Carmina Burana

Posted by on July 9, 2022

https://www.raiplay.it/video/2022/07/Carmina-Burana-Teatro-La-Fenice-2022-1dc64875-1455-4cd1-a533-f3a9c7295a88.html Piazza San Marco Venezia 2022 Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice Conductor Fabio Luisi  Regula Mühlemann (soprano), Michael Schade (tenore), Markus Werba (baritono) https://www.raiplay.it/video/2016/06/Carmina-Burana-536a6ff2-d2f4-4774-addb-0cd55c3e5f8e.html Coreografo Shen Wei Orchestra e Coro direttore Salvatore Caputo Coro di Voci Bianche direttore Stefania Rinaldi Corpo di Ballo direttore Alessandra Panzavolta Shen Wei Dance Arts    Long

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Piazza San Marco Venezia 2022

Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice
Conductor Fabio Luisi

 Regula Mühlemann (soprano), Michael Schade (tenore), Markus Werba (baritono)

https://www.raiplay.it/video/2016/06/Carmina-Burana-536a6ff2-d2f4-4774-addb-0cd55c3e5f8e.html

Coreografo Shen Wei

Orchestra e Coro direttore Salvatore Caputo
Coro di Voci Bianche direttore Stefania Rinaldi
Corpo di Ballo direttore Alessandra Panzavolta
Shen Wei Dance Arts

 

 Long Yu conductor
Shanghai Symphony

“November” Max Richter
Mari Samuelsen violin

Secondo Concerto per pianoforte
Sergei Rachmaninov
Daniil Trifonov piano

“November” Max Richter

Carmina Burana
Orff
Aida Grifullina, Toby Spence, Ludovic Tézier
Wiener Singakademie Choir

STORICO SOLD-OUT ALL’ARENA DI VERONA

PER EZIO BOSSO E I CARMINA BURANA

A sorpresa l’annuncio al termine del trionfale successo:

Bosso tornerà il 23 agosto 2020 per dirigere la IX Sinfonia di Beethoven

Domenica 11 agosto ben 320 esecutori hanno fatto risuonare i monumentali Carmina Burana di Carl Orff nello spazio millenario ed unico dell’Arena di Verona, per l’occasione completamente sold-out. Tra gli applausi interminabili l’annuncio, fatto da Ezio Bosso al microfono, che sarà lui stesso a dirigere la IX Sinfonia di Beethoven il 23 agosto del 2020.

L’armonia tra tutti gli interpreti ha indubbiamente contribuito alla trionfale riuscita della serata e una lunghissima standing ovation ha premiato l’Orchestra e il Coro della Fondazione, il doppio coro di voci bianche A.LI.VE. e A.d’A.MUS. ed i tre solisti Ruth Iniesta, Raffaele Pe e Mario Cassi. Il debutto areniano del Maestro Ezio Bosso è stato quindi un immenso successo non solo per un’esecuzione dei Carmina Burana di grande impatto e originalità, ma anche per la straordinaria energia e partecipazione che si è creata tra il palco, nessuno escluso, e una platea prodiga di applausi e chiamate alla ribalta come non si vedeva da molti anni.

Davanti ad un pubblico di 14 mila persone, alla testa dell’Orchestra e del Coro della Fondazione Arena in stato di grazia, al termine di ovazioni senza fine, Ezio Bosso, visibilmente commosso, ha svelato il suo atteso ritorno nel Festival areniano 2020 con la Nona di Beethoven per i 250 anni dalla nascita del compositore che da sempre egli chiama “padre” in programma il 23 agosto del prossimo anno.

Il Sovrintendente e Direttore Artistico Cecilia Gasdia dichiara «Sono fiera e felice del grande successo, del clima speciale che si è venuto a creare in un’Arena gremita di pubblico entusiasta, attento e caloroso, e ovviamente dell’annunciato ritorno del Maestro Bosso in occasione dell’unico evento sinfonico del Festival 2020, dedicato al titanico Ludwig van Beethoven. Serate indimenticabili come questa, con grandi interpreti e grandi produzioni, contribuiscono a rendere l’Arena quello spazio unico e magico che ha richiamato e richiamerà ascoltatori da tutto il mondo.»

