fedeli d’Amore

Posted by on January 26, 2020

Martedì 28 gennaio 2020 ore 18 e ore 21 al Teatro Diego Fabbri Marco Martinelli Nel nome di Dante Diventare grandi con la Divina Commedia (Ponte alle Grazie, 2019) Marco Martinelli, regista e fondatore della compagnia Teatro delle Albe, presenterà, martedì 28 gennaio alle ore 18 al Ridotto del Teatro Diego Fabbri di Forlì –

Martedì 28 gennaio 2020 ore 18 e ore 21 al Teatro Diego Fabbri

Marco Martinelli
Nel nome di Dante

Diventare grandi con la Divina Commedia

(Ponte alle Grazie, 2019)

Marco Martinelli, regista e fondatore della compagnia Teatro delle Albe, presenterà, martedì 28 gennaio alle ore 18 al Ridotto del Teatro Diego Fabbri di Forlì – in collaborazione con Accademia Perduta-Romagna Teatri, Centro Diego Fabbri di Forlì, Comitato Società Dante Alighieri Territorio di Forlì – Cesena e Centro Culturale L’Ortica – il suo ultimo libro Nel nome di Dante. Diventare grandi con la Divina Commedia, casa editrice Ponte alle Grazie, in un incontro aperto gratuitamente alla cittadinanza.
Nel nome di Dante. Diventare grandi con la Divina Commedia è un’originale biografia dantesca scritta a partire da alcune domande\cardine: ha ancora senso leggere, o rileggere, la Commedia di Dante Alighieri, quella che Boccaccio definì Divina? Che cosa ha da dirci oggi il padre della nostra lingua? Probabilmente tanto.
A seguire (ore 21) al Teatro Diego Fabbri andrà in scena fedeli d’Amore, di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, una scrittura originale di Martinelli che riflette sulla potenza della poesia dantesca, centrata sull’eccezionale recitar-cantando di Montanari, che per l’interpretazione in fedeli d’Amore ha vinto il Premio Ubu 2018 come “Migliore attrice”.

IL LIBRO

Nel nome di Dante. Diventare grandi con la Divina Commedia (Ponte alle Grazie)

È un libro nel nome dei padri, questo: Martinelli mette in parallelo le proprie memorie (suo padre, Vincenzo, gli ha trasmesso la passione per Dante a tutto tondo, così come la curiosità per la Storia, l’interesse per le vite altrui, un senso alto della politica) e gli eventi più recenti alle parole di Dante e ai racconti di quel suo tempo turbolento, sette secoli fa. Nasce un dialogo tra il Due-Trecento e la nostra epoca, non un cortocircuito, ma un percorso vivo e originale, asciutto e moderno che affonda nella rilettura per il teatro della Commedia, iniziata nel 2017 con Inferno e che nel giugno e luglio scorsi è proseguita a Ravenna con Purgatorio (coproduzione Fondazione Matera-Basilicata 2019 e Ravenna Festival/Teatro Alighieri in collaborazione con Teatro delle Albe/Ravenna Teatro) fino al Paradiso del 2021.

LO SPETTACOLO

Teatro delle Albe
fedeli d’Amore

polittico in sette quadri per Dante Alighieri

di Marco Martinelli

ideazione e regia Marco Martinelli e Ermanna Montanari

In fedeli d’Amore a parlarci, nei singoli quadri, sono voci diverse: la nebbia in un’alba del 1321, il demone della fossa dove sono puniti i mercanti di morte, un asino che ha trasportato il poeta nel suo ultimo viaggio, il diavoletto del “rabbuffo” che scatena le risse attorno al denaro, l’Italia che scalcia se stessa, Antonia figlia di Dante Alighieri, una fine che non è una fine. Ci parlano del poeta fuggito dalla sua città che lo ha condannato e ora è sul letto di morte in esilio, a Ravenna, in preda a febbre malarica, con la mente annebbiata e delirante. Amore è evocato come stella polare dei fedeli d’Amore, forza che libera l’umanità dalla violenza, che salva “l’aiuola che ci fa tanto feroci”. Le voci di questo “polittico” sono un’unica voce che ne sa contenere innumerevoli, quella di Ermanna Montanari: aria, fuoco, suono, materia.
fedeli d'Amore si inserisce tra quei lavori delle Albe che testimoniano l’incessante ricerca drammaturgica, vocale, musicale e visiva in sinergia con “compagni sapienti” come Luigi Ceccarelli e Marco Olivieri, Anusc Castiglioni e Simone Marzocchi, all’interno di quel solco dove centrale è l’alchimia vocale-sonora della figura.

