Le Nuvole di Aristofane

Posted by on January 19, 2010

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  1. “LE NUVOLE” AL TEATRO ARGENTINA: ARISTOFANE IN SALSA POSTMODERNA

    Dal 19 al 31 gennaio al Teatro di Roma in scena la satira politica che sconvolse il mondo greco antico

    ROMA – Un contralto gay che canta Luigi Tenco e Natalino Otto, scheletri che calano dal soffitto a sottolineare la nebulosità dell’intuizione umana, scimmie che scimmiottano se stesse, fingendosi sindaci con la banda tricolore sul petto. La commedia del più abrasivo citazionismo postmoderno.
    Visionaria, ironica e geniale la lettura che Antonio Latella offre delle «Nuvole» di Aristofane, un cabaret trascendente (presentato con grande successo al Festival dei due Mondi di Spoleto la scorsa estate) nel quale i quattro interpreti (Annibale Pavone, Marco Cacciola, Massimiliano Speziani e Maurizio Rippa) abitano un teatrino nel teatro sulle musiche del gruppo rock Oasis. Vestiti rigorosamente di nero, con scarponi da clown, maschere, tutù e piume di struzzo, i quattro attori scendono sul ring per affrontare la lotta nella quale si compie la morale di Aristofane. L’autore racconta di come Strepsiade abbia deciso di farsi dare lezioni di sofistica da Socrate per respingere i creditori del figlio Fidippide. Socrate lo accoglie sotto l’auspicio delle Nuvole, le nuove dee dei sofisti che Latella trasforma in scheletri sospesi e parlanti. Le Nuvole suggeriscono a Strepsiade di mandare a scuola il figlio. Il quale impara molto bene come tenere lontani i creditori. Ma, poi, con la stessa dialettica spiega al padre che è per il suo bene se ha deciso, dopo il tirocinio, di prenderlo a bastonate. Una scena nella quale Latella, facendo apparire tre scimpanzé, rievoca la sequenza cult di «2001. Odissea nello spazio» di Kubrick, per raccontarci con una straordinaria forza espressiva la regressione dell’uomo ad animale feroce.
    Latella dichiara: «Questa commedia antica non mette in scena un personaggio ma l’Icona di un Personaggio, che ha nome Socrate e il luogo che lo ospita, Il Pensatoio, è il vero personaggio con il quale Strepsiade si deve confrontare: un luogo non luogo, uno spazio che ha porte da varcare ma non ha pareti, una stanza dove il Maestro può sospendersi nell’aria, lontano dalla banalità della forza di gravità; solo così può pensare, riflettere, creare, preparare discorsi giusti e ingiusti, un luogo dove l’inafferrabile diventa forma ma resta incomprensibile per il suo continuo mutare essenza. Il Pensatoio, personaggio che non è maschile né femminile, non può essere, come ironicamente Aristofane fa dire a Socrate, né pollo né pollessa». E ancora Latella: «Le nuvole sono tutto e non sono niente, sono i nostri desideri e le nostre paure, le nostre gioie e i nostri orrori, e diventano tutto ciò che vogliamo ma non potranno mai essere, mai esistere, eppure sono indistruttibili, come i pensieri, le idee».
    Una feroce satira anti-berlusconiana, con il discorso peggiore che si mangia le ragioni del discorso migliore.

    Federico Ligotti

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