Reduce dal trionfo del programma musicale da lui ideato Che Storia è la Musica a giugno su Rai3, dagli incarichi del Teatro Comunale di Bologna e del Teatro Verdi di Trieste, nonché dai successi che lo hanno visto alla testa delle migliori compagini sinfoniche italiane, in primis l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, quindi la sua Europe Philharmonic Orchestra, ma anche la All Star Orchestra abbadiana diretta per l’evento “Grazie Claudio” per i 5 anni dalla scomparsa del grande direttore grazie all’Associazione Mozart14 di Alessandra Abbado, di cui è testimonial, Ezio Bosso è oggi sicuramente un nome consolidato ma al contempo fresco e polarizzante, capace di stimolare un ascolto nuovo e mai di routine. Il 23 agosto 2020 sarà la sua prima esecuzione in assoluto del capolavoro beethoveniano, che non mancherà di attirare l’attenzione di critica e pubblico da tutto il mondo.

I biglietti del 98° Arena di Verona Opera Festival 2020 sono già in vendita

EZIO BOSSO DEBUTTA ALL’ARENA DI VERONA OPERA FESTIVAL 2019
SUL PODIO DEI CARMINA BURANA
Solisti Iniesta, Cassi, Pe e ben 320 esecutori sull’immenso palcoscenico:
l’Orchestra e il Coro dell’Arena e i cori di voci bianche A.Li.Ve. e A.d’A.Mus.

Arena di Verona
Domenica 11 agosto – ore 21.45

Domenica 11 agosto il grande affresco di poesia medievale ricreato in musica da Carl Orff risuonerà per la terza volta tra le antiche pietre areniane per festeggiare l’atteso debutto del Maestro Ezio Bosso sul più grande e antico palco lirico del mondo in una stagione che ogni giorno si arricchisce di importanti presenze internazionali. Protagonisti della serata l’Orchestra areniana, le voci del Soprano Ruth Iniesta, del Controtenore Raffaele Pe e del Baritono Mario Cassi, il Coro diretto da Vito Lombardi e il doppio Coro di voci bianche – con oltre 60 bambini – A.d’A.MUS diretto da Marco Tonini e A.LI.VE diretto da Paolo Facincani.
Repertorio tra i più trascinanti ed evocativi del panorama classico, trasversalmente divulgato da cinema e televisione tanto da essere molto noto anche al grande pubblico nei suoi momenti di maggiore potenza espressiva, i Carmina Burana furono presentati la prima volta in Arena con indiscusso successo nel 2014 e 2015 e tornano oggi in stagione con l’apporto fondamentale del Maestro Ezio Bosso nel suo attesissimo e lungamente preparato debutto in Arena. I 24 brani musicati da Orff, prevalentemente in latino, alcuni in alto tedesco antico ed uno in provenzale, sono tratti da una raccolta di testi poetici medievali dell’XI e XII secolo ritrovati nel monastero bavarese di Benediktbeuern, nei pressi di Bad Tölz in Baviera, e tramandati da un importante manoscritto contenuto in un codice miniato del Tredicesimo secolo, il Codex Latinus Monacensis 4550 o Codex Buranus: da qui il termine Carmina Burana, introdotto nel 1847 dallo studioso Johann Andreas Schmeller in occasione della prima pubblicazione del manoscritto. Dunque un testo che ben rispecchia la nascita dello spirito poliglotta e internazionalista del Medio Evo Imperiale e Bizantino e dunque perfetto per intrecciarsi al pensiero di Bosso sempre volto a sottolineare la capacità della musica, sin dal suo farsi, di superare le barriere linguistiche e non solo; ed impeccabile anche per il pubblico profondamente internazionale dell’estate veronese, vero melting pot di infinite nazionalità unite dal comune desiderio di musica e spettacolo. Ma anche un testo musicale magniloquente, perfetto per lo scenario imponente dell’Arena che conduce naturalmente la cantata scenica ad una dimensione di grandiosità che solo la magnificenza dell’Anfiteatro riesce a raggiungere.
Reduce dal trionfo del programma musicale da lui ideato Che Storia è la Musica a giugno su Rai3, dagli incarichi del Teatro Comunale di Bologna e del Teatro Verdi di Trieste, nonché dai successi di critica e pubblico, che lo hanno visto alla testa delle migliori compagini sinfoniche italiane, in primis l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, quindi la sua Europe Philharmonic Orchestra, ma anche la All Star Orchestra abbadiana diretta per l’evento “Grazie Claudio” per i 5 anni dalla scomparsa del grande direttore grazie all’Associazione Mozart14 di Alessandra Abbado, di cui è testimonial, Ezio Bosso è oggi sicuramente un nome consolidato ma al contempo fresco e polarizzante, capace di stimolare un ascolto nuovo e mai di routine. Con Bosso si esibiscono le voci già note in questo repertorio di Mario Cassi e Raffaele Pe nonché il debutto nella parte di Ruth Iniesta, giovane stella dell’opera lanciata anche dal Festival areniano 2018. Con i 99 professori dell’Orchestra dell’Arena, i 158 membri del Coro diretto da Vito Lombardi, sul palcoscenico salgono anche i 61 piccoli coristi delle voci bianche A.d’A.Mus. dirette da Marco Tonini e A.Li.Ve dirette da Paolo Facincani. Le luci dell’imperdibile spettacolo-evento sono firmate dall’areniano Paolo Mazzon.
Prezzi da € 14,00 (ultimi posti in gradinata non numerata)