fedeli d’Amore

polittico in sette quadri per Dante Alighieri
di Marco Martinelli
ideazione e regia Marco Martinelli e Ermanna Montanari

in scena Ermanna Montanari musica Luigi Ceccarelli tromba Simone Marzocchi regia del suono Marco Olivieri spazio e costumi Ermanna Montanari e Anusc Castiglioni ombre Anusc Castiglioni disegno luci Enrico Isola tecnico luci e video Fagio tecnico ombre Alessandro Pippo Bonoli assistente luci Luca Pagliano setar persiano in audio Darioush Madani realizzazione musiche Edisonstudio Roma consulenza musicale Francesco Altilio, Giulio Cintoni, Cristian Maddalena, Mirjana Nardelli, Fabrizio Nastari, Giovanni Tancredi, Andrea Veneri consulenza iconografica Alessandro Volpe sartoria Laura Graziani Alta Moda grafica e serigrafia su tessuto La Stamperia laboratorio artistico di Andrea Mosconi elementi di scena realizzati dalla squadra tecnica del Teatro delle Albe Alessandro Pippo Bonoli, Fabio Ceroni, Luca Fagioli, Enrico Isola, Dennis Masotti, Danilo Maniscalco, Luca Pagliano direzione organizzativa Silvia Pagliano organizzazione e promozione Francesca Venturi, Veronica Gennari ufficio stampa Alessandro Fogli produzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia 2018 (Progetto cofinanziato dal POC Campania 2014-2020) e Ravenna Festival.

Biglietti e prenotazioni telefoniche fedeli d’Amore: Teatro Diego Fabbri (mar-sab ore 11/13 – 16/19).

TEATRO IL PICCOLO, FORLÌ – Stagione 2019/2020:
la casa del Centro di Produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri,
e, da quest’anno, del “MODERNO 2” – il Teatro del nostro Tempo

