Werther

Posted by on March 19, 2021

https://www.raiplay.it/video/2021/03/Opera—Werther-1955-42f971fe-cb1c-4227-9957-df7fdc849075.html Milano 1955 Werther Juan Oncina Charlotte Leyla Gencer Sophie Sandra Ballinari Albert Enzo Sordello Le Bailli Marcello Cortis Johann Nestore Catalani Schmidt Mario Carlin Orquestra e Coro RAI Milano Regia Alfredo Simonetto Milão 1955 Werther FRANCESCO DEMURO Le Bailli ALBERTO COMES Charlotte VERONICA SIMEONI Albert GUIDO DAZZINI Schmidt NICOLA DI FILIPPO Johann FILIPPO ROTONDO

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Milano 1955

Werther Juan Oncina
Charlotte Leyla Gencer
Sophie Sandra Ballinari
Albert Enzo Sordello
Le Bailli Marcello Cortis
Johann Nestore Catalani
Schmidt Mario Carlin

Orquestra e Coro RAI Milano
Regia Alfredo Simonetto
Milão 1955

Werther FRANCESCO DEMURO
Le Bailli ALBERTO COMES
Charlotte VERONICA SIMEONI
Albert GUIDO DAZZINI
Schmidt NICOLA DI FILIPPO
Johann FILIPPO ROTONDO
Sophie MARIA RITA COMBATTELLI
Bruhlmann ANDREA GERVASONI
Katchen LUISA BERTOLI

Conductor FRANCESCO PASQUALETTI
Regia STEFANO VIZIOLI
Assistant director PIERLUIGI VANELLI
Set EMANUELE SINISI
Set Assistant ELEONORA DE LEO
Costumes ANNA MARIA HEINREICH
Light designer VINCENZO RAPONI
Visual IMAGINARIUM CREATIVE STUDIO

FILARMONICA DELL’OPERA ITALIANA “BRUNO BARTOLETTI”
SCUOLA DI VOCI BIANCHE DEL TEATRO COMUNALE DI MODENA
Soloists Serena Cusimano, Silvia Dilenge, Anna Elvezzi, Elena Sofia Nativio, Elena Pignatti, Erika Ranieri
Chorus Master PAOLO GATTOLIN

NEW PRODUCTION
OperaLombardia
CO-PRODUCTION
Teatri di OperaLombardia, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Fondazione Teatro di Pisa, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara

LIVE STREAMING
Production Edunova – University of Modena and Reggio Emilia

Regia Fabio Dolci
Assistant Director Melania Malpezzi
Score Assistant Carlotta Francia
Camera Operators Tommaso Abatescianni, Enrico Badii, Riccardo Isola, Luca Marrone, Chiara Valdesalici

PROJECT COORDINATOR of OPERASTREAMING
Fondazione Teatro Comunale di Modena

Werther Gillen Munguía
Le Bailli Alberto Comes
Charlotte Karina Demurova
Albert Guido Dazzini
Schmidt Nicola Di Filippo
Johann Filippo Rotondo
Sophie Maria Rita Combattelli
Brühlmann Andrea Gervasoni
Kätchen Luisa Bertoli

Coro voci bianche del Teatro Sociale di Como
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Music Jules Massenet
Conductor Francesco Pasqualetti
Regia Stefano Vizioli
Set Designe Emanuele Sinisi
Designer Anna Maria Heinreich
Lighting Designer Vincenzo Raponi
Chorus Master Lidia Basterretxea
Visuals Imaginarium Creative Studio
Assistant director Pierluigi Vanelli
Assistant set designer Eleonora De Leo

https://www.raiplay.it/video/2019/03/Werther-52304c72-fd9e-4271-829c-250c5f6e7679.html

