Artaserse

Posted by on July 6, 2020

Martina Franca, 14 luglio 2012 Artaserse ANICIO ZORZI GIUSTINIANI Mandane MARIA GRAZIA SCHIAVO Artabano SONIA PRINA Arbace FRANCO FAGIOLI Semira ROSA BOVE Megabise ANTONIO GIOVANNINI Ensemble Barocco dell’Orchestra Internazionale d’Italia Direttore Corrado Rovaris Regia Gabriele Lavia Scene Alessandro Camera Costumi Andrea Viotti  

Martina Franca, 14 luglio 2012

Artaserse ANICIO ZORZI GIUSTINIANI
Mandane MARIA GRAZIA SCHIAVO
Artabano SONIA PRINA
Arbace FRANCO FAGIOLI
Semira ROSA BOVE
Megabise ANTONIO GIOVANNINI

Ensemble Barocco dell’Orchestra Internazionale d’Italia
Direttore Corrado Rovaris
Regia Gabriele Lavia
Scene Alessandro Camera
Costumi Andrea Viotti

 

2 thoughts on “Artaserse

  1. Martina Franca: Festival della valle d’Itria: Artaserse 27.7.

    Als 1.Oper stand beim diesjährigen FVI ‘Artaserse’ von Joh.Adolf Hasse auf dem Programm. Sie wurde auf die 1.Fassung mit dem Libretto des damaligen Vielproduzenten P.Metastasio (UA 1730 in Venedig) nun zum 1. Mal seit dem 20.Jahrhundert wieder aufgeführt. Und man hätte sie lieber schlummern lassen. Wenn auch Hasse neben Händel als der bedeutendster deutscher Barockkomponist gilt, was er hier an Schematismus und Langatmigkeit abgeliefert hat, kann nicht einmal einen barocken Musikwissenschaftler vom Hocker reißen.

    In einer blockartigen Ausschnitts-Architektur (Alessandro Camera) im Innenhof des Palazzo ducale, die in etwa di Monumentalität des Perserreichs evozieren soll, spielt sich das Drama ab. Es geht dabei um den Mord an Großkönig Xerxes seitens Artabanos, Präfekt der königl.Wache, der seinem Sohn die blutige Waffe übergibt, und der somit als der Mörder festgenommen wird, nachdem zuerst Darius , ein Sohn Xerxes’ verdächtigt wurde. Arbace ist mit Mandane, der Schwester des Thronfolgers Artaserse, Sohn Xerxes’, liiert. Semira, seine Schwester ist Artaserse selber versprochen, wird aber von dem General Megabise, der in der Inszenierung von Gabriele Lavia in Uniform und runden Brillengläsern (Kost.: Andrea Viotti) wie ein Heinrich Himmler wirkt, mit Liebe bedrängt. Dazu wird er noch von einem Sopranisten gesungen. Arbace wird von seinem Freund Artaserse aus dem Gefängnis befreit. Obwohl er seinen Vater nicht als Mörder verrät, wird ihm zur Flucht verholfen. Artabano und Megabise haben ein Komplott vorbereitet, und für Artaserse steht bei seiner Krönung der Giftbecher bereit. Arbace hat inzwischen den Aufstand niedergeschlagen und ist zurückgekehrt. Als er rituell auf Artaserse schwören will und den Giftbecher zu den Lippen führt, hält ihn sein Vater Artabano davon ab. Er bekennt nun seine Schuld und holt zum entscheidenden Schwertstreich gegen Artaserse aus, aber Arbace kommt im zuvor und schützt seinen Fraund. Dieser begnadigt mit extremer Milde seinen Gegner und läßt ins Exil abdanken. Abace und Mandane wie auch Artaserse und Semira können heiraten und tout Persie bejubelt seinen König.
    Das Ensemble Barocco spielt Arie auf Arie, Rezitativ auf Rezitativ unter der musikal.Leitung von Corrado Rovaris, ganz dezent begleitend. Die Instrumentation Hasses scheint hier auch nicht so reichhaltig, manchmal ergibt sich ein spröder Streichersound.
    Antonio Giovanini gibt mit fein klingendem Sopran, nicht so hinterhältig und gemein, wie Himmler mit den Frauen umsprang, den Megabise. Die Mandane der Maria Grazia Schiavo hat einen schönen Stimmkern, den sie auch in den Arien sehr schön umrundet. Artaserse, der für den Titelhelden eher wenig zu singen hat wird von Anicio Zorzi Giustiniani gegeben, die Semira von der dunkelstimmigen Rosa Bove. Der Arbace wird für alle Melomanen vom leicht omnipräsenten Countertenor Franco Fagioli mit seinem süßlichen Timbre zelebriert. Wagemutiger scheint die Besetzung des Artabano, der bei der Uraufführung mit einem einem Contraltisten, Nicolini, besetzt war, mit der resoluten Frauenstimme der Sonia Prina.

