo. Belli i ricchi costumi settecenteschi della Sartoria Teatrale Arrigo di Milano, con parrucche di Mario Audello di Torino, naturalmente bianche per gli uomini e boccoli biondi ora raccolti in un�alta acconciatura ora fluenti per Manon. Responsabile degli allestimenti � Gianmaria Inzani e il direttore di scena Marco Galarini.
   L�Orchestra Regionale dell�Emilia Romagna, che dalla fossa mistica si dilata sui due palchetti di proscenio, esegue attentamente la lettura del direttore Gianluca Martinenghi, dall�espressione melodica dei sentimenti all�impasto sonoro e timbrico della passionalit� nel primo atto, dal ricco tessuto orchestrale sotto il duetto di Manon col fratello nel ricordo dell�amato nel secondo atto, che si chiude su un ricamo musicale di assoluta delicatezza, al Preludio del terzo atto, dove la tristezza degli archi � seguita da un�esplosione di solennit� che ricorda l�Intermezzo di Cavalleria rusticana, dal progressivo crescendo di tensione del canto delle prigioniere e dell�implorazione di De Grieux del terzo atto all�introspezione psicologica dei personaggi nel quarto atto, dove domina il senso di solitudine e di disperazione. Possente il Coro Lirico Amadeus della Fondazione del Teatro Comunale di Modena, diretto da Stefano Col�. Funzionali le luci di Bruno Ciulli.
   Coerente al libretto la regia di Pier Francesco Maestrini, che rispetta la natura dei personaggi e nel secondo atto mette in scena la geriatria, giocando sull�arrugginimento delle articolazioni dei vecchi che circolano nel palazzo di Geronte. Spettacolo soddisfacente, che ha ottenuto il consenso del pubblico.