Fenice Venezia

Conductor Guillaume Tourniaire

Regia Rosetta Cucchi

 Werther Jean-François Borras
Charlotte  Sonia Ganassi

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CONDUCTOR
Alain Altinoglu

PRODUCTION
Richard Eyre

SET AND COSTUME DESIGNER
Rob Howell

LIGHTING DESIGNER
Peter Mumford

VIDEO DESIGNER
Wendall K. Harrington

CHOREOGRAPHER
Sara Erde

Charlotte
Sophie Koch

Sophie
Lisette Oropesa

The Bailiff
Jonathan Summers

children
Hans
Richard Hausman

Gretel
Helena Abbott

Karl
Seth Ewing-Crystal

Clara
Kiki Porter

Fritz
Daniel Katzman

Max
Thomas White

Johann
Philip Cokorinos

Schmidt
Tony Stevenson

Werther
Jonas Kaufmann

Brühlmann
Christopher Job

Käthchen
Maya Lahyani

Albert
David Bižic

May 2020 Met Opera

11
Massenet’s Werther
Transmitted live on March 15, 2014

12
Thomas Adès’s The Tempest
Transmitted live on November 10, 2012

13
Strauss’s Ariadne auf Naxos
Transmitted live on March 12, 1988

14
Britten’s Peter Grimes
Transmitted live on March 15, 2008

15
Donizetti’s Lucia di Lammermoor
Transmitted live on November 13, 1982

16
Verdi’s Rigoletto
Transmitted live on February 16, 2013

17
Verdi’s Nabucco
Transmitted live on January 7, 2017

TCBO
JUAN DIEGO FLÓREZ E MICHELE MARIOTTI DEBUTTANO
NEL WERTHER DI MASSENET

Dal 15 al 23 dicembre a Bologna, una nuova produzione
firmata da Rosetta CucchiDiretta Radio3 Rai giovedì 15 dicembre alle 20.00Celso Albelo si alterna con Flórez nel ruolo del titolo,
Isabel Leonard e José Maria Lo Monaco interpretano Charlotte

Segna il debutto scenico del grande tenore peruviano Juan Diego Flórez nel ruolo di Werther, nell’omonima opera di Jules Massenet, lo spettacolo in scena al Teatro Comunale di Bologna dal 15 al 23 dicembre 2016, con diretta radiofonica su Radio3 Rai la sera della prima alle ore 20.00. Una nuova sfida e una significativa apertura verso il repertorio francese per il tenore peruviano, celebre per le sue pirotecniche interpretazioni belcantistiche. Dopo averlo cantato in forma di concerto ad aprile a Parigi, Flórez – impegnato nelle recite del 15, 18 e 21 dicembre – affronta Werther per la prima volta sulla scena in una nuova produzione firmata da Rosetta Cucchi, con le scene di Tiziano Santi, i costumi di Claudia Pernigotti e le luci di Daniele Naldi. Sul podio il Direttore Musicale del Comunale di Bologna, Michele Mariotti, anche lui al suo debutto nel capolavoro di Massenet.
Tutt’altro che inedito, invece, è il rapporto artistico tra Flórez e Mariotti, che si sono incontrati molte volte sui palcoscenici più importanti del mondo: dalla Royal Opera House di Londra al Metropolitan di New York, passando per il Rossini Opera Festival di Pesaro, fino alla Deutsche Oper di Berlino, dove sono appena stati impegnati in Les Huguenots di Meyerbeer. Mariotti e Flórez hanno lavorato insieme anche in una memorabile edizione de I puritani di Bellini, andata in scena al Comunale di Bologna nel 2009.

«Il Werther parla di una storia d’amore impossibile, – dice Michele Mariotti – resa tale anche dall’incapacità dei protagonisti di vivere la loro vita e di affrontare la realtà, prendendosi le proprie responsabilità. Il giovane Werther, da sognatore qual è, si rifugia nel suo mondo, che diventa un nido protettivo che gli permette di vivere una realtà parallela rispetto a quella che sarebbe dovuta essere la sua vita. Anche Charlotte è vittima del giuramento fatto alla madre di sposare un uomo che non ama e che non può amare. Entrambi i protagonisti sono sopraffatti dai sensi di colpa e con la morte di Werther è come se anche Charlotte morisse; dice infatti all’amato di sentirsi la causa del sangue che vede sgorgare dalle sue ferite. Il personaggio che mi ha sempre affascinato è Albert – continua Mariotti – è il classico uomo borghese ben inserito nella società, che ama la buona cucina, il gioco e le donne e che è apparentemente apprezzato da tutti. In realtà è un uomo molto fragile, che cerca continuamente conferme su di sé dagli altri, ma invano. Ne vorrebbe anche da Charlotte, la quale risponde alle sue domande in modo vago ed evasivo. È un uomo a cui tutte le certezze si sgretolano nel corso dell’opera».

