AterBalletto

Posted by on April 29, 2020

1 meter CLOSER Screendance shot in quarantine First (video) performance April 29, 2020 h 20.55 and h 24.00 International Dance Day RAI 5 Choreography dancers in partnership with Diego Tortelli Shooting dancers in partnership with Valeria Civardi Direction Valeria Civardi and Diego Tortelli Music / original composition: Federico Bigonzetti Voice and lyrics Emily Denton Saul

1 meter CLOSER
Screendance shot in quarantine
First (video) performance
April 29, 2020 h 20.55 and h 24.00
International Dance Day
RAI 5

Choreography dancers in partnership with Diego Tortelli
Shooting dancers in partnership with Valeria Civardi
Direction Valeria Civardi and Diego Tortelli
Music / original composition: Federico Bigonzetti
Voice and lyrics Emily Denton

Saul Daniele Ardillo, Damiano Artale, Estelle Bovay, Hektor Budlla, Martina Forioso, Clément Haenen, Arianna Kob, Philippe Kratz, Ina Lesnakowski, Grace Lyell, Ivana Mastroviti, Giulio Pighini, Roberto Tedesco, Hélias Tur – Dorvault, Serena Vinzio

Concept Gigi Cristoforetti
Artistic coordination Sveva Berti
Production Rossella Caldarelli
Communications Raffaele Filace
Press Office Stefania Catellani
And all staff of Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto

Choreographer, director, composer and dancers created the performance between March 24 and April 8, 2020, each in isolation in their own home in Milan, Turin, London, Reggio Emilia and Lerici.

2 thoughts on “AterBalletto

  1. CERTE NOTTI è un viaggio nella danza con Ligabue e l’ATERBALLETTO

    Il balletto “Certe Notti” realizzato da Mauro Bigonzetti per Aterballetto su musiche e parole di canzoni di Luciano Ligabue con scene e video installazioni di Angelo Davoli ha infiammato il pubblico del Teatro Alighieri il 22 e 23 gennaio. Il lavoro è frutto dell’intesa fra artisti della stessa generazione che esprimono linguaggi diversi sull’onda del successo di un cantautore che, oltre a stare costantemente in testa alle classifiche discografiche, ha sorpreso con un film come “Radiofreccia”, ha dimostrato talento letterario e propensione per la composizione poetica in “Lettera d’amore in frigo” (Editore Einaudi). Parole, musica e danza si incontrano sul terreno neutro del palcoscenico dilatato dalle immagini che scorrono su un grande schermo e su cinque televisori che pendono dal soffitto generando nuove e coinvolgenti sinergie. Nella video-apertura la scarpa rosea di una danzatrice si insinua fra i sassi di un cantiere muovendo con grazia e bellezza la materia inerte. Lo spettacolo danzato (ma mi verrebbe da scrivere vissuto) meravigliosamente dai diciotto ballerini dell’Aterballetto genera energia, suscita emozioni, provoca scoperte visive, sonore e mentali. Le immagini nei video a tratti somigliano alla linea di un elettrocardiogramma oppure propongono silos industriali stagliati contro cieli azzurri e nuvole bianche dove sorprendentemente sta scritto “Harmony” o “Dream” e dove danzatori fasciati di nuvole di tulle bianco si rotolano fra sabbia e sassi. La voce roca di Ligabue declama senza enfasi i propri versi e intona le sue canzoni in cui si rispecchia una generazione. Sono gli autori a spiegare come è nata l’idea dello spettacolo. “Ci siamo trovati a guardare uno nell’opera dell’altro e a capire che ne poteva nascere un’opera unica” spiega Bigonzetti e aggiunge “L’idea di questo lavoro è un cammino attraverso la notte intesa non come un’oscurità reale e mentale ma assaporata come rigeneratrice di una realtà intima, personale, come il buio che precede l’apertura di un sipario….come un treno preso al volo senza conoscere la fermata”. Ligabue, uno dei rocker più interessanti di questi anni, riconosce il potere della musica e la risonanza che ha nel corpo per una legge della fisica “…Perché, come è risaputo, si tratta di vibrazione e in quanto tale, la risposta di ognuno ai suoi richiami non è soltanto nel cervello e nell’anima ma è una risposta di tutto il corpo…che si fa meravigliosamente impudente con la propria bellezza e armonia. Slancio, spregiudicatezza, sfide alla gravità. Estensione, battito, respiro, sensualità…” C’è tutto questo e di più nei corpi tesi, nervosi e sensuali dei danzatori fasciati nei costumi post-moderni di Cristopher Millar e Lois Swandale in collaborazione con Mariella Burani Fashion Group ed esaltati dalle belle luci a giorno di Carlo Cerri. Così la canzone cult di Ligabue diventa un viaggio nella notte onirico e poetico vissuto dai danzatori di Aterballetto, compagnia che ha compiuto nel 2009 con questo spettacolo trentanni di successi, applauditissima dal sempre più folto pubblico ravennate della danza.