6. MANON TORNA A VIVERE NEL TEATRO PAVAROTTI DI MODENA

   Il Teatro Pavarotti di Modena domenica 18 aprile (quarta replica) ha regalato al pubblico che lo gremiva una �Manon Lescaut� con i fiocchi. Il regista Pier Francesco Maestrini ha scelto un allestimento tradizionale ma non banale che riprende quello del Teatro Massimo di Palermo del 2008 e che gira dal ’99 passando per Firenze, Messina, Palermo, Catania, Bilbao, Tokyo, Siviglia, per poi andare a Piacenza e Ferrara richiamando scene di genere di pittura settecentesca e interni leziosi tipici del pittore inglese William Hoghart che gi� il padre del regista aveva precedentemente utilizzato. Puccini trasse l�opera dall�omonimo romanzo di A. F. Pr�vost gi� musicato da Massenet, privilegiando l�aspetto passionale ed emotivo della vicenda e al libretto collaborarono in tanti, compreso lui stesso. La prima rappresentazione avvenne al Teatro Regio di Torino nel 1893 e fu un successo. La drammaturgia dell�opera risente di una certa frammentazione che Maestrini ha contrastato dando rilievo a ogni singolo personaggio affinch� non subisca l�azione ma viceversa ne sia artefice. Nella locanda invasa di studenti e allegre fanciulle, il tenore Walter Fraccaro nei panni di un maturo Cavalier Des Grieux annuncia quella che sar� la sua ottima performance con l�omaggio vocale alle belle donne nell�aria �Tra voi belle brune e bionde� finch� non vede Manon al seguito dell�anziano Geronte e del fratello Lescaut e folgorato canta : �Donna non vidi mai�. Lescaut, vittima del gioco, si adopera per favorire il legame fra la sorella e il ricco anziano e con l�aria �Ho pi� sana la testa di quel che sembri�..� si presenta senza delineare fino in fondo il personaggio. L�affresco in perfetto stile rococ� � completato dall�aria corale �Venticelli ricciutelli� cantata con convinzione dal coro lirico Amadeus diretto dal Maestro Stefano Col� prima che i duegiovani fuggano insieme. Il secondo atto si apre sull�interno ovattato del palazzo di Geronte, dove mobili rococ�, pianoforte, arredi con stucchi dorati, letto con trine e baldacchino, cicisbei incipriati leziosi e fatui chinati in graziosi inchini delineano un ambiente lussuoso e dominato dall�apparenza. Manon � agghindata elegantemente, con grande tup� dorato mentre i servi si avvicendano per consegnarle i doni dell�amante. �I madrigali, la musica, il ballo son tutte belle cose. Pur �.m�annoio� canta Manon, lusingata ma non felice. Ella esprime il suo disagio nell�aria �Nell�alcova dorata v�� un silenzio�un freddo che m�agghiaccia� mentre affiora alla memoria la casa natia �O mia dimora umile, tu mi ritorni innanzi�..�. Il sorriso ritorna con la comparsa di De Grieux e la passione li travolge di nuovo. Sorpresi da Geronte, Manon conduce il vecchio di fronte allo specchio e lo sbeffeggia. ��Amore? Amore! Mio buon signore ecco! Guardatevi � or poi guardate noi!� modula trionfante. Ma Geronte si vendicher� mandando i gendarmi a catturare la giovane intenta a raccogliere i gioielli. Il terzo atto, introdotto dallo splendido intermezzo che ripercorre i momenti salienti della passione e annuncia l�evolversi verso il tragico finale, si svolge all�imbarcadero della nave che condurr� le donne imprigionate a popolare le Indie. Si tratta del momento pi� crudo e realistico dell�opera, dove si misura il dramma della condanna senza appello delle donne che attendono di imbarcarsi fra cui Manon spicca per raffinatezza e belt�, virt� che ancorch� esserle d�aiuto le saranno fatali. Fallito il piano per liberarla e non potendosi separare da lei, Des Grieux implora il capitano di imbarcarlo mostrando la forza ineluttabile della passione espressa nella veemenza con cui intona l�aria �S�, pazzo son� che strappa applausi a non finire. Lo scenario del quarto atto viene cos� descritto nel libretto: �Una landa sterminata. Terreno brullo e ondulato, orizzonte vastissimo , cielo annuvolato�. L�ennesima sventura si � accanita sui due amanti, complice la bellezza di Manon e De Grieux ha ucciso una guardia per difendere la sua donna. Costretti a fuggire, si aggirano disperati nel deserto, senza acqua n� meta, soli con i fantasmi di un passato sciagurato e di un futuro oscuro. Manon ha l�animo desolato come l�ambiente che la circonda. Soltanto l�amore per Des Grieux la tiene in vita. Lo supplica di cercare l�acqua in quel deserto dove il sole sembra avere carbonizzato ogni forma vivente. Quando torner� a mani vuote, Manon morir� fra le sue braccia, non prima di avergli ancora una volta dichiarato il suo amore. Stesa a terra canta �Sola�Tutto dunque � finito. E nel profondo deserto io cado, io la deserta donna! � con una disperazione cos� tangibile da commuovere il pubblico fino alle lacrime. I due interpreti, applauditi pi� volte durante la scena, hanno reso vivi e umani i personaggi. Il soprano Amarilli Nizza si � calata nell�animo di Manon con una sensibilit� straordinaria, esprimendo con la stessa facilit� debolezza e superficialit� nei primi due atti e la drammatica consapevolezza degli atti successivi. Con formidabile sensibilit� canora, ha assecondato l�indagine musicale pucciniana sviscerando ogni piega dell�anima di Manon, fino ad esplodere nella disperazione dell�ultimo atto e il pubblico non ha potuto fare altro che vivere con lei il calvario di espiazione fino allo spegnersi dell�ultimo respiro. Fraccaro nei panni di De Grieux non � stato vocalmente da meno e ci� che non possiede in coloritura della voce l�ha compensato con la straordinaria interpretazione e con l�intelligenza con cui si � destreggiato nella partitura pucciniana. Sono stati molto applauditi e pi� volte chiamati ad uscire alla fine dei primi due atti il baritono Jos� Fardilha nel ruolo di Lescaut e il basso Alessandro Spina in quello di Geronte de Ravoir. Altri interpreti: Edmondo/Andrea Giovannini, l’Oste – Il Comandante di Marina/Stefano Cescatti, un Musico/ Federica Carnevale, il Maestro di ballo/Stefano Consolini e ancora Roberto Carli, Romano Franci e Alessanfro Mathis. Il maestro Gianluca Martinenghi alla guida dell�Orchestra Regionale dell�Emilia Romagna ha valorizzato la partitura, dando all�intermezzo del terzo atto una tale intensit� che il pubblico ha reclamato a gran voce il bis, purtroppo non concesso.