«Qual è il sogno di Werther? – si chiede la regista Rosetta Cucchi – Una vita con Charlotte fatta di piccoli gesti quotidiani, normali per tanti, eccezionali per chi non può goderne. Una casa, scrigno di questi sogni, che inesorabilmente si allontana, lasciandolo nudo in una natura che passo a passo muore con lui. Il sentimento che prova così ardentemente, fa crescere dentro di sé un’incontenibile inquietudine, la consapevolezza di essere indegno e inoltre uno scontento di se stesso che lo porta ad invidiare chi vive quella quotidianità. Werther è vittima, quindi, di un sogno rovesciato che contiene ordine, razionalità, prevedibilità. Ecco perché da una poltrona collocata in primo piano, durante ciascun inizio d’atto, come in un piano sequenza, accompagniamo Werther negli attimi che precedono il suicidio. Il gesto estremo che lo condurrà finalmente dove desidera. Soltanto in questi momenti – conclude la regista -, il sogno si mischia con la realtà; e come attraverso un cannocchiale rovesciato, lo spettatore vedrà allontanarsi e divenire irraggiungibili i desideri del protagonista».

Al Comunale di Bologna, nel ruolo di Werther, si alternano Juan Diego Flórez e Celso Albelo (impegnato nelle recite del 16, 20 e 23 dicembre). A interpretare il ruolo di Charlotte invece, sono chiamate Isabel Leonard (15, 18 e 21 dicembre) e José Maria Lo Monaco (16, 20 e 23 dicembre). Completano il cast Luca Gallo (Le Bailli), Jean-François Lapointe (Albert), Alessandro Luciano (Schmidt), Lorenzo Malagola Barbieri (Johann) e Ruth Iniesta (Sophie). L’Orchestra e il Coro di voci bianche (preparato da Alhambra Superchi) sono quelli del Teatro Comunale di Bologna.
Lo spettacolo è realizzato grazie al contributo di Alfa Wassermann.

Concluso nel 1886 e andato in scena per la prima volta il 16 febbraio 1892 alla Hofoper di Vienna – l’Opéra Comique di Parigi l’aveva inizialmente rifiutato – Werther è considerato il capolavoro di Jules Massenet, scritto dopo i successi di Manon eHérodiade. Il libretto, di Édouard Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann, è tratto dal celebre romanzo epistolare di Goethe Die Leiden des jungen Werther (I dolori del giovane Werther), scritto nel 1774 e considerato il simbolo della corrente romantica denominata Sturm und Drang che dilagò in Europa alla fine del XVIII secolo. Massenet lo conobbe nella traduzione francese, e fu questo a spingerlo verso quelle sonorità morbide e dolci tipiche della sua lingua madre, nel tentativo di realizzare una perfetta contiguità della linea melodica con il verso francese. Nelle sue memorie (Mes souvenirs), Massenet racconta il suo incontro con il romanzo di Goethe: dopo aver ascoltato il Parsifal a Bayreuth, insieme al suo editore Hartmann si recò a Wetzlar, la città dove aveva vissuto Werther. “Trovarmi proprio in quella casa che Goethe aveva reso celebre ambientandovi l’amore del suo eroe, m’impressionò profondamente. Uscendo di là Hartmann mi disse: ‘Ho di che completare l’emozione che provate’. E nel dire queste parole trasse dalla tasca un libretto ingiallito dal tempo. Era la traduzione francese del romanzo di Goethe… Come ebbi in mano quel libro, avido di leggerlo, entrammo in una di quelle immense birrerie che si trovano ovunque in Germania… Non riuscivo a staccarmi dalla lettura più appassionante… Tanto delirio di passione e di estasi mi fece salire le lagrime agli occhi. Che scene emozionanti, che quadri avvincenti potevano venirne fuori! Era Werther…”

WERTHER
Dramma lirico in quattro atti
Musica di Jules Massenet
Libretto di Édouard Blau, Paul Milliet, Georges Hartmann

15 dicembre 2016 – 20:00 Turno Prima
16 dicembre 2016 – 20:00 Turno C
18 dicembre 2016 – 15:30 Turno D
20 dicembre 2016 – 18:00 Turno P
21 dicembre 2016 – 20:00 Turno A
23 dicembre 2016 – 20:00 Turno B

Teatro Comunale

Direttore                        Michele Mariotti
Regia                                Rosetta Cucchi
Scene                                Tiziano Santi
Costumi                                Claudia Pernigotti
Luci                                Daniele Naldi
Maestro del Coro Voci Bianche        Alhambra Superchi