CARMINA BURANA

di Carl Orff

Arena di Verona

Domenica 11 agosto – ore 21.45

Direttore: Ezio Bosso

Solisti: Ruth Iniesta, Raffaele Pe, Mario Cassi

Orchestra e Coro della Fondazione Arena di Verona

Domenica 11 agosto il grande affresco di poesia medievale in musica risuonerà per la terza volta tra le antiche pietre areniane per festeggiare l’atteso debutto del Maestro Ezio Bosso sul più grande e antico palco lirico del mondo in una stagione che ogni giorno si arricchisce di importanti presenze internazionali. Protagonisti della serata l’Orchestra areniana, le voci del Soprano Ruth Iniesta, del Controtenore Raffaele Pe e del Baritono Mario Cassi, il Coro diretto da Vito Lombardi e il doppio Coro di voci bianche – con oltre 60 bambini – A.d’A.MUS diretto da Marco Tonini e A.LI.VE diretto da Paolo Facincani.

Repertorio tra i più trascinanti ed evocativi del panorama classico, trasversalmente divulgato da cinema e televisione tanto da essere molto noto anche al grande pubblico nei suoi momenti di maggiore potenza espressiva, i Carmina Burana furono presentati la prima volta in Arena con indiscusso successo nel 2014 e 2015 e tornano oggi in stagione con l’apporto fondamentale del Maestro Ezio Bosso nel suo attesissimo e lungamente preparato debutto in Arena.

I 24 brani musicati da Orff, prevalentemente in latino, alcuni in alto tedesco antico ed uno in provenzale, sono tratti da una raccolta di testi poetici medievali dell’XI e XII secolo ritrovati nel monastero bavarese di Benediktbeuern, nei pressi di Bad Tölz in Baviera, e tramandati da un importante manoscritto contenuto in un codice miniato del Tredicesimo secolo, il Codex Latinus Monacensis 4550 o Codex Buranus: da qui il termine Carmina Burana, introdotto nel 1847 dallo studioso Johann Andreas Schmeller in occasione della prima pubblicazione del manoscritto. Dunque un testo che ben rispecchia la nascita dello spirito poliglotta e internazionalista del Medio Evo Imperiale e Bizantino all’uscita dai primi oscuri secoli dopo la caduta dell’Impero d’Occidente, e dunque perfetto per intrecciarsi al pensiero di Bosso sempre volto a sottolineare la capacità della musica, sin dal suo farsi, di superare le barriere linguistiche e non solo; ed impeccabile anche per il pubblico profondamente internazionale dell’estate veronese, vero melting pot di infinite nazionalità unite dal comune desiderio di musica e spettacolo. Ma anche un testo musicale magniloquente, perfetto per lo scenario imponente dell’Arena che conduce naturalmente la cantata scenica ad una dimensione di grandiosità che solo la magnificenza dell’Anfiteatro riesce a raggiungere.

Reduce dal trionfo del programma musicale da lui ideato Che Storia è la Musica a giugno su Rai3, dagli incarichi del Teatro Comunale di Bologna e del Teatro Verdi di Trieste, nonché dai successi di critica e pubblico, che lo hanno visto alla testa delle migliori compagini sinfoniche italiane, in primis l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, quindi la sua Europe Philharmonic Orchestra, ma anche la All Star Orchestra abbadiana diretta per l’evento “Grazie Claudio” per i 5 anni dalla scomparsa del grande direttore grazie all’Associazione Mozart14 di Alessandra Abbado, di cui è testimonial, Ezio Bosso è oggi sicuramente un nome consolidato ma al contempo fresco e polarizzante, capace di stimolare un ascolto nuovo e mai di routine.