   Attilia Tartagni 20.04.2010

7. Struggente Manon a Modena.

   Il capolavoro pucciniano interpretato da Amarilli Nizza.

   �Ah, sola abbandonata, io la deserta donna. Non voglio morir�. In un deserto della natura, simbolo della sua solitudine, grida disperata Manon, sensuale e dolorosa creatura pucciniana, cercando un�impossibile salvezza a quel tragico destino conclusivo di una vita perduta e struggente di giovane dal carattere irrequieto e irrazionale, priva di ogni senso morale che, destinata dalla famiglia di origine a una vita monastica, si ritrover� a percorrere un vissuto tumultuoso fra l�alterna attrazione dell�amore per il giovane Des Grieux e il lusso del decadente e facoltoso Geronte. E� il drammatico epilogo del primo vero capolavoro di Puccini che, complice la penna dell�abate Pr�vost, traccia un dramma dai sentimenti forti e contrastanti con la passione disperata di un progressivo crescendo di tensione, sfidando apertamente il successo ottenuto da Massenet nell�omonima opera dove, in un intreccio sottile di pizzi e merletti, sottolineava quel vivere dominato dal lusso, dal piacere e dal sogno licenzioso dell�amore che in Puccini emerger� nel secondo atto con la celebre aria �In quelle trine morbide� raccontata da un�Amarilli Nizza intensa interprete sulla scena del Teatro Comunale �Luciano Pavarotti� di Modena. Grande attrice vocale la Nizza, ricca di un fraseggio vivo, sfumato e rifinitissimo che non cade mai nel vuoto, sostenuto da un controllo virtuosistico del fiato in un gioco dinamico di grande effetto con vibrante incisivit� di accenti nell�affrontare una fra le pi� scabrose scritture pucciniane, intrisa di una morbidezza e di una passionalit� venata da quell�amarezza che raggiunger� momenti di grande riflessione interpretativa in �Sola, perduta, abbandonata� di strepitosa bellezza nell�abile intreccio dei chiaroscuri nel ricordo di una sensualit� lontana ancora viva nel sottile emergere di quel �ancor ti sento�suffragato da un suono nitido, flessibile, proiettato verso la fisicit� di una storia d�amore che Gianluca Martinenghi riesce ad esprimere con bacchetta attenta sull�organico dell�orchestra regionale dell�Emilia-Romagna. Walter Fraccaro � un Des Grieux maturo, che del giovane studente del primo atto non ha nulla, ma che man mano nella sua veemenza cresce grazie a un bel registro centrale brunito, dove il colore intenso e gli acuti baldanzosi giocano la carta della passionalit� pi� scoperta. E anche gli altri componenti del cast affinano al meglio le rispettive vocalit�, dal Lescaut di Elia Fabbian che riesce a conferire intensit� a un personaggio non certo valorizzato dalla vicenda stessa; altrettanto in tema � il Geronte di Ziyan Atfeh ben impostato nelle varianti basse; delizioso � il Musico di Federica Carnevale nella fluidit� e nell�eleganza vocale, e ben calibrata � anche la vocalit� di Andrea Giovannini nelle vesti del giovane Edmondo. Incisivo anche Stefano Cescatti nel doppio ruolo del comandante ben articolato e nelle vesti dell�oste. Piacevole � Stefano Consolini nella parte del maestro di ballo. Infine il lampionaio � Roberto Carli e Romano Franci riveste il doppio ruolo dei due sergenti. Il mimo � Alessandro Mathis. Pi� che dignitoso � il coro lirico Amadeus del Teatro Comunale Pavarotti di Modena diretto da Stefano Col�. L�allestimento storico del Teatro Massimo di Palermo con ambientazione d�epoca suffragata dalla raffinatezza delle tele dipinte , ripreso dalla regia di Pier Francesco Maestrini nel �99, rischia di essere troppo datato nella luce opaca di una cornice polverosa e stantia che ha comunque il suo punto di maggior espressivit� nella scena del porto.

   Modena, 14 aprile 2010.

   Claudia Mambelli.