Nuova produzione del Tcbo
Orchestra, Coro di Voci Bianche e Tecnici del TCBO

Personaggi                        Interpreti

Werther                                Juan Diego Flórez / Celso Albelo (16, 20, 23 dicembre)
Le Bailli                                Luca Gallo
Charlotte                        Isabel Leonard / José Maria Lo Monaco (16, 20, 23 dicembre)
Albert                                Jean-François Lapointe
Schmidt                                 Alessandro Luciano
Johann                                Lorenzo Malagola Barbieri
Sophie                                Ruth Iniesta
Brühlman                        Tommaso Caramia

Kätchen                                Aloisa Aisemberg
Clara                                Susanna Boninsegni
Fritz                                Carlo Alberto Brunelli
Gretel                                Irene Cavalieri
Hans                                Diego Bolognesi
Karl                                Pietro Bolognini
Max                                Marco Conti

Mimi bambini
Gioele Corvino, Eleonora Dodi, Anna Montaguti, Cecilia Pagliaro, Nicolò Rossi, Carlotta Tilli

Figuranti (Allievi della Scuola di teatro di Bologna “Galante Garrone”)
Andrea Argentieri
Agostino Rocca
Giulio De Santi
Alberto Pirazzini
Nicola Pensabene
Vincenzo Fioretti
Niccolò Massi
Emily Di Ronza
Corinna Bologna
Elisa Macario Ban
Michela Lo Preiato
Manuela Biancoli
Arianna Di Girolamo
Claudia Grandinetti
Figuranti Anziani
Albertina Malferrari
Amos Colzani
Figurante bambino
Tancredi Lamantini

2005

Marcelo Alvares
Elina Garanca

Philip Jordan

2 thoughts on “Werther

  1. Parma – Teatro Regio

    Werther di Jules Massenet

    Recita del 27 aprile 2010)

    di Giosetta Guerra

    Sulle note cupe dellouverture alleggerita dalle delicatezze dei violini un funerale nero visto in controluce attraversa la scena vuota pervasa di luce rossa. La bara, posata a terra e privata del manto nero, diventa prima un muretto nel giardino del borgomastro e poi si divide in panchetti usati dai bambini sia come sedili sia come vassoi.
    Sul fondale aperto giganteggia un albero investito da luci sempre diverse e poi abbattuto, le luci dai colori accesi cambiano continuamente in base agli ambienti, alle situazioni e agli stati danimo e creano violenti contrasti, spesso si fa uso della tecnica del controluce e dellazione nel retroscena. La stanza di Charlotte ricca di mobili bianchi in confusione, vi domina un lettone sopraelevato e un inginocchiatoio pi in alto ancora. La stanza di Werther morente sul letto piena di libri ed rischiarata da candelieri accesi, mentre fuori scende la neve su un albero di Natale steso a terra e contro un cielo nero squarciato da una luna bianca sfocata.
    Le scene sono simboliche e stilizzate, le pareti che si inclinano e si restringono sui personaggi simboleggiano la claustrofobia del dolore.
    Johann e Schmidt, biondissimi, arrivano in bicicletta e portano lombrello, Werther fa il suo ingresso in frac grigio, Charlotte nella sua stanza indossa un abito bianco con strascico e capelli sciolti, Sofie una delicata figura, Albert un compunto giovine.
    Scene di Alessandro Chiti, costumi di Giusi Giustino, luci di Paolo Ferrari, regia di Marco Carniti. Allestimento ripreso dal Teatro dellOpera Giocosa di Savona.
    Sul piano vocale non si poteva avere un cast meglio assortito, a cominciare dal pluriosannato tenore Francesco Meli nel ruolo protagonista. Il suo Werther un giovane pieno di slanci e di ritrosie, che si esprime con squillo sicuro e mezze voci sospirose, il mezzo vocale estesissimo e di bel timbro usato prevalentemente sul forte, il canto a piena voce trascinante, strepitoso nel finale del II atto; “Pourquoi me reveiller” cantata con la giusta alternanza di smorzature e dirruenze e tutta la scena pervasa da maggior passione, complice anche lintensit della musica. Tuttavia unattenta opera di cesello sul canto sfumato renderebbe maggior giustizia al personaggio, pi artista ossianico che titano romantico, e darebbe perfetta espressione al monologo interiore di Werther, costruito sul flusso di emozioni e di rapimenti.
    Sonia Ganassi regala suoni bruniti, espansioni liriche ed intensit despressione a Charlotte, il mezzosoprano scenicamente e tecnicamente una brava artista, abile nel porgere, nellusare le mezze voci, nello svettare nella tessitura acuta, ma mostra carenza di sonorit e di peso nella tessitura grave e poca chiarezza di dizione in quella media dove i suoni appaiono piuttosto chiusi.
    Giorgio Caoduro nel ruolo del composto e razionale Albert, l’anti-eroe romantico, esibisce bel timbro baritonale, fiati lunghi e sostenuti con qualche ondulazione in zona acuta, correttezza, morbidezza e armoniosit del canto, buona dizione.
    Senza pecche e quindi perfetta la performance del soprano Serena Gamberoni: bella voce luminosa e tecnica ineccepibile, incursioni sicure e delicate nella zona acuta, scenicamente esprime perfettamente la freschezza della giovane Sophie.
    A completamento del cast ricordiamo il basso Michel Trempont (Borgomastro), il tenorino Nicola Pamio (Schmidt), il bravo baritono Omar Montanari (Johann), il mezzosoprano Azusa Kubo (Ktchen), il tenore Seung Hwa Paek (Brhlmann). Voci aggraziate quelle dei bambini del Coro voci bianche del Teatro Regio di Parma diretto dal Maestro Sebastiano Rolli.
    Il direttore Michel Plasson riesce a guidare lOrchestra del Regio nel cangiante percorso sonoro che descrive levolversi della situazione: la musica frizzante e festosa allarrivo dei bambini, delicata e romantica allincontro di Werther e Charlotte, tormentosa e a dense arcate nella lettura della lettera, struggente e carica di tensione nellintermezzo, si riduce a cupe arcate gravi e a un colpo di grancassa alla morte di Werther e muore con lui.
    Uno spettacolo positivo.