    Attilia Tartagni 22.01.2011

  2. Terra e Rossini Cards due prestigiose coreografie di Mauro Bigonzetti per Aterballetto

    Il Teatro Comunale di Bologna ha proposto il 17,18,19,20 e 21 novembre “Terra” e “Rossini Cards”nelle prestigiose coreografie di Mauro Bigonzetti di Aterballetto, nato come ballerino e divenuto poi direttore artistico della Compagnia Aterballetto, passato alla coreografia per imprimere agli spettacoli di danza la propria impronta. Innumerevoli le compagnie internazionali di ballo e i teatri italiani con cui ha collaborato. La cifra stilistica dello spettacolo, nato a Reggio Emilia come produzione della Fondazione Nazionale della Danza e di Reggio Emilia Danza/Reggio Parma Festival è il respiro internazionale nel taglio dinamico e innovativo. Neanche la spiccata italianità dei due compositori delle colonne sonore, il contemporaneo Bruno Moretti e il capostitipite del melodramma italiano Gioachino Rossini, riesce a contenerlo dentro i confini angusti della tradizione italiana. I due balletti si muovono su linee di carattere internazionale, specialmente il primo fondato su una partitura che è la somma di tante sonorità, atmosfere e voci di popoli diversi. “Terra” , storia di una comunità in viaggio verso la terra promessa, meta vagheggiata ostacolata dalla diversità delle culture, si ispira liberamente alla vicenda israeliana e musicalmente fu commissionato dal New York City Ballet con il nome di “Oltremare”. I danzatori sono migranti che attraversano paesi partendo da un ambiente latino attraverso un territorio balcanico e mitteleuropeo fino ad arrivare a un mondo occidentalizzato che è un mix di culture, come ci racconta la musica che modella sulle varie realtà ritmi e strumentazione. Molte le inflessioni di carattere popolare di stampo quasi bandistico. La fisarmonica, strumento popolare per eccellenza, diventa una protagonista insieme alle percussioni che fanno da cassa di risonanza ai movimenti nervosi dei ballerini. Stremati dalla fatica del viaggio a volte cedono alle lusinghe d’amore esprimendosi con frenesia e tensione, impossibilitati a interrompere un viaggio che sembra quasi una metafora della vita. A tratti la musica si fa ritmata e ossessiva, scandita dai salti dei danzatori: movimenti sincronici e asciutti, corpi dai muscoli a fior di pelle, scattanti e nervosi negli abiti anni cinquanta di Edda Petazzoni. La colonna sonora è di Bruno Moretti, diplomato in pianoforte e composizione al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma nonché allievo e assistente di Nino Rota, debuttante a soli ventidue anni come direttore d’orchestra nella Madama Butterfly di Puccini. Dopo varie esperienze in questo campo, si è dedicato alla composizione per teatro, cinema e televisione. Numerose anche le sue collaborazioni con Mauro Bigonzetti fra cui si ricorda “Vespro”, “InVento” , “Oltremare” e “Luce Nascosta” per il New York City Ballet e “Orma”, “I fratelli” (omaggio a Rocco e i suoi fratelli), “Caravaggio” per lo Stuttgart Ballett. Il binomio collaudato da vari anni anche stavolta ha dato ottimi frutti, con il concorso della direzione artistica di Cristina Bozzolini e delle luci di Carlo Cerri. “Rossini cards” In veste coreografica adeguata ai quadri ma con stile di ballo simile propone spaccati di danza liberamente ispirati alla vita del grande pesarese su brani del suo repertorio. La concatenazione degli eventi non risponde a una trama bensì a una germinazione quasi spontanea di figure di danza su temi musicali che vanno dalla sinfonia della “Cenerentola” a “La canzone del Salice” dall’Otello al Preludio fugacciato – Prelugio inoffensivo – Si tratta di quadri che propongono di volta in volta la raffinata dorata atmosfera di una cena a Passy in casa di Rossini, una coppia rotolata sotto il tavolo che si abbandona ai giochi d’amore, una danzatrice a seno nudo con gonna e corpetto che si contorce in una danza sensuale, due ballerini che combattono in bravura senza vincitori ne vinti e infine l’irruzione di tutti i diciannove danzatori, scatenati al ritmo dell’indiavolata musica di Rossini, poliedrico compositore che non smette di stupirci per l’infinita gamma delle sue corde. Ritmo e colore, energia e forza evocativa, farsa e dramma diventano pretesto per una danza visionaria e nervosa che non trascura la componente ironica tipica di Rossini che i danzatori esprimono liberandosi degli abiti oppure duettando con le voci. Presente anche un coro a sei voci, fra corse frenetiche, salti, contorcimenti in sincronia con il vorticismo musicale del grande compositore del passato per la direzione artistica di Cristina Bozzolini, costumi di Helena Medeiros, luci Carlo Cerri, al pianoforte Bruno Moretti con l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Roberto Polastri. Attilia Tartagni 22.11.2010

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