Stagione dopo Stagione, il TEATRO IL PICCOLO di FORLÌ continua, grazie allo sforzo congiunto dell’Amministrazione Comunale e Accademia Perduta/Romagna Teatri, a confermare e rinnovare il prestigioso titolo di più importante e longevo polo creativo di Teatro Ragazzi di tutta la Romagna. La Stagione 2019/2020 del Teatro Il Piccolo è quindi fortemente votata all’ampia, accurata e qualificata attività di Teatro Ragazzi, esercitata sia sotto l’aspetto produttivo, peculiarità specifica della sala di via Cerchia che grazie al riconoscimento ministeriale di Centro di Produzione Teatrale conferito Accademia Perduta/Romagna Teatri la contraddistingue da altre realtà del territorio, sia sotto quello dell’ospitalità.
Tuttavia, in considerazione del fatto che nuove idee, fermento artistico e culturale, inedite direzioni e nuove prospettive sono la cifra specifica di coerenza della Direzione Artistica di Accademia Perduta/Romagna Teatri, la Stagione del Piccolo presenta quest’anno un’importante novità, inaugurando la rassegna MODERNO 2 – IL TEATRO DEL NOSTRO TEMPO. Un cartellone “fresco”, innovativo e trasversale a più linguaggi artistici, che prosegue e amplia le traiettorie della Stagione Moderno del Teatro Diego Fabbri a cui si lega, non solo idealmente, con uno spettacolo
rappresentato “in trasferta” e con Abbonamenti a prezzi di assoluta concorrenzialità per tutti gli abbonati alle varie rassegne del Teatro Comunale, de Il Piccolo e per tutti gli studenti della città.
Lo straordinario consenso dimostrato per il “Moderno” al Teatro Diego Fabbri che, già dalla scorsa Stagione, vanta centinaia e centinaia di abbonati e continui sold out a ogni rappresentazione, ha portato alla scelta di indagare questa direzione culturale e progettuale anche al Piccolo che, di fatto, in tanti anni, è stata la “casa” e “trampolino” di tante nuove esperienze artistiche, giunte poi ad affermazioni nazionali e internazionali (oltre alla stessa Accademia Perduta, si pensi alla Compagnia dei Barboni di Pippo Delbono, solo per citare un esempio…).
L’inedita rassegna Moderno 2 ospiterà, in apertura, Francesco Tesei, il più bravo e importante Mentalista italiano che, nell’ambito di una tournée in cui è chiamato in alcuni dei più importanti palcoscenici nazionali, torna a Forlì, sua città Natale, con il nuovo spettacolo Human. Seguirà il Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, presente in cartellone con due titoli firmati da Marco Martinelli: fedeli d’Amore. Polittico in sette quadri per Dante Alighieri con Ermanna Montanari e Saluti da Brescello con Luigi Dadina e Gianni Parmiani. Poi ancora: Vincenzo Pirrotta con Storia di un oblio, un intenso monologo e una grandissima prova d’attore diretti da Roberto Andò; Ivano Marescotti con il brillante La lingua neolatrina e Ascanio Celestini con uno spettacolo di impegno e memoria sulla tragedia delle Fosse Ardeatine, I 20 anni di Radio Clandestina.
Nella Stagione 2019/20 del Teatro Il Piccolo, diverse sono poi le nuove produzioni e co-produzioni che Accademia Perduta/Romagna Teatri presenta al “suo” pubblico e alla “sua” città: PINOCCHIO, uno spettacolo di Marcello Chiarenza, diretto da Claudio Casadio e interpretato da Mariolina Coppola e Maurizio Casali; OZ, spettacolo ideato da Chiara Lagani e Luigi De Angelis di Fanny & Alexander, co-prodotto con Solares Fondazione delle Arti/Teatro delle Briciole ed E Production; L’USIGNOLO DELL’IMPERATORE, nuova creazione del giovane e talentuoso
Pietro Piva e NASO D’ARGENTO con cui il Centro di Produzione forlivese prosegue il sostegno alla giovane formazione Progetto g.g. Questi spettacoli arricchiranno l’ampia programmazione di Teatro per Ragazzi che, come sempre, sarà suddivisa tra le rappresentazioni domenicali della rassegna Favole e le matinée di Teatro Scuola.

Moderno 2, la nuovissima rassegna proposta da Il Piccolo dedicata al Teatro del nostro Tempo La grande, inaspettata novità che riguarda la nuova Stagione del Teatro Il Piccolo sarà la rassegna MODERNO 2, composta da sei spettacoli, trasversali a più linguaggi artistici, tra drammaturgie originali o di radice letteraria, a volte leggere e brillanti a volte impegnate, per confrontarsi con prospettive “altre” dei sentimenti e dei “tratti” del tempo che viviamo. Il cartellone espande dunque, fin dal nome, le traiettorie della Stagione Moderno del Teatro Diego Fabbri a cui è legata da uno spettacolo rappresentato “in trasferta” e con Abbonamenti a prezzi particolarmente convenienti per tutti gli abbonati alle varie rassegne del Teatro Comunale, de Il Piccolo e per tutti gli studenti della città.
L’inaugurazione di Moderno 2 è affidata a Human, ultima creazione del Mentalista più bravo in Italia, il forlivese FRANCESCO TESEI. Human propone uno sguardo sul mentalismo come modo per tornare a stupirsi delle magie dei rapporti umani. Attraverso la relazione con il pubblico, Human diventerà un’esperienza unica di condivisione e di co-creazione di ogni singola replica, in una suggestiva esplorazione di inconscio, ragione e di tutto ciò che vive a cavallo tra i due recuperando quegli aspetti strettamente umani che ci rendono ciò che siamo e che si stanno perdendo in questo mondo altamente tecnologico sempre più distratto, paradossalmente “disconnesso” e illusorio (venerdì 17 gennaio ore 21 e, in aggiunta e “Fuori Abbonamento”, sabato 18 gennaio ore 21).