  2. Raffinatezze crepuscolari nello splendido Werther di Parma.

    Werther ovvero il dramma sfumato dallo spirito di indulgenza di un Massenet che, senza mai cadere nellenfasi, coglie perfettamente i caratteri dei protagonisti nellinvenzione armonica e melodica di un capolavoro senza tempo, nasce dalla penna di un Goethe che fece del suo romanzo psicologico, intessuto di elementi autobiografici vissuti sullambiguit, il vessillo del romanticismo che dilagava in tutta Europa. La riduzione librettistica di Blau, Millet e Hartmann ben si intreccia alle esigenze di una partitura fondata su una lirica intimista inequivocabilmente francese vissuta fra raffinatezze crepuscolari e ripieghi malinconici, non ultima la dolorosa elegia funebre sui sogni infranti della giovinezza che la vita stessa impartir al protagonista con le sue inesorabili leggi a cui nemmeno i diritti del cuore potranno sottrarsi. Lallestimento del Teatro dellOpera Giocosa che Marco Carniti realizza sulle linee geometriche essenziali disegnate da Alessandro Chiti rivive sul palcoscenico del Teatro Regio di Parma consolidato da pochi elementi darredo, privo di orpelli inutili, mitigato comunque nella sua rigidit da un effetto cromatico di rara eleganza che le luci di Paolo Ferrari offrono con estrema raffinatezza creando momenti di grande lirismo nelle nuances azzurre della bellissima scena del chiaro di luna, quando si tingono di rosso nellepilogo tragico che vede Charlotte correre affannosamente al capezzale di Werther morente, e ancora nel quadro dapertura scandito dal corteo funebre del giovane morto suicida. Sono momenti di grande impatto visivo sottolineati dalla bacchetta di Michel Plasson che regge lorganico del Regio di Parma con unorchestrazione filtrata attraverso la sensibilit francese ricca di suoni, soffice nellintreccio struggente degli archi, nelleleganza delle forme che colorano linvocazione alla natura, nella disperazione impotente, nella passionalit rinunciataria e infine nella malinconia sognante in cui la fusione fra canto e orchestra raggiunge uno straordinario effetto poetico. E Francesco Meli dipana un Werther di grande suggestione nelleccezionale ricchezza di sfumature di un timbro caldo, omogeneo, attraverso il quale vengono filtrate la dolcezza, la malinconia, labbandono su un fraseggio che sottolinea i diversi stati danimo di un grande interprete. Pourqoui me reveiller e la crepuscolare L-bas au fond du cimetire esprimono un accento talmente ricco di colori da conferire una magica atmosfera sospesa nel pi puro romanticismo. La Charlotte di Sonia Ganassi, lacerata fra il desiderio per Werther e il dovere verso Albert, emette un profumo di carnosa sensualit che in Va! Laisse couler mes larmes trova una fusione perfetta con lorchestra del Regio, mentre lepisodio della lettera sprofonda nellamara disillusione di un dolore intenso che il bellissimo fraseggio sfumato sottolinea nei chiaroscuri intrisi di una tinta preziosa. Serena Gamberoni una Sophie deliziosa che esprime una freschezza senza alcuna caduta di smancerie, mentre Giorgio Caoduro d ad Albert la giusta collocazione fra la passionalit che emerge prepotente nel terzo atto e un atteggiamento contegnoso. Completano il cast Michel Trempont nel ruolo del vecchio borgomastro, Nicola Pamio che veste i panni di Schmidt, mentre Omar Montanari Johann, e infine Azusa Kubo e Seung Hwa Paek sono rispettivamente Katchen e Bruhlmann. Bravissimo il coro delle voci bianche diretto da Sebastiano Rolli che con voluto stridore enfatizza la malinconia di Werther.