La Sovrintendente Cecilia Gasdia dichiara: «Abbiamo iniziato a pensare al Maestro Bosso già per la scorsa edizione ma problemi di calendario ci hanno impedito di realizzare il progetto. Per l’Arena, il cui Festival è nato nel 1913 e che da sempre ha come obiettivo quello di diffondere la cultura e l’amore per l’opera, è importante proseguire la propria vocazione garantendo la presenza di un indiscusso artista, i cui successi sul podio sono sotto gli occhi di tutti, e che è al contempo un grandissimo divulgatore, capace di ampliare il pubblico della classica in uno dei momenti storici più difficili per essa. E poi vogliamo iniziare a portare nomi nuovi su questo palco, nomi freschi, di appeal internazionale e nazionale, nomi che segnino anche un cambio di passo: l’invito a Bosso fa parte di questo percorso di attenzione al contesto internazionale e italiano. E poi ci piace che Bologna e l’Emilia gli vogliano bene e gli riservino lo stesso affetto che storicamente rivolgono all’Arena di Verona».

Il Maestro Ezio Bosso, che rimarrà a Verona per almeno 10 giorni prima del debutto in ossequio alla sua filosofia di creare innanzitutto un rapporto amicale, sereno e produttivo con le orchestre con cui lavora, ricorda: «Quando mi ha chiamato la signora Gasdia per confermarmi questo immenso onore mi ha detto una frase che racchiude tutto: “Quando ci parliamo noi musicisti le cose succedono”. Ed è proprio così, e la partitura di Orff ne è un esempio, capace di inventare un suono di una parola antica. Un suono non ancora scoperto ma che diventa quel suono. Capace di essere inclusivo, didattico, propedeutico di ogni disciplina. E poi Un Inno alla vita in tutte le sue forme. Allo stesso tempo una partitura talmente immediata da restare su quel precipizio del non essere esplorata per troppa bellezza. A questo mi dedicherò con tutte le mie forze con tutti i miei compagni di viaggio: a questo rispetto e allo scavare insieme come in quei canti che da terra, parlando di vita, sapore, amore, fratellanza, portano a toccare il cielo e a guardarlo meglio. Perché l’Arena di Verona non ha paragoni ed è innegabile: è il palcoscenico dei sogni di tutti i direttori e cantanti e musicisti. E a volte dei loro genitori. È il palcoscenico dei sogni di amanti della musica e degli innamorati. Andare all’Arena è un gesto ricco di commozione, che fa la storia di chi c’è potuto essere e non è solo andare a un concerto, se ci pensate. Una responsabilità ancora più evidente per me, anche se la metto sempre in ogni cosa che faccio. E tanti veronesi lo sanno perché lo dissi senza remore nei miei concerti passati, è il sogno della mia mamma (e anche del mio papà). Perché Verona l’ha protetta negli anni della guerra. Quello che dissi fu: “se non ci fosse Verona, non sarei nato”. E l’Arena fu il primo regalo che potei fare insieme a mia sorella ai nostri genitori: farla tornare ad andare all’Arena dove non era potuta andare in quegli anni.

E questo credo dica tutto, soprattutto la gratitudine che ci sarà in ogni gesto da direttore – e non solo – che vedrete in quei giorni. Quindi Grazie ancora Verona e grazie signora Gasdia e grazie Arena. Perché Verona è l’Arena e l’Arena è Verona. È proprio vero, i musicisti quando fanno tra di loro, esaudiscono desideri senza tempo».

Maggio 1997

2 thoughts on “Carmina Burana

  1. “Carmina burana” a Verona.

    “Fortuna Imperatrix Mundi” è il prologo dei “Carmina burana” che Carl Orff strutturò in un prologo, cinque parti e un finale quando, fra il 1935 e il 1936, mise mano alla raccolta dei componimenti poetici medioevali contenuti in un importante manoscritto del XIII secolo, il Codex Latinus Monacensis o Codex Buranus risalente al 1230 e proveniente dall’Abbazia di San Benedetto in Alta Baviera. Le Cantiones profanae che compongono la cantata scenica furono presentate per la prima volta a Francoforte l’anno successivo divenendo l’opera musicale più conosciuta in Germania nonostante la chiusura intellettuale legata al periodo nazista. Cinque anni dopo approdarono alla Scala di Milano. Oggi la stagione operistica 2015 dell’Arena di Verona appena conclusasi ha programmato in un’unica serata la rappresentazione dei “Carmina burana” con i complessi areniani. La bacchetta incisiva e ben determinata di Andrea Battistoni sull’orchestra dell’ente lirico veronese unitamente al coro magistralmente diretto da Salvo Sgrò hanno sottolineato la compostezza dell’ossessivo arcaismo corale di questa partitura scultorea non troppo lontana da alcuni riferimenti stravinskjani nella pulizia delle voci così fondamentale di quest’opera in cui i testi ne sottolineano la poliedricità goliardica. I “Carmina burana” in effetti non perseguono una trama ben definita. Una parte della composizione si basa sul concetto del giro della Ruota della Fortuna sotto cui sfilano diversi personaggi emblematici dei vari destini individuali. Il tema satirico e morale intrecciato a quello amoroso e insieme ai canti bacchici e conviviali fino ai Carmina Divina di chiaro intento moralistico sono stati ben interpretati dalla compagine corale e orchestrale.