Il Teatro delle Albe/Ravenna Teatro presenterà poi lo spettacolo fedeli d’Amore, interpretato da ERMANNA MONTANARI che ne è anche ideatrice insieme a MARCO MARTINELLI. Nella nebbia di un’alba ravennate del 1321, Dante Alighieri, profugo, è sul letto di morte, e la sua carne che si spegne è aggredita da visioni e lampi: il demone della fossa, un asino in croce, il diavolo del rabbuffo, l’Italia che scalcia sé stessa, l’apparizione di Antonia – sua figlia – e l’intima certezza di una fine che non è una fine. In una scena generata da un’alchimia vocale, sonora, visiva e drammaturgica capace di fondere psiche e mondo, si evoca Dante nell’abbracciare una sola salvezza: Amore è ciò che ci fa ribelli, è la forza che libera ed eleva (martedì 28 gennaio ore 21 al Teatro Diego Fabbri).
Storia di un oblio con VINCENZO PIRROTTA è un monologo teso, feroce, una prosa pudica e vera, fritto della co-produzione di Accademia Perduta e Società per Attori. Un uomo entra in un supermercato all’interno di un grande centro commerciale di una città francese. Ruba una lattina di birra e viene bloccato da quattro addetti alla sicurezza che lo trascinano nel magazzino e lo ammazzano di botte.
Questo scarno fatto di cronaca è raccontato da Laurent Mauvignier in un lungo racconto, una sola frase che ricostruisce la mezz’ora in cui è insensatamente raccolta la tragica fine di un uomo. Teso quasi allo spasimo nel resoconto minuzioso di una morte assurda, il flusso di parole raduna impercettibilmente tutti i temi cari a Mauvignier. E torna così il suo sguardo purissimo su un universo di “umili” che la scrittura rigorosissima accoglie senza una briciola di retorica, senza un’ombra di furbizia. A dare voce al testo un attore di rara sensibilità e potenza come Vincenzo Pirrotta, guidato dalla regia di un maestro del teatro e del cinema, Roberto Andò (mercoledì 26 febbraio ore 21).
La lingua neolatrina è il brillante monologo cucito su misura per le qualità “matt-attoriali” di IVANO MARESCOTTI dalla penna di Maurizio Garuti. L’argomento sono le parole virali che pronunciamo compulsivamente a ogni ora del giorno. Da “un attimino” a “piuttosto che”, da “mi fa morire” a “non me ne può fregare di meno”, da “lato B” a “tirarsela”, da “in qualche modo” a “quant’altro”, da “fare sesso” a “fare un passo indietro”, da “mi piace” a “non ci posso credere”, da “strage sfiorata” a “fake news”, ecc. ecc. Un repertorio satirico dei tic e delle mode che infestano i linguaggi popolari (venerdì 27 marzo ore 21).
Il palcoscenico del Piccolo ospiterà poi lo spettacolo Saluti da Brescello, scritto e diretto da MARCO MARTINELLI, prodotto dal Teatro delle Albe/Ravenna Teatro e interpretato da LUIGI DADINA e GIANNI PARMIANI. Sulla scena le statue di Peppone e Don Camillo, come quelle che si fronteggiano in Piazza Matteotti a Brescello, in provincia di Reggio Emilia. Sono lì dal 2001, opera dello scultore Andrea Zangani: Don Camillo sorridente con la mano alzata in segno di saluto; Peppone con fazzoletto al collo e con la mano destra, che tiene il cappello, alzata in segno di saluto. In Piazza si fronteggiano; sulla scena sono voltate verso gli spettatori e pare stiano salutando loro. Saluti da Brescello parla di un’Italia che sta cambiando, di una regione che si credeva avere tutti gli “anticorpi”, ma che non è risultata immune dalla corruzione. Le statue di Peppone e Don Camillo raccontano, in un onirico dialogo notturno, la vicenda realmente accaduta a Donato Ungaro, vigile a Brescello e licenziato senza giusta causa per le sue denunce sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel paese (sabato 4 aprile ore 21).