    Parma, 2maggio 2010.

    Claudia Mambelli.

    … e a proposito

    La scuola del sentimento nel canto di Juanita Caracciolo.

    Cantava col cuore e non con la gola il soprano Juanita caracciolo che allora fu definita una vera maestra della parola. Cos recita il bel volume che Roberta Paganelli, ex insegnante di origine forlivese e apprezzata ricercatrice delle vicende del teatro musicale italiano con particolare riferimento ai compositori legati alla terra di Romagna, ha dedicato a Juanita Caracciolo collocandola fra la giusta verit di Mascagni e il poetico realismo di Puccini. Non a caso il titolo di questa stampa definita di nicchia perch riservata preferibilmente a un pubblico ristretto, appunto Juanita Caracciolo, una breve e fulgida stella tra Puccini e Mascagni presentata in questi giorni presso la Galleria del Colonna di Bologna con uninteressante dissertazione a cura del musicologo Piero Mioli. Duecento pagine di carattere documentaristico aprono uno squarcio sulla figura della Caracciolo, legata come dice il nome stesso alla nobile famiglia di origine napoletana da parte del padre Gennaro, impresario di una compagnia di operette nella quale cantava anche la madre della giovane Juanita che in tenera et debutt in palcoscenico a Ravenna dove casualmente era nata sei anni prima durante una tourne dei genitori entrambi teatranti. Della sua breve ma intensa vita Roberta Paganelli traccia un ritratto veramente interessante non solo di donna di teatro, ma scavando anche nella sua vita privata raccontata come un atto damore nei confronti di una grande interprete della lirica, intelligente, animata dal sentimento, e sempre proiettata sulla giusta misura, restituendo cos alla storia il personaggio in tutto il suo percorso artistico che la vide nei ruoli preferiti del repertorio mascagnano, quali Lodoletta e Iris; e ancora Le maschere, per non dimenticare Thais e il Wertherdi Massenet nel ruolo di Charlotte, ma anche sulla scena come Octavia nel Cavaliere della rosa straussiano, Alice nel Falstaff verdiano, Sieglinde nella Walkiria di Wagner, splendida Nedda dei Pagliacci di Leoncavallo e ancora interprete della Wally di Catalani, e straordinaria Margherita nel Mefistofele di Boito fino a toccare le eroine pucciniane dalla Manon a Madama Butterfly. Juanita Caracciolo chiude la sua breve vita al culmine di una brillante carriera che non conosce pause, avvolta di unaureola tutta femminile conferitale dalla morte sopraggiunta pochi mesi dopo la nascita del secondo figlio avuto dalla seconda unione con Roberto Moranzoni, direttore dorchestra ,come del resto era il primo marito Giacomo Armani dal quale aveva avuto il figlio Franco. Il monumento funebre che fu fatto edificare in sua memoria, realizzato dal famoso scultore G.B.Tedeschi, la rappresenta sorretta da un angelo e successivamente vi fu aggiunta la figura del bimbo anchesso morto pochi mesi dopo la sua scomparsa. Nel corso della presentazione del libro nella Galleria del Colonna sono stati presentati al pubblico alcuni brani del repertorio delezione della Caracciolo: Un bel d vedremo da Madama Butterfly e In quelle trine morbide dalla Manonche sottolineano la vocalit giusta di questa grande soprano nel repertorio pucciniano.

    Bologna, maggio 2010.

    Claudia Mambelli.

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