    Particolarmente espressiva è parsa la vocalità sopranile di Jessica Pratt nella ricerca preziosa di un gioco coloristico di bell’effetto; come pure il bravo Mario Cassi nella rotondità del timbro; infine il controtenore Raffaele Pe. Aperti a una visione idilliaca i brani che celebrano l’aspetto lieto della natura; più forti i canti goliardici di “In taberna” e les “Cour d’amours” che inneggiano all’amore fino all’Ave Formosissima col coro delle voci bianche A.LI.VE diretto da Paolo Facincani e A.d’A.Mus diretti da Marco Tonini. Ma soprattutto bellissimo è parso il crescendo percussivo, elemento di punta dell’organico strumentale che, come un leit-motiv, ha saputo sviluppare quel mix di capolavoro la cui forza emotiva esplode per la luce sinistra che riverbera in questo irripetibile baccanale in musica.

    Claudia Mambelli.

  2. Fano Teatro della Fortuna

    CARMINA BURANA
    Cantata scenica di Carl Orff

    (20 aprile 2012)

    Di Giosetta Guerra

    Viene annunciata la sostituzione di Bruno Pratic indisposto con Roberto De Candia e noi, memori della sua ottima prestazione nella recente Traviata fanese, non ci sentiamo defraudati. Il baritono infatti ha elargito con declamazione stentorea, fraseggio legato, suoni sostenuti, dovizia di sfumature la sua grande voce che spinge agevolmente verso il registro acuto fino al comico falsetto, affonda con pienezza del suono nelle note gravi, piega con naturalezza nel canto morbido e a mezza voce.
    Brava per tecnica vocale e per grazia interpretativa anche il soprano Anna Skibinsky, che ha suoni tondi e morbidi nei centri, cristallini e lucenti nella tessitura acuta e sovracuta, unincredibile tenuta del fiato ed un bel modo di porgere anche con luso della messa di voce.
    Purtroppo, trovandomi appollaiata in un palco lateralissimo sopra lorchestra, ho ascoltato le voci da dietro e non ho potuto verificarne la proiezione.
    Invece ho sentito benissimo quella del tenore che, essendo dalla parte opposta, ha cantato girato verso il direttore e la voce mi arrivata forte e chiara; sono rimasta impressionata dalla sicurezza e dalla pulizia del suono in quelle frasi mostruosamente acute, dalla facilit di cantare in voce e non in falsetto quelle note alte fino allinverosimile, dalla bellezza del timbro vocale del tenore Gian Luca Pasolini, nellintensa seppur breve parte del pollo, introdotta dal suono sornione del fagotto.
    Nei Carmina Burana, comunque, sono le masse orchestrali e corali che hanno il predominio e vedere centosessantotto artisti sul palco del Teatro della Fortuna non cosa di tutti i giorni (63 orchestrali, 79 coristi, 22 voci bianche, 3 cantanti, 1 direttore).
    La mia posizione strategica mi ha permesso di osservare attentamente i musicisti, di cogliere i colori degli strumenti negli interventi solistici, dallo squillo argentino dellottavino alla voce flautata (appunto) del flauto, dal suono trionfale delle trombe alla violenza delle percussioni, dallaccompagnamento ritmico del fagotto al nervosismo e alla dolcezza (secondo i momenti) degli archi, la sincronia dei movimenti e la compattezza del suono dellOrchestra Sinfonica G. Rossini, che risponde al gesto sicuro e consapevole dal M Roberto Parmeggiani sia nelle pagine di largo respiro sia in quelle caratterizzate da uninsistenza ritmica quasi ossessiva.
    Certo il mio orecchio sinistro uscito alquanto bistrattato, mentre il destro si riposato.
    La variet delle soluzioni timbriche, gli accenti ora lirici ora grotteschi ora popolareschi ora raffinati e colti richiederebbero un coro pi coeso e pi preciso negli attacchi, tuttavia il Coro M. Agostini (rimpinguato per loccasione da elementi del Coro Bellini e diretto dal M Lorenzo Bizzarri) ha restituito limmediatezza comunicativa del linguaggio plurilinguistico dei Carmina.
    Pur non avendo unimpostazione in maschera, il Coro di voci bianche e giovanili Associazione in canto, preparato dal M Francesco Santini, ha cantato in modo corretto.

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