Chiuderà la rassegna ASCANIO CELESTINI con I 20 anni di Radio Clandestina – Roma, le Fosse Ardeatine, la Memoria scritto dallo stesso Artista dal testo di Alessandro Portelli L’ordine è già stato eseguito. Una donna si avvicina e chiede a qualcuno di leggerle i cartelli sui quali è scritto “fittasi e vendesi”. La donna è analfabeta. Qualcuno le risponde: “al giorno d’oggi voi siete una rarità, ma durante la guerra c’era tanta gente che non sapeva leggere. E tanti andavano al cinema Iris di Porta Pia da mio nonno Giulio per farsi leggere i proclami dei tedeschi sui giornali”. Il 25 marzo del ’44 se ne fanno leggere uno che annuncia la morte di 320 persone: è l’eccidio delle Fosse Ardeatine. “Questa dell’Ardeatine è una storia che uno potrebbe raccontarla in un minuto o in una settimana”. È una storia che comincia alla fine dell’ottocento, quando Roma diventa capitale e continua negli anni in cui si costruiscono le borgate, continua con la guerra in Africa e in Spagna, con le leggi razziste del ’38, con la Seconda Guerra, fino al bombardamento di San Lorenzo, fino all’8 settembre. È la storia dell’occupazione che non finisce con la liberazione di Roma. È la storia degli uomini sepolti da tonnellate di terra in una cava sull’Ardeatina e delle donne che li vanno a cercare, delle mogli che lavorano negli anni ’50 e dei figli e dei nipoti che quella storia ancora la raccontano (martedì 5 maggio ore 21).
Abbonamenti: sabato 14 e sabato 21 dicembre + giovedì 2 e venerdì 3 gennaio dalle ore 11 alle ore 13 al Teatro Il Piccolo e dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 19 alla biglietteria diurna del Teatro Diego Fabbri (via Dall’Aste). La campagna proseguirà poi fino a venerdì 17 gennaio, nei giorni e negli orari di apertura delle due biglietterie.

Abbonamenti online: da domenica 15 dicembre su vivaticket.it

Prezzi: 90 euro (intero); 60 euro (scontato per Abbonati a una qualsiasi rassegna della Stagione 2019/2020 del Teatro Diego Fabbri e/o altre rassegne della Stagione 2019/2020 del Teatro Il Piccolo); 30 euro (speciale per studenti e universitari).
Biglietti e prenotazioni telefoniche: sabato 4 gennaio dalle ore 11 alle ore 13 al Teatro Il Piccolo e dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 19 al Teatro Diego Fabbri. Da martedì 7 gennaio al Teatro Diego Fabbri (mar-sab ore 11/13 – 16/19); da mercoledì 8 gennaio al Teatro Il Piccolo (merc-ven ore 11/13). Online: da domenica 5 gennaio vivaticket.it Prezzi: 25 euro (Francesco Tesei, Ivano Marescotti, Ascanio Celestini); 20 euro per gli altri tre spettacoli.

Le nuove produzioni di Accademia Perduta/Romagna Teatri nella Stagione Teatrale 2019/2020 del Teatro Il Piccolo di Forlì

PINOCCHIO, spettacolo di Marcello Chiarenza, diretto da Claudio Casadio e interpretato da Mariolina Coppola e Maurizio Casali ha recentemente avuto, proprio al Piccolo, il suo debutto e tornerà sul palcoscenico su cui è nato il 21 e 22 aprile alle ore 9,30 per la programmazione rivolta alle Scuole.
L’epica e indimenticabile storia del burattino più famoso del mondo scritta da Collodi viene (letteralmente!) riletta in uno spettacolo in cui la storia sguscia fuori dalle pagine dei libri per atterrare direttamente sulle tavole del palco scenico. O meglio sul tavolo da lavoro del falegname più famoso del mondo: Geppetto. Sul suo tavolo ci sono gli attrezzi del mestiere ma anche tanti libri, nuovi, vecchi, enormi, minuscoli da cui, un po’ alla volta, escono i protagonisti della storia. I libri prendono vita, si aprono, si chiudono, diventano povere case dove non si trova nulla da mangiare, camini accesi che bruciano piedi, campi profondi dove nascondere monete, teatrini di burattini, specchi, tombe, onde del mare.
OZ, prodotto da Accademia Perduta/Romagna Teatri insieme a Solares Fondazione delle Arti/Teatro delle Briciole e E production, è ideato da Chiara Lagani e Luigi De Angelis e realizzato dalla compagnia Fanny & Alexander. Tratto da I libri di Oz di F.L. Baum, nello spettacolo – che ha debuttato nella prestigiosa cornice internazionale del RomaEuropa Festival – compaiono tutti i celebri personaggi del mondo di Oz, affrontando temi come l’amicizia e la lealtà, ossia i legami che hanno la forza di
combattere e superare le avversità.