    Friedeon Rosén

  2. Inaugurazione della XXXVIII edizione del Festival della Valle d’Itria

    L’Artaserse di Hasse con Franco Fagioli nel ruolo di Arbace

    Caso emblematico nel repertorio barocco, l’Artaserse di Hasse (su libretto di Metastasio) deve la sua fortuna alla bellezza delle arie, che hanno portato fortuna agli interpreti della rappresentazione al XXXVIII Festival della Valle d’Itria. Primo tra tutti l’attesissimo Franco Fagioli, presente per il terzo anno consecutivo al Festival, impegnato in un ruolo molto complesso, già cavallo di battaglia di Farinelli. Fagioli ha interpretato impeccabilmente le arie del protagonista del dramma metastasiano, caratterizzate da una difficoltà tecnica crescente fino al funambolismo vocale, rivestendole anche di una grande espressività e finezza recitativa. E, in onore del mitico castrato originario di Andria, si è aperta l’ultima edizione del Festival, nell’ambito di una scenografia davvero lussureggiante, all’apparenza moderna, ma in realtà ispirata alle macchine barocche nella riproduzione del senso dell’incantesimo teatrale nello spettatore. La struttura – firmata da Alessandro Camera- è rappresentata da un’enorme scultura dalle forme architettoniche, che si apre su bande scorrevoli per formare le diverse aree del palazzo regale dell’antica Persia. Fortemente evocativa la materia: metallo abraso dall’acido (a simboleggiare il potere corroso dalla violenza) e rivestito di foglia d’oro anticata, per un effetto da sfondo di un’icona orientale. Qui lo spettacolo ha preso vita, illuminato da luci “sapientemente” teatrali, a cui ha lavorato personalmente Gabriele Lavia, che ha presentato una regia molto tradizionale dell’opera. L’unica “innovazione” rispetto all’ambientazione storica del dramma nell’antica Persia- ma ormai una costante presenza nelle recenti messe in scene di opere barocche- è stata introdotta dai costumi di Andrea Viotti: militari per i personaggi maschili (un misto tra le divise dei carabinieri e delle S.S.), stile impero per quelli femminili. Ritornando agli interpreti, ha registrato grande riscontro, accanto a Franco Fagioli, una straordinaria Sonia Prina nel ruolo en travesti del padre di Arbace, Artabano (al tempo di Farinelli interpretato dal contralto castrato Nicolino Grimaldi), ma tutto il cast si è rivelato eccezionale a cominciare da Maria Grazia Schiavo nel personaggio di Mandane (che fu di Francesca Cuzzoni) e dai tre giovani Anicio Zorzi Giustiniani (Artaserse), Antonio Giovannini (Megabise) e Rosa Bove (Semira). Corrado Rovaris (direttore musicale dell’Opera di Filadelfia), ha diretto e contemporaneamente ha accompagnato al cembalo i lunghi recitativi, già tagliati in parte nella ripresa martinese curata da Marco Beghelli. Il musicologo si è basato su una precedente trascrizione di Calvin Wells (eseguita a Londra in forma di concerto nel 2009), mentre Raffaele Mellace ha condotto un’indagine sulle diverse fonti manoscritte della partitura, tutte copie visto che il manoscritto autografo è considerato perduto. Artaserse è stata la prima delle quattro opere in cartellone che costituiscono il nucleo dei ventinove appuntamenti di scena tra Palazzo Ducale, Basilica di San Martino, il Chiostro di San Domenico, i teatri Verdi di Martina Franca e Paolo Grassi di Cisternino e l’Abbazia di Noci. Secondo titolo operistico in cartellone è Nûr al teatro Verdi (14/18/28 luglio 2012 ore 21,00), opera da camera in un atto dell’aquilano Marco Taralli, su libretto di Vincenzo De Vivo; terzo titolo è Zaira di Vincenzo Bellini, in scena a Palazzo Ducale (29/31 luglio 2012 ore 21,00). Info: festivaldellavalleditria.it

    Mariapina Mascolo

    (articolo apparso sul Quotidiano di Bari il 17-7-2012)

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