CRISTIANO DE ANDRÉ CANTA IL PADRE: SUCCESSONE ALL’AUDITORIUM
Il concerto è andato in scena domenica 13 dicembre nella favolosa sala Santa Cecilia del complesso progettato da Renzo Piano
ROMA – Non di tributo si è trattato: il passaggio di testimone è avvenuto, definitivamente. Domenica 13 dicembre, dieci anni dopo la morte del più indimenticabile fra i poeti moderni, presso la grandiosa sala Santa Cecilia dell’Auditorium di Roma. Da Faber a Cristiano, il germoglio sempreverde curato e cresciuto in casa. Dieci anni in cui Cristiano perde il padre, perde la madre (la prima moglie di De André, Enrica Rignon detta “Puny”, alla quale il figlio dedica “Verranno a chiederti del nostro amore”) e perde se stesso dietro fumi di alcool e di donna mai riassorbiti. Ci penserà la figlioletta Alice, salita sul palcoscenico in un simpatico siparietto, e la consapevolezza della riscoperta del Padre (lo stesso Fabrizio, poco dopo la scomparsa del genitore Giuseppe, ebbe a dire: “Cosa vorrei dalla vita? Rivedere, solo per una volta, mio padre”) a farlo rinsavire e permettergli, oggi, di essere il musicista più abile e più bravo al mondo e di proporre in tournèe al pubblico italiano i successi di Faber da lui rivisitati, in chiave di rock epico. Così la musica va, alta e tonante, mentre i soffitti a lamella di cedro americano della Santa Cecilia proiettano luci colorate e ombre magiche. Perfetta l’acustica della sala, ottima l’interpretazione della band di Cristiano: spicca la presenza di Luciano Luisi, arrangiatore di Zucchero e Ligabue, alla tastiera. Cristiano suona il piano, suona il violino, suona la chitarra e il mandolino: e rievoca i momenti con Fabrizio, di gaudio e tristezza, fra l’incontro a Tempio Pausania con De Gregori e “Cose che dimentico” scritta a quattro mani (Faber compose il testo, Cristiano la musica) per l’amico sardo ammalato di AIDS che sognava, nel reparto malati invisibili, di tornare, mano nella mano, a passeggiare con la ragazza sulla spiaggia.
Il tour della poesia rock ha cominciato a registrare esauriti ovunque, le date si sono moltiplicate e il successo è stato così dilagante da permettere l’uscita di un cd + dvd che ne documenti l’esperienza. Il viaggio di Cristiano e Fabrizio, cominciato il 29 luglio proprio sugli spalti estivi della cavea dell’Auditorium, volgerà, provvisoriamente, lo speriamo, al termine il 18 marzo a Bergamo.
Lunedì 14 dicembre al Teatro EuropAuditorium di Bologna ha invece avuto luogo il tributo della PFM al compagno di concerti e collaborazioni De André. Con lui la Premiata Forneria Marconi conobbe il grande successo nello storico tour del 1978/’79.
LA BATTUTA – Savignone Ligure e il peperone ròsso ròsso morsicato dall’allora impubere Cristiano.
LA SCENA – Il duetto rockeggiante di “Amico fragile”: De André al violino e il suo magnifico chitarrista all’elettrica.
LA COMPAGNIA – Con tuo padre, inevitabilmente. È lui che ti ha fatto conoscere la melodia eterna di Faber.
Federico Ligotti
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CRISTIANO DE ANDRÉ CANTA IL PADRE: SUCCESSONE ALL’AUDITORIUM
Il concerto è andato in scena domenica 13 dicembre nella favolosa sala Santa Cecilia del complesso progettato da Renzo Piano
ROMA – Non di tributo si è trattato: il passaggio di testimone è avvenuto, definitivamente. Domenica 13 dicembre, dieci anni dopo la morte del più indimenticabile fra i poeti moderni, presso la grandiosa sala Santa Cecilia dell’Auditorium di Roma. Da Faber a Cristiano, il germoglio sempreverde curato e cresciuto in casa. Dieci anni in cui Cristiano perde il padre, perde la madre (la prima moglie di De André, Enrica Rignon detta “Puny”, alla quale il figlio dedica “Verranno a chiederti del nostro amore”) e perde se stesso dietro fumi di alcool e di donna mai riassorbiti. Ci penserà la figlioletta Alice, salita sul palcoscenico in un simpatico siparietto, e la consapevolezza della riscoperta del Padre (lo stesso Fabrizio, poco dopo la scomparsa del genitore Giuseppe, ebbe a dire: “Cosa vorrei dalla vita? Rivedere, solo per una volta, mio padre”) a farlo rinsavire e permettergli, oggi, di essere il musicista più abile e più bravo al mondo e di proporre in tournèe al pubblico italiano i successi di Faber da lui rivisitati, in chiave di rock epico. Così la musica va, alta e tonante, mentre i soffitti a lamella di cedro americano della Santa Cecilia proiettano luci colorate e ombre magiche. Perfetta l’acustica della sala, ottima l’interpretazione della band di Cristiano: spicca la presenza di Luciano Luisi, arrangiatore di Zucchero e Ligabue, alla tastiera. Cristiano suona il piano, suona il violino, suona la chitarra e il mandolino: e rievoca i momenti con Fabrizio, di gaudio e tristezza, fra l’incontro a Tempio Pausania con De Gregori e “Cose che dimentico” scritta a quattro mani (Faber compose il testo, Cristiano la musica) per l’amico sardo ammalato di AIDS che sognava, nel reparto malati invisibili, di tornare, mano nella mano, a passeggiare con la ragazza sulla spiaggia.
Il tour della poesia rock ha cominciato a registrare esauriti ovunque, le date si sono moltiplicate e il successo è stato così dilagante da permettere l’uscita di un cd + dvd che ne documenti l’esperienza. Il viaggio di Cristiano e Fabrizio, cominciato il 29 luglio proprio sugli spalti estivi della cavea dell’Auditorium, volgerà, provvisoriamente, lo speriamo, al termine il 18 marzo a Bergamo.
Lunedì 14 dicembre al Teatro EuropAuditorium di Bologna ha invece avuto luogo il tributo della PFM al compagno di concerti e collaborazioni De André. Con lui la Premiata Forneria Marconi conobbe il grande successo nello storico tour del 1978/’79.
LA BATTUTA – Savignone Ligure e il peperone ròsso ròsso morsicato dall’allora impubere Cristiano.
LA SCENA – Il duetto rockeggiante di “Amico fragile”: De André al violino e il suo magnifico chitarrista all’elettrica.
LA COMPAGNIA – Con tuo padre, inevitabilmente. È lui che ti ha fatto conoscere la melodia eterna di Faber.
Federico Ligotti