NASO D’ARGENTO è lo spettacolo con cui prosegue il sostegno produttivo di Accademia Perduta alla giovane formazione Progetto g.g. di Consuelo Ghiretti e Francesca Grisenti. Lo spettacolo indaga il tema della bugia. Verità e finzione, gioco e illusione, paura e meraviglia. I bambini sono maestri di tutto questo, e questa è una fiaba che portando in sé codici e temi che i bambini conoscono bene, permette loro di fare un’esperienza, immaginare, completare e costruire conoscenza (17, 18 e 19 marzo alle ore 9,30).
L’USIGNOLO DELL’IMPERATORE di Pietro Piva è tratto da L’usignolo di Hans Christian Andersen. L’imperatore della Cina scopre che la vera ricchezza del suo regno non risiede nei suoi forzieri. È un uccellino, un usignolo, dicono. Fa immediatamente portare l'animale a corte: deve cantare.
Canta. Nessuno ha mai sentito niente di simile, lo stesso imperatore prova una strana felicità. Arriva poi un dono. È un usignolo meccanico. Sa cantare e riproduce fedelmente sempre la stessa melodia. Ma poi l’usignolo scompare, quello meccanico canta e il tempo passa. Fino a che il portentoso balocco non si guasta. L’usignolo vero tornerà ancora a cantare per l’imperatore, e il dono che chiederà in cambio è la libertà (31 marzo e 1 aprile alle ore 9,30).
Le nuove produzioni di Accademia Perduta saranno presentate nell’ambito della programmazione rivolte alle Scuole, rassegna che sarà completata da C’era 2 volte 1 cuore di Tib Teatro (12 e 13 dicembre), Storia del principe alla ricerca della verità di Fontemaggiore, uno spettacolo in cui si affrontano domande universali alla ricerca della verità e del suo contrario, perché non si conosce la luce senza trovare il buio, né il coraggio senza conoscere la paura (14 e 15 gennaio). Seguiranno il Teatro Pirata con Le avventure di Pulcino, uno spettacolo realizzato con l’uso di oggetti di recupero, con pupazzi mossi su un grande tavolo che, trasformandosi, diventa di volta in volta, la base per le scene, il tutto arricchito da musiche originali e canzoni eseguite dal vivo (28 e 29 gennaio), e la compagnia I Teatrini con Con la luna per mano (13 e 14 febbraio). Il successivo appuntamento vedrà sul palcoscenico Cenerentola in bianco e nero di Proscenio Teatro, un’originale versione della fiaba universalmente conosciuta in cui sarà il giovane pubblico in sala a decidere il finale (2 marzo).
L’offerta artistica e culturale rivolta ai bambini e alle famiglie sarà poi ampliata dalla rassegna FAVOLE, programmate la domenica pomeriggio alle ore 16, che proporranno al giovane pubblico forlivese riletture di fiabe classiche e popolari come Rodarissimo. Girandole di storie per giocare ispirato all’opera del grande Gianni Rodari (12 gennaio), Robin Hood (19 gennaio), L’acciarino magico di Andersen (2 febbraio), Enrichetta dal ciuffo di Perrault (9 febbraio) e Cenerentola (1 marzo). Gli abbonamenti alla rassegna saranno sottoscrivibili alla biglietteria del Teatro Diego Fabbri o al Teatro Il Piccolo fino al giorno della prima rappresentazione.
Info: 0543 64300 / 0543 26355 – teatroilpiccolo@accademiaperduta.it

Teatro delle Albe
fedeli d’Amore
polittico in sette quadri per Dante Alighieri

di Marco Martinelli
ideazione e regia Marco Martinelli e Ermanna Montanari

dal 27 novembre al 6 dicembre 2018
martedì 27, mercoledì 28, venerdì 30 novembre, sabato 1 dicembre – ore 18
domenica 2, martedì 4, mercoledì 5, giovedì 6 dicembre – ore 21
riposo giovedì 29 novembre, lunedì 3 dicembre

Teatro Rasi – Ravenna
Spettacolo in abbonamento – Titolo a scelta

Dopo la prima nazionale, nell’ambito del programma del Napoli Teatro Festival e la tappa al Teatrul Maghiar de Stat Csiky Gergely di Timisoara, all’interno di un progetto quadriennale con Timisoara 2021, arriva il debutto ravennate ne La stagione dei teatri 2018/19 per la nuova creazione di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, una scrittura originale di Martinelli che riflette sulla potenza della poesia dantesca, centrata sull’eccezionale recitar-cantando di Montanari. In un’alba ravennate del 1321, Dante Alighieri, profugo, è sul letto di morte, e la sua carne che si spegne è aggredita da visioni e lampi: la nebbia, il demone della fossa dove sono puniti i mercanti di morte, un asino che ha trasportato il poeta nel suo ultimo viaggio, il diavoletto del “rabbuffo” che scatena le risse attorno al denaro, l’Italia che scalcia se stessa, l’apparizione di Antonia – sua figlia – e l’intima certezza di una fine che non è una fine. In una scena generata da un’alchimia vocale, sonora, visiva e drammaturgica capace di fondere psiche e mondo, si evoca Dante nell’abbracciare una sola salvezza: Amore è ciò che ci fa ribelli, è la forza che libera ed eleva.
Le recite dal 27 novembre al 1 dicembre sono realizzate in occasione della Trilogia d’Autunno di Ravenna Festival 2018 e saranno sottotitolate in inglese.

«Avventurarsi nella selva luminosa delle opere di Dante – affermano Martinelli e Montanari – significa trovarsi di fronte a direzioni impreviste e sorprese feconde. Ecco perché in attesa del Purgatorio, che realizzeremo nel 2019 con la coproduzione di Ravenna Festival-Teatro Alighieri e Fondazione Matera-Basilicata 2019, abbiamo sentito la necessità di creare questa mandorla per il palco, un poemetto scenico dove una sola voce si incarica di farne suonare innumerevoli. Un concerto che evoca la morte del poeta nel 1321, per attingere alla radicalità della sua visione etico-estetica nel tempo presente».

In fedeli d’Amore a parlarci, nei singoli quadri, sono voci diverse: la nebbia in un’alba del 1321, il demone della fossa dove sono puniti i mercanti di morte, un asino che ha trasportato il poeta nel suo ultimo viaggio, il diavoletto del “rabbuffo” che scatena le risse attorno al denaro, l’Italia che scalcia se stessa, Antonia figlia di Dante Alighieri, una fine che non è una fine. Ci parlano del poeta fuggito dalla sua città che lo ha condannato e ora è sul letto di morte in esilio, a Ravenna, in preda a febbre malarica, con la mente annebbiata e delirante. Amore è evocato come stella polare dei fedeli d’Amore, forza che libera l’umanità dalla violenza, che salva “l’aiuola che ci fa tanto feroci”. Le voci di questo “polittico” sono un’unica voce che ne sa contenere innumerevoli, quella di Ermanna Montanari: aria, fuoco, suono, materia.

fedeli d’Amore si inserisce tra quei lavori delle Albe che testimoniano l’incessante ricerca drammaturgica, vocale, musicale e visiva in sinergia con “compagni sapienti” come Luigi Ceccarelli e Marco Olivieri, Anusc Castiglioni e Simone Marzocchi, all’interno di quel solco dove centrale è l’alchimia vocale-sonora della figura.

Nel solco del lavoro su Dante, Martinelli e Montanari saranno a New York il 13 e 14 dicembre ospiti dell’Italian Playwrights Project per una due giorni di incontri, letture, testimonianze video sul loro lavoro: il 13 dicembre il MaMa ospita, nel suo Downstairs Theatre, un incontro sulla drammaturgia di Marco Martinelli guidato da Frank Hentscher, direttore del Martin E. Segal Theatre Center e curatore con Valeria Orani (Umanism NYC e 369gradi) dell’Italian Playwrights Project. Il 14 dicembre, invece, alla Casa Italiana Zerilli-Marimò sede del Department of Italian Studies della New York University, si terrà un incontro con Federico Rampini – giornalista, scrittore, corrispondente dagli Stati Uniti per il quotidiano “la Repubblica”, per sottolineare l’estrema attualità dell’opera dantesca e l’esperienza del Cantiere Dante con la messa in scena dell’Inferno che ha coinvolto l’intera città di Ravenna nel 2017.

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